Inflazione in crescita, eventi climatici avversi, conflitti, mondi virtuali che si intersecano sempre più nel mondo fisico, Intelligenza Artificiale che si stratifica sull’intelligenza umana… L’agenda dei CEO non è mai stata così complessa da gestire. Le tendenze macro e microeconomiche che per decenni hanno determinato il futuro del mondo si stanno indebolendo, lasciando il posto a nuovi scenari più destabilizzanti e difficili da governare. Alcuni di questi trend, se non correttamente compresi, potrebbero arrivare a minare i presupposti stessi su cui poggia il modello di business di ogni azienda. Altri, invece, potrebbero essere forieri di opportunità che spalancano nuovi percorsi di crescita, finora inesplorati. Una crescita, questo è certo, che è sempre più legata a doppio filo all’innovazione e allo sviluppo di modelli di business digitale.
Il ruolo del CEO nell’evoluzione del business digitale
La vera cifra, lo “spessore” di un buon CEO, è valutabile dalla sua capacità di guidare la reinterpretazione e la reinvezione continua del business, plasmando l’organizzazione di conseguenza: l’obiettivo è governare – non subire – il cambiamento, assicurando un ritorno tangibile per tutti gli stakeholder, che si tratti di azionisti, dipendenti, manager, ma anche istituzioni e società civile.
Quasi la metà (45%) dei CEO globali ritiene che la propria azienda non esisterà più nel giro di 10 anni se continuerà a perseguire gli obiettivi di business attuali. Il dato, di per sé piuttosto sconvolgente, emerge dalle evidenze della 27a edizione del report Global CEO Survey di PwC, condotta su un campione di 4.702 amministratori delegati di grandi realtà multinazionali.
Inflazione, volatilità degli scenari macroeconomici e rischi cyber sono i pericoli cui le aziende saranno maggiormente esposte nei prossimi 3-5 anni nella percezione dei manager del campione interpellati, seguiti dai conflitti geopolitici, dal cambiamento climatico, dai rischi alla salute e dalle disuguaglianze sociali.
Stimoli e freni all’innovazione
I cambiamenti che stiamo vivendo nell’ambito dell’innovazione digitale sono il fattore che, a detta del campione, avrà il peso più rilevante nel ridefinire il business in futuro (il 56% degli intervistati lo indica al primo posto nei prossimi tre anni e il 46% nei prossimi cinque anni), seguiti dai cambiamenti in atto nelle preferenze dei consumatori (49% e 42% rispettivamente) e dagli effetti dei nuovi regolamenti governativi (47% e 42%).
La tecnologia è, quindi, il fulcro dell’innovazione dei modelli di business. Nonostante i progressi compiuti, però, molte aziende faticano ancora a comprendere e mettere a terra il ROI (Ritorno sugli investimenti) dei progetti digitali – solo il 22% dei CEO intervistati riesce a stimare correttamente il valore generato.
Quale cambiamento avrà l’impatto più rilevante sul business in futuro
Nell’ambito dei cambiamenti tecnologici più dirompenti, la ricerca si sofferma in particolare sul fenomeno dell’AI Generativa che – è opinione diffusa – avrà un impatto rilevante su molti aspetti del business digitale. Tra i principali, l’incremento dell’efficienza del lavoro (il 64% del campione ipotizza un aumento medio superiore al 5%), l’efficacia nel guidare l’azienda (il 59% dei top manager intervistati ritiene che migliorerà la propria produttività di oltre il 5%, a parità di tempo lavorato), la profittabilità del business (il 46% degli intervistati pensa che aumenterà di almeno il 5%) e il fatturato (il 41% degli AD ritiene che crescerà almeno del 5%, grazie all’AI Generativa).
