Unicredit e IBM hanno annunciato la creazione della joint venture Value Transformation Services (V-TServices), a cui verranno conferite tutte le attività di gestione delle reti e infrastrutture informatiche della banca. La nuova società prevede una quota del 51% per IBM e del 49% per Unicredit, avrà sede principale in Italia, sei data center (2 in Italia, 2 in Germania, 2 in Austria), e circa 1000 dipendenti, tra esperti di IT e di processi di business, in 6 Paesi europei (Italia, Germania, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria), di cui circa 300 provenienti da IBM e circa 700 da UBIS, la società di servizi di Unicredit.
“Ogni giorno Unicredit deve gestire 1,2 milioni di transazioni ATM, 3 milioni di pagamenti, 6,5 milioni di transazioni su conto corrente, che avvengono su sempre più canali, tra cui web e mobile: è un’enorme complessità, e la nostra prima priorità è stata trovare un partner che faccia queste cose per core business, e con cui condividere la gestione della complessità e i relativi rischi – ha detto Paolo Fiorentino, vice direttore generale di Unicredit, alla conferenza stampa di presentazione di V-TServices -. La nostra seconda priorità è avere accesso a processi e tecnologie innovative, e il risparmio di costi viene solo a terzo posto”.
In programma anche “il più grande progetto cloud in ambiente distribuito”
Fiorentino ha anche precisato che i software applicativi rimangono di competenza di UBIS all’interno del gruppo, “perché li riteniamo differenzianti rispetto alla concorrenza, mentre l’infrastruttura è una commodity: è fondamentale per il nostro funzionamento ma non è un elemento qualificante della nostra offerta”. Poi ha sottolineato che Unicredit ha altre joint venture del tutto simili, con il partner al 51%, nella gestione delle paghe (con Accenture) e nel pagamento delle fatture (con HP), “ma questa nell’IT può fare scuola in Europa: altri come BNP Paribas e Deutsche Bank hanno fatto cose del genere, ma non con un perimetro così ampio”.
L’ambito d’azione iniziale di V-TServices quindi è la gestione dell’infrastruttura tecnologica di UniCredit, sulla base di un contratto decennale da cui la banca si aspetta risparmi netti complessivi per 725 milioni di euro. “Le priorità sono l’ottimizzazione dell’area mainframe, e della gestione di storage e network, e poi il più grande progetto cloud in ambiente distribuito mai fatto”, ha detto Giovanni Linzi, amministratore delegato della joint venture, che proviene da IBM.
In un secondo tempo l’intenzione è di ampliare l’ambito d’azione al di là del ‘captive’, ha spiegato Massimo Schiattarella, il direttore generale di V-TServices, rivolgendosi anche a banche di dimensione media ed enti della Pubblica Amministrazione. “Faremo valere il nostro know-how di gestione infrastrutturale e migrazione di sistemi informativi, il target principale sono quelle 15-20 banche tra i 200 e i 700 sportelli, troppo grandi per rivolgersi a fornitori di servizi locali, e troppo piccole per migliorare l’efficienza da sole”.