Il cloud computing è uno dei grandi trend del mondo della tecnologia oggi e un colosso come Oracle non se l’è lasciato sfuggire. Di fronte alla concorrenza dei numerosi vendor che si sono affacciati, o si stanno affacciando, sul mercato cloud, l’azienda californiana sta puntando sul solido know-how e sulla completezza di un’offerta che spazia su tutti i prodotti per la “nuvola”, ai livelli IaaS, PaaS e SaaS. Le aziende che si costruiscono un cloud privato, del resto, ne traggono il massimo del valore quando consolidano tutti gli strati, non solo l’hardware, come spiega Rex Wang, Vice President Product Marketing Oracle Corporation, che a Roma ha presentato in anteprima mondiale il film sci-fi “Oracle Cloud Odyssey: a Hero’s Quest”, una potente metafora in stile videogioco del viaggio che ogni azienda deve intraprendere per giungere alla terra promessa del cloud privato. Il grande “salto intergalattico” è proprio quello di un consolidamento a tutti i livelli, anche server e middleware, in grado di apportare pieni benefici: più flessibilità e capacità da un lato, costi minori dall’altro.
“Le chiavi per aprire le porte del cloud sono standardizzazione, consolidamento, automazione e naturalmente integrazione, ma alla base ci deve essere una tecnologia robusta e allo stato dell’arte: per questo Oracle non smette di estendere il suo portafoglio cloud, con servizi quali l’Oracle Database as a Service, l’Oracle Java as a Service e l’Oracle Infrastructure as a Service“, sottolinea Wang. “Oracle è la tecnologia alla base di migliaia di cloud private in tutto il mondo”.
I benefici del cloud privato sono essenzialmente l’agilità (l’implementazione delle soluzioni è 100 volte più rapida), il risparmio (il total cost of ownership si riduce del 50%) e la riduzione del rischio (garantendo una compliance e un rispetto delle Sla del 100%). Sono obiettivi che il cloud permette di ottenere grazie alle funzionalità self-service, all’accesso a un catalogo di servizi, all’utilizzo di risorse on-demand, alla standardizzazione e all’automazione. Col vantaggio aggiuntivo che la nuvola privata assicura piena visibilità e controllo, quindi sicurezza.
“Il cloud sta suscitando grande interesse e le implementazioni stanno crescendo”, indica Wang. “Possiamo ormai dire che il cloud sia uscito dalla fase di early adoption per diventare mainstream. Le cloud private sono le più diffuse e sono particolarmente adatte ad alcuni settori, come quello bancario-assicurativo, telecom e Pubblica amministrazione”. Secondo Wang, questo tipo di organizzazioni può beneficiare al massimo dall’adozione di una cloud privata: si tratta spesso di aziende di grandi dimensioni, il che giustifica le implementazioni di private cloud, che hanno una spesa di capitale iniziale, e che hanno bisogno di mantenere visibilità sui loro dati per motivi di sicurezza. Ma le implementazioni spaziano tra più settori, dal retail alle utility. “In via generale, le piccole aziende preferiscono le soluzioni di cloud pubblico, pagando un abbonamento per i servizi che usano e senza grandi investimenti. Per questo il cloud pubblico, pur essendo ancora meno diffuso di quello privato, cresce a tassi più alti. Ma a volte passare al cloud privato conviene: in base alle dimensioni dell’azienda, pagare un abbonamento fisso potrebbe rivelarsi più costoso nel lungo periodo che costruirsi il proprio cloud. Il quadro non è comunque così netto: possono esserci piccole aziende che scelgono il cloud privato e grandi che vanno verso il pubblico”. Ognuna deve dunque valutare le sue esigenze e adottare la soluzione più idonea: anche per questo il cloud, come nell’Odissea sci-fi, è un “viaggio”.