In molti già lo chiamano il “secolo veloce”. Certo è che tutto oggi accade a ritmi serrati e il tempo è la risorsa più scarsa per tutti i manager. «Il contesto in cui oggi operano le aziende viaggia a una velocità senza precedenti – afferma Marco Fanizzi, CEO di EMC –. Da tempo ormai, EMC sostiene l’ingresso dell’intera società in una nuova era, quella dell’Information Generation». Secondo il manager, si tratta di uno scenario in divenire, in cui entro il 2020, esisteranno oltre 7 miliardi di persone a livello globale, 10 milioni di aziende, almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici connessi al web e 44 zettabyte di dati: elementi che stanno già radicalmente cambiando ogni aspetto della vita quotidiana e di quella lavorativa. In questa sorta di “nuovo mondo”, i clienti chiederanno un accesso più veloce ai servizi e le aziende dovranno essere in grado di garantirlo 24/7.
Fanizzi si dice convinto che per descrivere i trend tecnologici del 2016, non si possa fare altro che tenere in considerazione questa premessa: le aziende devono avviare o completare
la propria trasformazione digitale e devono, al contempo, porre maggiore enfasi sull’aspetto della sicurezza dei dati. «Oggi gli Amministratori Delegati sono più consapevoli del valore del business digitale e dell’importanza dei dati prodotti, ma tuttavia non tutti hanno avviato azioni concrete volte alla creazione di un team focalizzato sullo sviluppo di una vera e propria agenda digitale trasversale su tutta l’azienda – sostiene Fanizzi -. Il 2016 sarà l’anno di svolta: siamo convinti, infatti, che il Chief Digital Officer diventerà la figura chiamata a gestire il processo di digitalizzazione dell’azienda, facendo leva sulla tecnologia di nuova generazione per creare soluzioni più intelligenti, erogando un migliore servizio per i clienti».
Il secondo aspetto che nel corso di quest’anno avrà una fase di ulteriore sviluppo è il tema della sicurezza. «Il Dark Web – quello spazio virtuale dove i malintenzionati organizzano azioni illegali di vendita – passerà da essere stato nel 2015 uno strumento utile per i cyber-criminali a fonte di sicurezza nel 2016. Le aziende, infatti, saranno sempre più propense – nell’attuale Universo Digitale – a investire in tecnologia di ultima generazione per minimizzare i rischi derivanti da falle nella sicurezza». In che modo? Cercando i dati nel posto in cui vanno dopo essere stati rubati: il dark web. Nel 2016, strumenti software-driven setacceranno il dark web alla ricerca delle informazioni rubate e ridurranno la durata delle falle nella sicurezza, incrementando la deteriorabilità dei dati rubati.