Luci e ombre della Generative AI
I Chief Executive Officer, ed è un altro dato rilevante, sono consci del fatto che la propria produttività è minata in parte dalla necessità di eseguire tutta una serie di attività a basso valore, dal debriefing delle riunioni alla gestione delle e-mail, e considerano come un vero e proprio “spreco” il 40% del tempo speso in queste incombenze. Un aiuto a contrastare queste inefficienze arriverà dall’impiego massiccio dell’AI Generativa, che per 6 intervistati su 10 contribuirà ad alleggerire buona parte degli “oneri” legati alle attività più routinarie. Come conseguenza, ben 8 aziende su 10 integreranno nella propria organizzazione nuovi talenti legati all’area del Prompt Engineering.
Il risvolto meno positivo di questa maggior efficienza indotta dall’automazione intelligente è legato alla perdita di posti di lavoro. I settori maggiormente impattati (con una riduzione stimata del 5% o più della forza lavoro) sono, nella percezione dei CEO, Media e intrattenimento, Banking, assicurazioni, trasporti e logistica.
Business digitale e resilienza: le 3 priorità dei CEO per il 2024
L’importante, sottolineano gli analisti, è tenere conto dei bisogni reali di tutte le parti interessate – non solo i clienti ma anche i fornitori, gli investitori e i partner commerciali, per esempio – ragionando sempre in ottica in ottica di ecosistema.
Quali sono, quindi, gli aspetti sui quali gli Amministratori Delegati dovranno concentrarsi quest’anno?
Gestire i rischi climatici
Tra gli aspetti che spingono i CEO a reinventarsi (e a ripensare il business), il cambiamento climatico figura nei “top 5”, citato come rilevante dal 30% dei manager interpellati da PwC. E mentre 2/3 degli intervistati sostengono di aver già attivato azioni utili a migliorare l’efficienza energetica delle attività di cui sono responsabili, il 10% riferisce di aver già portato a termine queste iniziative e la metà dichiara di avere iniziato a innovare prodotti e servizi per renderli più rispettosi dell’ambiente.
Il 40% dei CEO intervistati da PwC si dice anche disposto ad accettare un hurdle rate (il tasso minimo di rendimento finanziario richiesto per un investimento) più basso a fronte di innovazioni di prodotto o di processo che assicurino l’obiettivo di migliorare la sostenibilità del business.
Il rovescio della medaglia è che meno della metà del campione ha incorporato il rischio climatico nelle proprie strategie di pianificazione finanziaria e quasi un terzo non sente neppure la necessità di farlo in futuro.
Trasformare la compliance normativa in un percorso di crescita
L’attenzione dei vertici aziendali agli aspetti legati alla conformità alle normative – in particolare quelle che riguardano l’area ESG – è comprensibile. Tuttavia, non si possono perdere di vista i potenziali vantaggi che potrebbero emergere dai cambiamenti indotti dal percorso verso la compliance.
Essere un’azienda considerata all’avanguardia nella sostenibilità ambientale e nell’equità sociale, per esempio, può aprire nuove opportunità di crescita del business e rafforzare la reputazione dei suoi brand.
Sviluppare il pensiero esponenziale
Avere una macchina ben oliata e in grado di produrre profitti nel breve periodo è fondamentale, certo, ma non è sufficiente a garantire la resilienza del business. E in un mondo che cambia sempre più rapidamente, anche i processi decisionali strategici si complicano. Servono nuovi supporti e nuove skill e questo emerge in modo evidente dai dati rilevati dalla ricerca PwC: quasi il 40% dei CEO intervistati ritiene che la propria azienda non sarà più economicamente sostenibile tra 10 anni se continuerà a seguire la rotta attuale.
Ecco perché è sempre più importante basare le proprie decisioni su fondamenta solide: il primo passo è assicurarsi che i dati alla base delle promesse fatte e degli impegni assunti con i diversi portatori di interesse siano affidabili e poi dimostrare periodicamente, sempre evidenze alla mano, i progressi fatti. Gli esperti di PwC parlano, a questo proposito, della necessità, per gli amministratori delegati, di sviluppare un pensiero strategico esponenziale. Questa attitudine, sostenuta dai progressi del digitale, può aiutare ad anticipare le interruzioni del business causate dalle grandi discontinuità tecnologiche, dai cambiamenti introdotti dalle nuove normative o dall’ingresso sul mercato di nuovi concorrenti.