La nascita di due nuove società, una dedicata al mondo SAP (Altea Up) e l’altra alle aziende che hanno bisogno di servizi no stop (Altea 365). Un fatturato che, in linea con le previsioni, continua la sua corsa: + 20% nel 2016, pari, aggregando tutte le realtà del Gruppo, a 67 milioni di euro e 752 dipendenti. E una certezza: quella di aver creato le fondamenta per costruire un futuro ancora più entusiasmante, perchè la quarta rivoluzione industriale, quella della Digital Transformation, è appena agli albori, e le opportunità fioriranno.
C’è nell’aria una palpabile soddisfazione all’evento di inizio anno organizzato da Altea Federation, system integrator che si sta affermando, anno dopo anno, come una delle società più dinamiche ed efficaci nell’affiancare le imprese italiane desiderose di crescere attraverso l’innovazione digitale. Per festeggiare e fare il punto della strategia, Altea ha radunato il management nella suggestiva cornice del Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, invitando alcuni clienti (ABB, Omet e Costan-Gruppo Epta), il Prof. Stefano Mainetti della School of Management del Politecnico di Milano e Adriano Ceccherini, GB Director di SAP Italia.
Cos’è Altea? Un sistema olonico
Cos’è che permette ad Altea di acquisire nuovi progetti con questi ritmi? In primis l’originale assetto organizzativo, una federazione di aziende locali ad alta specializzazione, in grado di sprigionare una forza superiore alla somma delle singole componenti per affrontare un mondo complesso pur senza le risorse delle grandi multinazionali con cui compete.
Alla guida di Altea Federation, ormai da 20 anni, c’è il vulcanico imprenditore Andrea Ruscica, CEO, Presidente e fondatore, che sta mettendo a terra un piano ideato diversi anni fa (ce lo aveva spiegato nel dettaglio in questa intervista), e che per descrivere l’azienda ricorre a un termine poco noto: un olone, secondo la Treccani “un entità di un sistema organizzato in grado di prendere decisioni e attuarle interagendo con gli altri elementi del sistema”. «Abbiamo creato un’organizzazione aggregando aziende con la loro specificità, capaci di maneggiare l’innovazione nel loro perimetro, indipendenti ma in grado di interagire con le altre». Ogni società del gruppo è dunque un olone, connesso in «un sistema a rete che mobilita l’intelligenza decentrata e la sua creatività. E questo ci permette di affrontare le richieste dei nostri clienti e applicare l’innovazione ricombinante», che significa applicare in modo creativo, appunto, le singole tecnologie, che per esprimere la loro potenza vanno composte nel modo corretto, dando vita idee innovative. Un esempio su tutti? La self driving car di Google. Idea geniale, tecnologie già prima disponibili.
Le persone al centro
Altea si distingue anche per la grande attenzione al fattore umano: è costante l’impegno nella formazione e nella ricerca dei giovani talenti, non solo al proprio interno ma anche per conto dei clienti. «Altea non ha mai orientato il rapporto con il cliente sulla tecnologia – puntualizza Ruscica -. Le persone, così come le loro abitudini e la loro socialità, hanno un impatto importante. I nostri concorrenti sono poco attenti a questi aspetti, ma non può esserci un progetto vincente se non hai coinvolto le persone: anche se la tecnologia è la migliore, bisogna parlare di processi, di responsabilità, di carichi di lavoro. In Altea spa (la capogruppo) abbiamo creato un gruppo di lavoro che si occupa solo di consulenza verso le persone e l’organizzazione. Più andremo avanti, più le tecnologie diventeranno invasive: bisogna tenerne conto mettendo in campo professionalità e skill precisi».
E il futuro? Per un entusiasta come Ruscica è assolutamente affascinante: «Vedremo cose mai viste, abbiamo davanti grandi chance. Per Altea ora inizia una nuova parte del viaggio: abbiamo ancora tantissimo potenziale».