sono i certificati medici: secondo quanto previsto da un recente
decreto del Ministro Brunetta, diventerà gradualmente
obbligatorio l'invio online all'Inps della
certificazione medica per le assenze per malattia dei
dipendenti. L’obiettivo di questo intervento è
puntare ad una crescita dell’e-Health in
Italia che permetta non solo di procedere con il
processo di informatizzazione del comparto sanitario ma anche di
abbattere i costi strutturali e di gestione
sostenuti dalle aziende sanitarie pubbliche di almeno il
25% degli attuali 100 miliardi annui, nell’ottica
di destinare i 20/30 miliardi risparmiati ad investimenti volti
al miglioramento della qualità e dell’efficienza. Per
supportare pienamente il passaggio al nuovo sistema di
certificazione, è stato deciso a livello ministeriale di
istituire un tavolo permanente di lavoro, con
l’obiettivo di condividere una road map per monitorare
l’implementazione del sistema e di affrontare tutte le
problematiche derivanti dall’applicazione del decreto
legislativo (150/2009) relative alla trasmissione dei certificati
dei medici per via elettronica, che entrerà in vigore il 15
novembre. Una volta definito il decreto interministeriale per
individuare i parametri tecnici, dal 15 dicembre inizierà quindi
ad essere operativo il sistema di trasmissione on line.
L’idea è quella di partire in prima battuta con
l‘invio dei certificati medici all’Inps dei
dipendenti pubblici, per estendere dal 30 giugno 2010 il servizio
anche ai dipendenti privati.
Se da un lato c’è stata piena adesione degli ordini
professionali e dei sindacati dei medici, dall’altro è
vero anche che il nuovo intervento previsto dal Ministro Brunetta
si dovrà scontrare con un livello di informatizzazione
dei medici italiani ancora basso. Da una ricerca
effettuata dall’Ufficio studi del Consiglio dei Ministri,
Dipartimento per la digitalizzazione della pubblica
amministrazione e l'innovazione tecnologica, degli oltre
55mila medici di famiglia e pediatri di base solo il 40%
(2 su 5) usano internet in ambulatorio. Questo dato va
in controtendenza rispetto all’attuale rivoluzione
informatica – basata sulla tecnologia web – che ha investito
l’ambito sanitario, che tra i vari interventi prevede anche
la ricetta elettronica, la trasmissione dei dati dei pazienti
alle Asl e alle farmacie, le cure a domicilio con la telemedicina
e l’utilizzo della cartella clinica digitale.
Ma la situazione italiana poco si discosta da quella
Europea nella sua interezza. Come ha dimostrato un
sondaggio condotto dalla Commissione Europea pubblica sui servizi
elettronici di assistenza sanitaria, appena il 4% dei medici di
medicina generale scambia comunicazioni elettroniche con i
pazienti, il 6% utilizza le ricette elettroniche e il 10% scambia
elettronicamente dati con altri centri e istituzioni sanitarie.
Lo studio condotto ha inoltre messo in luce come la maggioranza
dei medici europei, pur riconoscendo i benefici derivanti
dall’e-Health principalmente in termini di aumento della
qualità dell’assistenza prestata, ha ancora difficoltà ad
adattarsi pienamente all’uso delle innovazioni digitali
soprattutto perché riscontrano una mancanza di formazione e di
supporto tecnico.