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Digital process, un approccio semplificato grazie alle piattaforme BPM

Ecco come le soluzioni low code possono agevolare l’implementazione, la gestione e il continuo miglioramento dei processi aziendali lungo la transizione digitale. Parla Graziano Gecchele, Digital Process Competence Center Manager di Econocom|Asystel Bizmatica

Pubblicato il 19 Set 2023

Immagine di da NicoElNino Shutterstock

Cosa si intende oggi per digital process e su quali competenze, driver e soluzioni dovrebbe essere improntata un’evoluzione aziendale lungo quest’asse? Dallo sviluppo funzionale e tecnologico, sino alla realizzazione chiavi in mano di progetti di trasformazione e innovazione digitale dei processi, gran parte del successo di un piano di transizione può dipendere dall’adozione di tecnologie low code, che permettono una forte spinta sull’iper-automazione e un controllo puntuale dei parametri chiave di ogni procedura.

Il ruolo delle piattaforme BPM nella digitalizzazione dei processi

Parliamo più nello specifico di piattaforme BPM (Business Process Management), che grazie alla filosofia low code, per l’appunto, consentono di creare rapidamente applicazioni per la trasformazione digitale dei processi, senza la necessità di scrivere codice. Si tratta di soluzioni che fanno leva su modelli e componenti predefiniti e interfacce di lavoro intuitive per offrire una rapida prototipazione e modellazione dei processi, rendendo così l’implementazione molto più veloce rispetto alla modalità di sviluppo tradizionale.

«L’approccio agile, visuale e molto interattivo offerto da una piattaforma BPM low code permette di sfruttare al meglio tutte le leve disponibili, che impattano simultaneamente sia il progetto che le persone coinvolte, ingaggiandole in modo proattivo nella revisione dei processi e sfruttando le leve tecnologiche proposte», precisa Graziano Gecchele, Digital Process Competence Center Manager di Econocom|Asystel Bizmatica. «Tutto ciò è essenziale per coinvolgere gli utenti assicurando, allo stesso tempo, i vincoli posti dall’IT nell’adozione di una tecnologia. Una piattaforma BPM abilita una partecipazione attiva degli utenti aziendali e grazie alla sua forma visuale e accattivante li rende, anche in assenza di competenze tecniche avanzate, in grado di contribuire alla veloce creazione e successiva revisione dei processi interessati».

I vantaggi offerti da una piattaforma BPM low code

Sul piano della flessibilità e dell’adattabilità, una piattaforma BPM low code è l’ideale per costruire i processi adattandoli in modo intuitivo alle specifiche esigenze dell’organizzazione, consentendo, nel tempo, una veloce personalizzazione e innovazione in risposta a eventuali cambiamenti (legati, per esempio, allo sviluppo del business) e favorendo l’iper-automazione nelle aree di maggior interesse aziendale.

Secondo Gecchele, anche l’integrazione sul piano squisitamente tecnico risulta semplificata: «Una piattaforma low code nasce con specifiche funzionalità predefinite per una rapida configurazione e con connettori nativi per l’integrazione con altri sistemi. Può quindi dialogare senza soluzione di continuità con gli altri ambienti aziendali, come il CRM, l’ERP o i sistemi di firma e gestione documentale. L’integrazione semplificata consente d’altra parte di eliminare i silos di dati e di creare un flusso di lavoro end-to-end controllato e misurato più efficiente. Questo a sua volta è essenziale per implementare strumenti avanzati per il monitoraggio dei KPI aziendali. Gli amministratori possono quindi effettuare misurazioni in real time delle disponibilità di specifiche aree o risorse, garantendo gli SLA predefiniti e fornendo parallelamente un supporto a successive ottimizzazioni nell’ottica del continuous improvement. Il che si traduce in un aumento progressivo dell’efficienza e della produttività, anche nei processi verticali caratteristici dell’azienda».

Ultimo, ma non per importanza, il tema degli skill: una piattaforma BPM fornisce la possibilità, pure in contesti molto specifici, di integrare la conoscenza e raccogliere le best practice aziendali, gestendo il digital twin del processo operativo e consentendone, parallelamente, una gestione anche da remoto. «Oltre alla veloce realizzazione di soluzioni customizzate, è possibile adattare in modo efficace soluzioni preconfezionate su specifiche aree di business, in termini di sales automation, customer service o moduli verticali, che già integrano un pacchetto di funzioni peculiari di specifici ambiti di business come banking e assurance», spiega Gecchele.

Cosa occorre per implementare e gestire un digital process

Gli ambiti di utilizzo di piattaforme di questo tipo sono molteplici e trasversali, e completamente adattabili a verticali e contesti diversi. Per definizione, infatti, le piattaforme di BPM low code si innestano su una seri di leve tecnologiche in grado di garantire una veloce e strutturata configurazione di applicazioni interconnesse con i differenti ambiti di applicazione e per qualsiasi tipologia di esigenza. Merito anche del modo in cui, di solito, vengono implementate: «Partendo direttamente dal disegno del processo realizzato a quattro mani con il Business, un progetto BPM si sviluppa per massimizzare le tempistiche di realizzazione dell’applicazione attesa attraverso metodologie agile e il continuo confronto con gli stakeholder», dice Gecchele, che parla di un vero e proprio customer journey condiviso.

Il tutto, come detto, è semplificato dalla natura stessa delle piattaforme. «Ovviamente, sono già presenti, per contesti dedicati, applicazioni verticali preconfigurate, legate alle specifiche esigenze di settore (finance, banking, assurance, operations, etc), che integrano di default determinate funzionalità richieste dallo specifico ambito di applicazione. Non sono del resto richieste competenze particolari. L’approccio consulenziale legato ai diversi progetti permette anche al cliente inesperto, con il nostro supporto iniziale, di comprendere le funzionalità e realizzare ciò che occorre per soddisfare necessità peculiari. Questo implica la libertà, quindi, di potersi rendere autonomo nella gestione dell’assetto, dei vincoli, delle regole con cui customizzare le stesse applicazioni. Il plus che sicuramente offriamo a livello di Gruppo Econocom», chiosa Gecchele, «è il miglior contesto possibile per un’azienda che affronta una transizione digitale, potendo seguire personalmente le implementazioni fin dal giorno zero e offrire al cliente il massimo supporto anche nella pianificazione economico-finanziaria del progetto, oltre che l’eventuale fornitura e installazione di tutta la componente architetturale necessaria. Nella pratica possiamo gestire e supportare un progetto di trasformazione digitale del cliente, sia dal lato finanziario, che da quello infrastrutturale, tecnologico e applicativo».

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