Sono tante le priorità che le aziende dovranno affrontare nel 2022 e oltre. C’è il tema people, quello della trasformazione del business, c’è l’innovazione che sta diventando sempre più pervasiva. Non solo, c’è anche il governo delle tecnologie e poi il grandissimo tema della sostenibilità che è oramai all’ordine del giorno per tutte le organizzazioni. Con Matteo Giovanditti, CEO di Alterna, abbiamo cercato di dare degli spunti utili alle aziende stanno cercando di capire su quali dimensioni si dovranno muovere in modo concreto nel prossimo futuro; dimensioni che riguarderanno sia le organizzazioni stesse, ma anche i partner di business come Alterna.
Sostenere la trasformazione nei tempi e nei modi corretti
Il primo grande tema è quello del tempo. «È un tema spinoso per le aziende soprattutto per quanto riguarda la sua declinazione corretta – ribadisce Giovanditti -. Tempo vuol dire capacità di sostenere i percorsi delle aziende nei tempi e nei modi corretti: le organizzazioni vogliono perseguire il loro percorso di cambiamento in modo sicuramente molto veloce e agile. Complice anche la pandemia, che ci ha sicuramente messi nelle condizioni di ragionare in termini diversi, con un’apertura mentale e una capacità di resilienza diverse, entrando nell’ottica di un cambiamento continuo».
Quindi il vero tema per le aziende oggi è governare la trasformazione e non subirla.
Come ribadisce il CEO, «in questi contesti hanno un ruolo centrale le soluzioni tecnologiche che consentono di cogliere il grande vantaggio derivante da un approccio taylor made alle proprie esigenze».
Un esempio sono le soluzioni di settore personalizzate di Microsoft, realizzate nel corso degli ultimi due anni, che riescono a coniugare necessità organizzative, flussi di lavoro e capacità analitica in modo molto specifico calandolo sul contesto industriale. «È una sorta di multi-cloud – ricorda Giovanditti -, perché abbracciano in effetti più piattaforme cloud dell’offerta Microsoft. Tuttavia, la cosa più affascinante è che in realtà si integrano anche con l’esistente, quindi qualsiasi azienda può utilizzarle».
Ma per cogliere le opportunità con agilità e con la necessaria velocità si deve lavorare, secondo il manager, sulla capacità di abbattere i silos, quindi di creare dei modelli condivisi che consentono di accedere e utilizzare i dati sui quali si innestano i processi specifici tipici, tutti però sorretti da un’architettura e un orientamento fortemente digitale.
La sostenibilità deve diventare una priorità per tutte le organizzazioni
«Il tema della sostenibilità è oggi presente nelle agende di tutte le aziende – ribadisce Giovanditti -. Già da qualche anno le organizzazioni hanno mostrato il loro interesse in tal senso, prevedendo dei programmi che dichiaravano obiettivi per il 2030, il 2040 o il 2050. Si trattava però di programmi a lungo termine, che in qualche modo vedevano l’impegno sempre più in là nel tempo. Oggi la sostenibilità, dopo la pandemia, è diventata un tema dominante, al punto che i CEO lo ritengono centrale per il successo dell’azienda nei prossimi anni».
Si tratta quindi di un obiettivo che deve rientrare tra le priorità di tutte le organizzazioni. E anche in questo caso Microsoft è stata lungimirante. La sua soluzione Cloud for Sustainability consente, infatti, di certificare il footprint e l’impatto sull’ambiente, di strutturare i piani d’azione per la riduzione delle emissioni e di comprendere i cambiamenti da apportare (prima di tutto culturali) misurandone poi gli effetti. «La soluzione permette di rendicontare continuamente e apprezzare i progressi e i benefici in termini di riduzione dei consumi piuttosto che di adozione di energie con un impatto sicuramente più basso – ricorda il CEO di Alterna -. In Cloud for Sustainability c’è tutta la passione Microsoft e c’è il Cloud, c’è l’ambiente e c’è Azure, permette così ai vendor di arricchire sempre di più la soluzione, attraverso un patrimonio di dati che sempre di più si sedimenterà nell’ambito storage e nella stessa architettura. E guardando al futuro c’è l’aspettativa che questa soluzione sarà sempre più un valido supporto per le aziende che lo abbracceranno, magari nei prossimi anni, perché si arricchirà di comportamenti, di analisi, di insight intelligenti».
Ma Giovanditti ha sottolineato che il tema della sostenibilità può essere visto anche con una luce ancora diversa: «Prima parlavamo di velocità e quindi di stress. Per quanto riguarda alcuni cambiamenti, abbiamo visto, nell’ultimo periodo, una grande tensione positiva a fare qualcosa di rapido; quindi, di sostenibile anche per quanto riguarda i percorsi di attraversamento, di messa a terra, anche culturale, nelle aziende».
