ricerche

Il proliferare di applicazioni ostacola la Digital Transformation

Secondo il 48% dei decisori IT la propria azienda ne ha più di quante in realtà ne necessiti e per il 57% almeno un quinto di esse sono da eliminare o sostituire. I dati di una survey Capgemini

Pubblicato il 18 Mar 2014

capgemini-140318120700

L’intreccio di applicazioni nelle organizzazioni internazionali sta diventando sempre più complesso, e di conseguenza aumenta la pressione sul reparto IT e si complica il percorso verso la Digital Transformation.

A darne evidenza lo studio Application Landscape Report 2014, condotto da Capgemini su 1.116 CIO e responsabili IT di alto livello di aziende di varie dimensioni appartenenti a una vasta gamma di settori. Il rapporto ha coinvolto 16 Paesi, con il 73% degli intervistati provenienti da economie sviluppate (Australia, Europa, USA) e un ulteriore 27% da Paesi in rapido sviluppo (Brasile, Cina, India).

In prima battuta è emerso che negli ultimi tre anni il numero di decisori IT secondo cui la propria azienda ha più applicazioni di quante in realtà ne necessiti è passato da poco più di un terzo (34%) a quasi la metà (48%). Inoltre solo il 37% crede che la maggior parte delle loro applicazioni siano mission-critical, quasi tre quarti (73%) ritiene che almeno un quinto delle proprie applicazioni aziendali abbiano funzionalità simili e che dovrebbero essere consolidate e il 57% che un quinto di queste siano da eliminare o sostituire.

Ma è anche vero che un portfolio di applicazioni non aggiornate non permetterebbe all’IT di offrire un vantaggio competitivo attraverso le tecnologie implementate – Cloud (56%), la mobility (54%), i social (41%) e i Big Data (34%) -.

Per questo è fondamentale che ci sia una razionalizzazione, che per ben il 76% dei senior decision maker IT interpellati è importante per realizzare gli obiettivi della propria azienda. Secondo Maurizio Mondani, CEO di Capgemini Italia. «In un mondo in cui le organizzazioni stanno cominciando ad abbracciare la Digital Transformation – e dipendono dalla rapida implementazione di soluzioni Mobile, social, Big Data e cloud per il vantaggio competitivo – un ambiente di applicazioni ben razionalizzato diventa improvvisamente un imperativo strategico per l’intera azienda».

Interessante infine il fatto che lo studio sottolinea come le organizzazioni occidentali scricchiolino sotto il peso delle applicazioni legacy obsolete e mai usate, mentre i mercati in via di sviluppo stanno beneficiando di un panorama IT vivace e relativamente giovane. Se da un lato Paesi come la Finlandia e la Norvegia presentano livelli di relazione tra business e IT al di sotto della media – rispettivamente solo il 64% e il 69% crede che il rapporto sia “soddisfacente” –, dall’altro per il 92% degli intervistati in Brasile, India e Cina, lo è. Secondo Mondani: «C’è sicuramente un ragionamento da fare e cioè che i mercati in forte sviluppo hanno un vantaggio significativo quando si tratta di garantire che gli ambienti applicativi siano in linea con le finalità e gli obiettivi di business. Questo potrebbe dare un vantaggio iniziale nelle iniziative di Digital Transformation e rappresentare un importante vantaggio competitivo rispetto ai loro competitor occidentali».

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 3