Siamo nel 2015 e le Unified Communications and Collaborations (UCC) non sono certo un concetto nuovo.
Ma nonostante siano passati oltre 10 anni dalla data del suo primo lancio sul mercato, stiamo assistendo ancora, da parte delle aziende, ad una chiara difficoltà nel mettere in atto una precisa strategia UCC, soprattutto per quanto riguarda il segmento enterprise.
Ma qualcosa sembra finalmente muoversi verso una nuova fase evolutiva. Infatti, come afferma uno studio di Ovum: il 78% dei responsabili degli acquisti indica di avere un piano strategico e del budget allocato per almeno alcune componenti UCC.
Un recente studio di IDC mostra che la domanda di mercato espressa dalle aziende italiane si è attestata sui 302 milioni di euro nel 2013 e prevede che crescerà nei prossimi 4 anni sino a 493 milioni di euro, con incrementi medi annui intorno al 13% e una progressione simile a quella dei più evoluti Paesi Europei.
Una crescita che probabilmente è dovuta al fatto che le Unified Communications vengono sempre più viste come un’opportunità strategica da molte grandi aziende, un’opportunità che però, nello stesso tempo, mette sotto pressione i decision maker che dovranno dimostrarne la convenienza in termini di ROI.
I vincoli di budget sempre più frequentemente imposti ai dipartimenti IT rappresentano infatti un ostacolo, soprattutto quando i ritorni sull’investimento sono difficili da quantificare perché di natura “soft” (come una maggiore produttività individuale o una migliore condivisione di tutte le risorse disponibili in azienda). E soprattutto quando l’implementazione di queste soluzioni tecnologiche impatta su tutta l’organizzazione aziendale.
Quali devono essere, quindi, gli elementi da prendere in considerazione per scegliere un’efficace soluzione UCC?
Nel momento in cui decideranno di adottare una soluzione UCC, i decision maker dovranno sicuramente considerare 4 punti essenziali:
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Scalabilità.
La soluzione ottimale, per le aziende di qualunque dimensione deve essere scalabile, e quindi in grado di accompagnarle nel loro percorso di crescita, senza per questo intaccare l’infrastruttura IT già esistente. Una cosa fondamentale però da ricordare è che la scalabilità delle soluzioni offerte dai vari provider dipende molto dalla capacità e dalla disponibilità dell’infrastruttura che tali provider possono mettere a disposizione delle aziende e in che tempi.
In altre parole prima di scegliere una soluzione tecnologica meglio valutare bene l’infrastruttura che la sostiene.
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Integrazione.
Una soluzione di UCC efficiente deve essere realmente integrabile e condivisibile da tutte le diverse tecnologie e/o apparati già presenti in azienda, garantendo quindi forte interoperabilità con l’interno dell’azienda e con i suoi fornitori, partner e clienti. Ma non solo, un’interoperabilità che possa garantire all’utente un passaggio “indolore” da una funzione all’altra o da un dispositivo ad un altro.
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Flessibilità.
Una soluzione flessibile deve poter garantire all’azienda che la adotta il giusto grado di modularità necessario a supportare l’evoluzione del business, consentendo, quindi, una collaborazione integrata tra personale, sedi e banche dati secondo le reali esigenze aziendali nel momento in cui queste si manifestano.
E’ quindi fondamentale che le aziende esigano dai loro fornitori un’infrastruttura e soluzioni as a service che consentano la fruizione dei servizi in modo flessibile e facilmente adattabili alle molteplici esigenze dei dipendenti e delle applicazioni business.
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Semplicità nel processo di migrazione.
Una soluzione di UCC deve garantire una migrazione agevole fornendo vantaggi sia in termini di business performance che di benefici economici sin dal primo giorno di esecuzione.
La migrazione di infrastrutture complesse richiede un progetto accurato e un team di lavoro dedicato e competente che garantisca il mantenimento di continuità di esercizio per i clienti nei vari task di migrazione e integrazione tra le tecnologie.
Bisogna infine tenere bene a mente che, in un periodo di grossi cambiamenti economici, come quello attuale, si tende ad acquistare in ottica di unico investimento un sistema di comunicazione e collaborazione che sostituisca completamente la telefonia tradizionale.
Ma non si tratta semplicemente di sostituire una piattaforma con un’altra più nuova, quanto piuttosto trovare la soluzione migliore per le specifiche esigenze aziendali e avendo ben chiari in mente gli obiettivi di business. Comunicare maggiormente con i nuovi strumenti aiuta il business a crescere in una naturale transizione verso il digital working space.
Quando poi riusciremo ad integrare anche le potenzialità del Cloud in questi servizi l’evoluzione sarà completa. Al momento una discreta percentuale (36%) delle applicazioni UCC sono premise-based (fonte Ovum), ma gestite da una terza parte. Questo fa ben sperare per una veloce integrazione, e i provider in grado di fornire servizi integrati di Cloud e piattaforme di Collaboration e Comunication potrebbero rappresentare i partner giusti da scegliere.
*Marketing Manager Interoute