La migrazione al cloud è un percorso ormai intrapreso dalle aziende a livello mondiale (il 90%, secondo un sondaggio IBM). Ma quante possono parlare di vera trasformazione digitale? E perché solo il 33% ha trasferito i carichi di lavoro enterprise sulla nuvola? Spesso la risposta è nell’anello mancante: la modernizzazione delle applicazioni. Non può esserci un’efficace migrazione al cloud senza l’Application Modernization, ovvero una trasformazione graduale verso applicazioni aziendali cloud-native.
Le applicazioni modernizzate possono diventare il fattore differenziante sul mercato perché assicurano alle imprese agilità, reattività ai cambiamenti, velocità nel time-to-market e riduzione dei costi. Ma occorre una strategia mirata che eviti che la migrazione al cloud e la modernizzazione applicativa diventino una costosa complessità tecnologica.
Modernizzazione delle applicazioni. Perché farla?
La modernizzazione applicativa non significa necessariamente stravolgere le architetture esistenti. Si tratta piuttosto di un percorso di “ibridazione” in cui le applicazioni nate per i sistemi legacy vengono integrate gradualmente alle app cloud-native. Le due tipologie, a detta dei provider tecnologici e degli analisti di settore, continueranno a coesistere almeno per i prossimi dieci anni, perché i dipartimenti IT modernizzeranno in modo incrementale app e carichi di lavoro facendo leva sulle opportunità portate dai container, dall’architettura a microservizi e da Kubernetes. Utilizzando il software open-source Kubernetes, che fa da “orchestratore”, è possibile eseguire qualsiasi tipo di applicazione in container utilizzando gli stessi strumenti on-premises e nel cloud.
Perché passare da applicazioni legacy a applicazioni modernizzate? Semplice: il mercato corre e non aspetta uno sviluppo IT lungo. Il business chiede all’IT risposte rapide e costi contenuti. Le aziende devono essere competitive e gli sprechi le appesantiscono.
Le app legacy sono difficili e costose da aggiornare e scalare per la loro stessa architettura che le rende monolitiche: tutti i componenti sono forniti insieme. Un’applicazione moderna portata in un’architettura dei microservizi permette invece la gestione dei componenti in modo indipendente, abbattendo tempi e costi dell’implementazione e del ridimensionamento. Questo approccio modulare risponde alla necessità di aggiungere velocemente funzioni, migliorare le prestazioni o sostenere carichi variabili. Con app più facili da sviluppare e implementare aumenta la capacità delle aziende di innovare e arrivare al mercato prima dei loro concorrenti grazie a un collegamento più rapido e efficiente tra IT e Operations (DevOps).
Le app modernizzate sono indispensabili anche per estrarre il massimo dei benefici dalla trasformazione verso il cloud: riduzione dei costi, introduzione di nuove capabilities per il business, miglioramento di prestazioni e sicurezza, compliance e abbattimento dei rischi.
Una strategia per ridurre la complessità e chiudere il “cloud gap”
Le aziende possono usare le soluzioni di ibridazione per convertire un codice software monolitico in microservizi modulari, indipendenti e riutilizzabili che sono distribuiti su container eseguiti nel cloud.
Ma spostare un’applicazione da ambienti on-premises al cloud richiede una strategia specifica. Bisogna scegliere in modo ragionato i progetti di modernizzazione delle applicazioni in cui i vantaggi di velocità, prestazioni, scalabilità, sviluppo di nuove funzioni, e così via, siano tali da offrire alle applicazioni che vengono modernizzate un miglioramento del ROI e dell’esperienza degli utenti.
Occorrono anche soluzioni tecnologiche che aiutino le aziende a ridurre il loro “cloud gap”, ovvero la distanza che separa un’applicazione legacy dalla sua trasformazione in applicazione modernizzata e quindi dalla containerizzazione delle app.
IBM: le soluzioni consulenziali danno una roadmap di modernizzazione alle imprese
IBM, con la sua divisione dedicata alla consulenza e insieme a RedHat, fornisce servizi di modernizzazione delle applicazioni che uniscono competenze, metodi e strumenti per permettere alle aziende di determinare la strategia ideale in base alle loro esigenze. IBM utilizza la metodologia IBM Garage per creare con i clienti la roadmap ottimale per la modernizzazione e containerizzazione delle loro applicazioni legacy, in modo da assicurare un ritorno di valore e, in particolare, un’accelerazione del time-to-value degli ambienti cloud ibridi.
L’offerta in termini tecnologici si basa su IBM Cloud Pak e RedHat OpenShift Container Platform che, unita alla roadmap strategica, crea per il cliente e il suo contesto applicativo un percorso di ibridazione che integra le applicazioni legacy con quelle modernizzate e riduce gradualmente il gap verso la containerizzazione delle app. Nel container – un’astrazione del layer applicativo – le applicazioni sono gestite su un’unica piattaforma che ottimizza l’uso delle risorse e consente lo sviluppo cloud-nativo e l’ibridazione con l’ecosistema applicativo esistente. In modo incrementale le applicazioni migrano verso il cloud.
Ovviamente l’esplosione dello sviluppo di applicazioni significa per le imprese dotarsi anche di strumenti per governare la quantità e complessità di dati: qui IBM interviene con i prodotti per il multicloud management e la gestione su container e multicluster.