Secondo il manager sono due i filoni che hanno preso piede negli ultimi mesi: da una parte c’è la crescente attenzione alla dimensione dell’esperienza del cliente e dall’altro il tema della Supply Chain resiliente, adattativa. In particolare, rispetto al primo punto l’esperienza del cliente è stata completamente ridisegnata. «Abbiamo visto che il mondo del fashion e del retail, che sicuramente sono stati tra quelli più colpiti dalla Pandemia, oggi stanno beneficiando di questa grande trasformazione. L’omnicanalità diventata pervasiva: c’è uno stress positivo sul cliente, che trova il fondamento sulla capacità ancora una volta di utilizzare i dati e quindi le informazioni di valore per impostare dei percorsi quanto più possibile personalizzati e, soprattutto, per capire in anticipo i suoi bisogni e cercare di soddisfarli su qualsiasi tipo di canale. È un tema che noi presidiamo bene in quanto integratore che lavora sulla piattaforma Microsoft Dynamics 365: ai nostri clienti proponiamo alcune applicazioni specifiche che supportano CX e Customer Journey, dai Customer Insights all’Orchestration Journey, che ci mettono nelle condizioni di raccogliere il valore dei dati che noi capitalizziamo per i nostri clienti: è così che si riesce a proporre soluzioni personalizzate in linea con le aspettative del cliente; ancora una volta, su qualsiasi tipo di canale», ribadisce Giovanditti.
E per quanto riguarda il tema della Supply Chain resiliente sottolinea che oggi il sistema impresa richiede più agilità nell’interpretazione del contesto e nella ripianificazione, partendo da analisi puntuali sull’impatto che c’è lungo l’intera filiera. Questa è sicuramente una dimensione su cui lavorare, valutando anche la convenienza di adottare un modello in-source, ma è anche vero che si deve sempre ricordare che esistono anche dei vincoli molto forti difficili da superare nell’immediato e che pregiudicano in parte la fluidità e la puntualità della fornitura, basti pensare al caso in cui alcune materie prime o prodotti sono nelle mani di un unico fornitore.
Accompagnare le persone nel cambiamento: tanti i temi aperti
«Quello delle persone è un tema di grande attenzione per tutti – ribadisce Giovanditti -. È qui che si gioca la rivoluzione più profonda, perché c’è un impatto sulla natura del rapporto dal lavoro. Ecco perché questa dimensione richiede più di altre di accompagnare il cambiamento nel modo adeguato. Il mio augurio è che domani si possa parlare tutti quanti semplicemente di workers senza il suffisso “smart”, perché il nuovo modo di lavorare entrerà praticamente nella vita di ciascuno di noi».
Tanti i temi da tenere in considerazione: non c’è solo il burnout, ma sentiamo spesso parlare anche di Great Reshuffle e Great Resignation. «Nessuno di noi era preparato a quello che sarebbe accaduto e la velocità con cui abbiamo dovuto interpretare il cambiamento è sicuramente stata dirompente. Ecco perché ora è necessario lavorare sulla rivisitazione dei modelli organizzativi (e prima ancora dei modelli culturali), che devono rafforzare l’aspetto della collaborazione, che può avvenire in un luogo, che può essere fisico piuttosto che digitale. Nel farlo la cosa principale è partire da un presupposto importante: il lavoro ibrido c’è e ci sarà per sempre, questo è comunque un dato di fatto», afferma il CEO.
La domanda corretta da porsi è quindi come si deve intraprendere questo tipo di nuovo percorso che è sicuramente affascinante di cui, però, stiamo vivendo anche alcuni effetti indesiderati negativi che purtroppo incidono sulle persone, andando a scoraggiarle, a disingaggiarle rispetto all’obiettivo, al purpose dall’azienda? Quello che le aziende dovranno capire è come tenere le persone ingaggiate e motivate, come alimentare una cultura sempre positiva, come portare a bordo i talenti e metterli nelle condizioni di essere formati e di attingere alle informazioni in modo corretto.
«Le piattaforme, le tecnologie per fortuna ci sono e Microsoft ha fatto un’operazione incredibile partendo dall’osservazione di quello che stava succedendo all’interno della sua organizzazione: ed è proprio da qui che è nata la piattaforma di employee experience Microsoft Viva, che ha un’ambizione: “Empower every person to achieve more”. E poi c’è il Cloud di Microsoft, che riesce a coniugare bene l’organizzazione, le persone con la capacità di comunicare, di collaborare, di creare in maniera sicura e protetta. Abbiamo, quindi, un’infrastruttura sicuramente all’avanguardia, però dobbiamo lavorare tantissimo sui modelli culturali, investire nelle nostre persone, accompagnare i nostri manager e i leader in questi percorsi di cambiamento. Anche i modelli culturali vanno ridisegnati verso questo nuovo orizzonte», conclude Giovanditti.
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