Un’azienda che ha fatto del lascito olivettiano uno dei suoi driver strategici più importanti è Zambon, gruppo chimico-farmaceutico, nato 108 anni fa a Vicenza, ed oggi forte di 21 filiali all’estero e prodotti venduti in 73 Paesi con un fatturato di circa 550 milioni di euro (2012).
Il riferimento della famiglia Zambon a Olivetti è prima di tutto nei termini usati: gli oltre 2600 dipendenti sono “collaboratori” ed HR sta per “Human Relations”, non Human Resources. Etica e business vanno di pari passo al punto che tutti i manager, oltre dal sistema di gestione dei risultati MBO, vengono valutati anche da un “Performing Coaching Dialogue” in cui si analizza soprattutto come si sono raggiunti gli obiettivi rispetto ai valori etici dell’azienda.
«Da quasi una decina d’anni – spiega Elena Zambon, presidente Gruppo Zambon – abbiamo creato un programma chiamato “Benvivere” che mira a valorizzare l’ambiente di lavoro sia negli spazi, dall’Officina della Kreatività, alla palestra, dalla sala lettura alla moderna mensa “Kitchen Open Air”, e realizzati in tutte le sedi del gruppo, sia con conferenze e approfondimenti culturali organizzati durante l’orario di lavoro a beneficio di tutto il personale. Dal mese di settembre, nello stabilimento di Vicenza è attiva la Health and Quality Factory, realizzata con un investimento di 40 milioni di euro e disegnata dall’architetto Michele De Lucchi.
Uno spazio di 43.000 metri quadrati per migliorare i luoghi di lavoro, dedicato alle attività di formazione interna ed al contempo aperto al mondo scientifico, in modo da ridurre il gap tra mondo universitario e fabbrica». L’insegnamento di Adriano Olivetti è infine presente nella cura del territorio. Dal 2008 la famiglia ha istituito a Vicenza la Fondazione Zambon Open Education (Zoé), che punta, tra le altre attività, alla crescita scientifica e culturale del territorio vicentino per migliorare la consapevolezza e la comunicazione nel campo della salute.