Quasi al termine del suo mandato il governo Monti ha presentato il Piano per il turismo italiano. Si tratta di un documento di 89 pagine che dopo un’analisi della situazione – non brillante – propone 61 linee d’azione che da qui al 2020 dovrebbe portare 500 mila nuovi posti di lavoro e oltre trenta miliardi di Pil.
Un piano importante e complesso, che ha già ricevuto molte critiche. Sul fronte, in particolare della comunicazione e promozione il ruolo dell’Agenzia nazionale del turismo (Enit) viene ritenuto insufficiente. Mancherebbe una promozione coordinata a livello di “Sistema Italia”, una strategia digitale e una “Direzione commerciale Italia” che si occupi di definire le priorità e sviluppare i prodotti chiave.
Oltre a un utilizzo insufficiente del cinema internazionale per promuovere il turismo in Italia nei Paesi che conoscono meno le bellezze del nostro paese, sono poco sfruttati i canali di vendita digitali e mancano anche le applicazioni per i turisti stranieri, nonostante l’esistenza di qualche buon portale regionale.
Il Piano prevede sette linee guida che poi si traducono nei 61 piani. Le linee guida prevedono la definizione di una governance con il potenziamento del supporto e del coordinamento centrale, il rilancio dell’Agenzia nazionale del turismo, il miglioramento dell’offerta con focus su 30-40 poli prioritari, la riqualificazione degli alberghi, lo sviluppo di trasporti e infrastrutture, la formazione degli operatori e investimenti per il settore.
Un programma piuttosto vasto, per qualcuno anche troppo, che per quanto riguarda la parte relativa al digitale prende avvio con l’azione n. 12 che prevede la Costituzione in Agenzia Nazionale del Turismo di un laboratorio di eTourism per la definizione e l’attuazione della strategia digitale.
In questo quadro l’Enit dovrebbe assumere la gestione di Italia.it. la conferma è arrivata dalle dichiarazioni del direttore dell’agenzia, Andrea Babbi. “Il portale passerà all’Enit quando il decreto del ministro sarà registrato. Sarà compito dell’Agenzia portarne avanti i contenuti. Abbiamo però già iniziato a lavorarci e a vedere cosa bisogna cambiare, dando gli input giusti. Nel dialogo che stiamo riallacciando con le Regioni – ha aggiunto – deve diventare il portale dei tanti portali regionali. Non più portale con contenuti creati appositamente, ma summa dei siti già realizzati dalla regioni”.
Nell’arco di sei mesi-un anno si vuole allineare il portale alle best practice internazionali integrandolo nella strategia digitale (in termini di contenuti, navigabilità, proposta itinerari) e utilizzandolo per attività di promo-commercializzazione.
Un passaggio che trova d’accordo Fabio Maria Lazzerini, amministratore delegato di Amadeus, società specializzata nelle piattaforme tecnologiche per il turismo, secondo il quale però bisognerebbe insistere sull’approccio business to business. “in questo momento – spiega – sarebbe opportuno avere anche un focus sulla creazione di un portale in ottica b2b, che consenta l’accesso delle strutture dell’ospitalità ai canali mondiali di distribuzione”. Una piattaforma di questo tipo è necessaria per dare visibilità al 94% delle strutture alberghiere italiane che non fanno parte di una catena e che spesso non riescono a farsi vedere su Internet. Fondamentale è poi l’attenzione al mobile. Secondo una ricerca di Amadeus, infatti, mobile check in, mobile itinerary, prenotazioni tramite smartphone o tablet e le mappe sono fra le principali esigenze dei viaggiatori.
Accanto al rilancio di Italia.it, il piano vuole favorire la nascita di un’Ota (Online travel agency) “con forte partecipazione di privati, focalizzata su servizi incoming”. Un argomento sollevato anche da Stefano Quintarelli, neo parlamentare di Scelta Civica ed esperto della Rete, che osserva: “Il Veneto è la prima regione turistica del paese: 60 milioni di presenze. Eppure il valore digitale della base di questo mercato (il Booking alberghiero) è di proprietà delle Olta (Online travel agency) che non solo sono spesso padrone dei muri digitali ma trattengono il 25/30% del fatturato come royalties. Quanto denaro perde in circolazione liquida il Veneto? E quanta Iva?”.
I tempi stimati per il commercio elettronico sono di 12-18 mesi. Per le app per il mercato straniero (azione 21) di mesi ce ne vogliono solo sei.