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I Chief Information Officer ambiscono al ruolo di CEO

I CIO sono determinati a fare carriera. Secondo uno studio di CA Technologies (società di software e soluzioni per la gestione dell’IT) che ha coinvolto…

Pubblicato il 04 Mag 2012

I CIO sono determinati a fare carriera. Secondo uno studio di CA
Technologies (società
di software e soluzioni per la gestione dell’IT) che

ha coinvolto 685 Chief Information Officer nel mondo, il
55% di loro si sente idealmente pronto a passare a funzioni di
General Management, mentre il 44% pensa di poter ricoprire il
ruolo di CEO all’interno della propria
organizzazione
.

In particolare sotto la spinta del Cloud Computing, che sta
spostando progressivamente la funzione del responsabile dei
sistemi informativi verso ambiti più strategici al servizio
dell’impresa, i CIO ritengono che siano maturi i tempi per
poter ricoprire il ruolo più alto in azienda. Entro due
anni, il 14% degli intervistati si aspetta di essere preso in
considerazione per il ruolo di amministratore
delegato
.

Ad oggi solo il 4% dei CEO era in precedenza CIO, mentre il 29%
proveniva dalla posizione di Chief Financial Officer e il 23% da
quella di Chief Operating Officer.

I CIO interpellati hanno anche ammesso di sentire
l’esigenza di acquisire nuove competenze per poter
continuare a svolgere efficacemente il loro ruolo
e
sviluppare il loro percorso di carriera: il 51% ritiene vitale
migliorare le proprie competenze in ambito commerciale, il 51%
aumentare gli skill nell’area del Risk Management, mentre
il 47% di accrescere capacità di vendita e di negoziazione.

Il modo tradizionale in cui le aziende scelgono i manager
destinati a ricoprire i ruoli cosiddetti “C Level” è
superato o richiede comunque un nuovo approccio: dalla ricerca
emerge che, fino ad ora, la promozione dei COO e CFO al vertice
aziendale (CEO) è stata la prassi più comune.

Secondo 1 CIO su 4 intervistati i membri del proprio CdA sono
“digitalmente analfabeti” e non capiscono
l’impatto delle nuove tecnologie emergenti, mentre un
ulteriore 39% ha affermato che il CdA non accoglie il
contributo proveniente dall’IT come valore aggiunto per il
business
e non risponde con sufficiente velocità alle
istanze del mercato, rischiando così di perdere opportunità di
business.

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