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Huawei: +40% in Europa nell’area enterprise

La multinazionale cinese avanza rapidamente nel segmento business. Secondo il manager europeo Kevin Tao, una delle chiavi del successo sono i centri di innovazione congiunta: fra i più recenti quello con la Amsterdam Arena, con l’Imperial College di Londra, e con Telecom Italia

Pubblicato il 23 Nov 2014

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Un incontro dedicato ai CIO organizzato ad Amsterdam è stato l’occasione per ribadire gli straordinari risultati di crescita della multinazionale cinese Huawei, fornitore di tecnologia digitale con un’offerta che spazia dai device consumer fino alle sofisticate soluzioni per i carrier. Fondata nel 1987 da un ex militare, oggi nel mondo ha 150mila dipendenti (70mila impiegati nell’R&D) e 15 Headquarter regionali e si espande con un tasso di crescita che è stato del 19% nei primi 6 mesi del 2014, su un fatturato di 39,5 miliardi di dollari registrato nel 2013. Risultati dovuti a importanti commesse per le reti LTE in Cina, ma anche alle vendite enterprise e consumer in tutto il mondo, e in particolare in Europa, che è il secondo mercato (negli Usa è stata boicottata per presunti problemi di sicurezza). I piani per il futuro sono altrettanto ambizioni: «Il mondo sta cambiando – ha affermato Kevin Tao, president, western european region -. C’è una grande opportunità e siamo pronti a coglierla: il nostro obiettivo è raggiungere i 70 miliardi nel 2018. Il focus della nostra strategia saranno i Big Data, l’Internet of Things, il Cloud, la Mobility».

La ricetta per l’Europa: le partnership con i clienti

Per il mercato europeo, l’arrivo di Huawei è stato uno tsunami. In 10 anni è passata da zero a 7.700 impiegati (850 nella ricerca) e 5,2 miliardi di fatturato nel 2013, pari a circa il 15% del totale. L’inizio è stato in sordina, con le soluzioni per i carrier. Ma poi è arrivata l’offerta per il mercato enterprise, oggi molto estesa: switch, storage, server sicurezza, networking, data center, Software Defined Network (SDN) ecc. In poco tempo, la società si è posizionata ai vertici delle classifiche dei prodotti più venduti. La stima per il 2014, fa sapere il management, è di aumentare le vendite in questo segmento almeno del 40%. ENI, UBI Banca, Monte dei Paschi, Generali sono alcuni dei grandi clienti italiani, mentre partnership strategiche sono state siglate con i principali attori dell’ICT, come Sap, Microsoft, Ibm, Accenture.

I costi minori della tecnologia cinese sono di sicuro una carta vincente, ma in una banca o in una società di Tlc non bastano i risparmi per ottenere la fiducia dei clienti. Qual è dunque la ricetta del successo?

Secondo Tao, gli ingredienti principali della strategia sono due: «Attenzione al cliente e innovazione congiunta». Oltre a grandi investimenti di marketing, che hanno creato in pochi anni un brand noto al grande pubblico: la scelta di sponsorizzare le squadre di calcio europee ha accelerato il percorso.

Destano interesse, in effetti, i 28 centri di innovazione realizzati in collaborazione con i clienti, più che la quota di fatturato, comunque consistente, destinata alla ricerca. In questi anni Huawei si è radicata nel Vecchio Continente attraverso queste partnership.

Un esempio recente è lo stadio di Amsterdam: è stato appena annunciato un progetto congiunto della durata di 5 anni, in un contesto di sviluppo della capitale olandese come smart city, che porterà a realizzare servizi per i cittadini in grado di migliorare la loro esperienza – dall’acquisto dei biglietti ai trasporti al collegamento con gli ospedali, tutto ciò che ruota intorno ai 90 minuti della partita- e ridurre l’impatto ambientale degli eventi sulla città.

“In collaborazione con Huawei abbiamo creato un innovation center e sviluppato una roadmap che nel 2020 renderà la Amsterdam arena lo stadio più smart fra tutti quelli che ospitano la Champions league. Sarà un esempio per il mondo”, ha spiegato Henk van Raan, Director Facility Management, Amsterdam ArenA. Un progetto innovativo che nasce in una città molto orientata all’innovazione digitale, che ospita il più grande nodo Internet del mondo e moltissime importanti multinazionali dell’ICT.

Un altro esempio significativo di collaborazione è in ambito Big Data: la partnership fra Huawei e l’Imperial College di Londra ha portato alla nascita del Data Science Institute, dove accademici e tecnici della società lavoreranno congiuntamente per sviluppare nuovi servizi in diversi ambiti applicativi.

In Italia, un nuovo centro di sviluppo congiunto sarà realizzato con Telecom Italia, partner da tempo dell’azienda. È recente la firma di un accordo di cooperazione della durata di tre anni per la realizzazione in Italia di un nuovo Business Innovation Center con l’obiettivo di sviluppare tecnologie e servizi innovativi per la clientela consumer e business di Telecom Italia, sia per il segmento fisso che per quello mobile. L’idea è di realizzare un luogo dove si potranno toccare con mano i servizi, unendo alla fase di sviluppo quella esperienziale del cliente.

Vicino a Milano, la multinazionale cinese gestisce anche il centro di Ricerca & Sviluppo sulle tecnologie Microwave, che è anche il primo esempio di Centro Globale di competenza di Huawei al di fuori della Cina. Il centro, che impiega oggi un centinaio di persone, è nato nel 2008 come polo di Ricerca e Sviluppo e ha progressivamente ampliato il suo ruolo inglobando anche le funzioni di marketing, solution sales, service, fino alla decisione dell’azienda di delocalizzare le attività Microwave a Milano, attribuendogli funzioni di quartier generale, con responsabilità a livello globale, facendo del capoluogo lombardo la capitale mondiale delle microonde nell’organizzazione di Huawei.

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