“Tutti sappiamo che non c’è innovazione vera senza competenze”. Lo ha dichiarato il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, in un video-messaggio del 28 settembre scorso diffuso in occasione dell’evento “Digitale Popolare”[1]. Il concetto è particolarmente urgente in ambito health, soprattutto dopo che la pandemia da Covid-19 ha messo in luce i vantaggi legati all’utilizzo degli strumenti offerti dalla digitalizzazione, ma ha anche confermato la carenza di professionisti sanitari adeguatamente formati. Se ne parlerà a FORUM PA Sanità 2021 il 27 e il 28 ottobre.
Il PNRR rappresenta una grande opportunità, per le risorse messe in campo e perché punta a imprimere una forte accelerazione al processo di digitalizzazione del Sistema sanitario italiano e la transizione verso la Connected Care in un Paese che corre a due velocità a causa delle differenze tra le regioni. Ricordiamo i tre punti fondamentali del Governo sullo sviluppo del SSN:
- prossimità, per un SSN sempre più capace di rispondere ai bisogni reali di salute della popolazione italiana e degli stranieri in Italia;
- innovazione tra nuove tecnologie e nuovi approcci assistenziali basati sulla multidisciplinarietà;
- formazione adatta alle esigenze di conoscenza dei professionisti sanitari e non solo od esclusivamente dei centri formativi.
Il PNRR in particolare prevede (Missione 6, Componente 2, Investimento 2.2) “l’attivazione di un percorso di acquisizione di competenze di management per professionisti sanitari del Ssn, per prepararli a fronteggiare le sfide attuali e future in una prospettiva integrata, sostenibile, innovativa, flessibile, sempre orientata al risultato” e un “programma di assegnazione di borse di studio ed erogazione di corsi di formazione specifici da realizzare entro l’orizzonte del PNRR (metà 2026)”. Il costo complessivo è stato stimato in 74 milioni di euro, ma la proposta non è esente da critiche.
Filippo Anelli, presidente della Federazione degli Ordini dei medici – Fnomceo, ritiene che non basti investire nella tecnologia e nell’innovazione: è necessario puntare sul personale sanitario: “Non c’è molto se non l’aumento dei posti di specializzazione e della medicina generale”, si legge in un articolo di Money dell’1 ottobre 2021. Bisognerebbe, secondo Anelli, “programmare e puntare sugli specialisti, figure al momento mancanti”.
Intelligenza artificiale, telemedicina, diagnostica avanzata, dispositivi smart per la cura delle patologie croniche… Sono solo alcuni esempi di quello che può fare oggi la Sanità grazie alle nuove tecnologie. Software e hardware sofisticati, tuttavia, hanno bisogno necessariamente di persone che li conoscano e li sappiano utilizzare al meglio. La formazione digitale rappresenta dunque la chiave per un ulteriore miglioramento dei servizi sanitari e per la realizzazione degli obiettivi dell’approccio One Health.
C’è ancora molto da fare su questo tema. Secondo una recente ricerca pubblicata dall’Istituto Superiore di Sanità[2], in un sondaggio che ha coinvolto 362 giovani medici italiani, solo il 13% ha dichiarato di avere esperienza in big data durante attività cliniche o di ricerca, il 13% in tecnologie -omics e modelli predittivi, il 13% in intelligenza artificiale, il 6% in internet of things, il 22% ha sperimentato almeno uno strumento di telemedicina. Il 23% degli intervistati ha ammesso che, durante le proprie attività cliniche, effettua una raccolta dati cartacea.
E ancora: secondo la ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano pubblicata il 26 maggio scorso, le competenze digitali dei professionisti sanitari rimangono un obiettivo da cogliere: il 60% dei medici specialisti e dei medici di medicina generale (MMG) ha sufficienti competenze digitali di base (Digital Literacy), legate all’uso di strumenti digitali nella vita quotidiana, mentre solo il 4% ha un livello soddisfacente in tutte le aree delle competenze digitali professionali (eHealth Competences). Ancora oggi pochi medici hanno ben chiara la differenza tra App per la salute e Terapie Digitali (24% dei MMG e 32% degli specialisti).
In un’audizione al Senato del 13 aprile 2021, Gregorio Cosentino, presidente di ASSD – Associazione Scientifica per la Sanità Digitale, ha dichiarato che “le professioni sanitarie riconoscono il ritardo persistente del processo di radicamento dei sistemi digitali nei percorsi assistenziali, a causa della carenza di una massa critica sufficiente di investimenti economici e della mancanza di una riprogettazione profonda dei processi organizzativi. E della mancanza di competenze digitali”.
Se da un lato occorre dunque colmare il gap delle competenze tecnologiche, dall’altro nuove figure professionali emergono all’orizzonte. Dall’esperto di deep learning al chirurgo e al terapeuta formati in realtà aumentata o virtuale, ai tecnici specializzati in bioprinting, all’analista di big data sanitari. Sono solo alcuni esempi, citati in un articolo di Futuro Prossimo del 12 maggio 2021, di un panorama di risorse umane in rapida evoluzione.
Le competenze sono essenziali per prosperare in un mondo del lavoro e in una società digitali, sottolinea l’OCSE, rammentando però che i Paesi non sono tutti preparati nello stesso modo per raccoglierne i frutti.
Il tema delle competenze sarà al centro di diversi incontri di FORUM PA Sanità 2021, evento digitale organizzato da FPA e P4I-Partners4Innovation, società del Gruppo DIGITAL360, in programma il 27 e il 28 ottobre. In particolare il 27 ottobre si terrà l’appuntamento Competenze digitali: un investimento necessario per realizzare One Health, che vedrà un confronto tra decisori delle strutture sanitarie, esperti e manager delle imprese del settore. Gli appuntamenti di FORUM PA Sanità 2021, tutti gratuiti, saranno trasmessi in streaming sulla piattaforma di diretta di FPA, per seguirli è necessario accreditarsi dal sito dell’evento.
- “Colao: Non c’è innovazione senza competenze”, Adnkronos, 28 settembre 2021 ↑
- “COVID-19 and digital competencies among young physicians: are we (really) ready for the new era? A national survey of the Italian Young Medical Doctors Association” Ann. Istituto Superiore Sanità 2021, Vol. 57, No. 1 ↑