«E’ un momento positivo per le startup in Italia: le istituzioni mostrano un impegno concreto, e le iniziative e i soggetti coinvolti sono in continua crescita, ma il Politecnico di Milano in questo campo può fornire un contributo assolutamente unico, con la sua rete di scuole di formazione, programmi di imprenditorialità, centri di ricerca, laboratori, esperienze dei docenti e consorzi di ricerca applicata, ».
Così Giampio Bracchi, Presidente di Fondazione Politecnico e di PoliHub, ha aperto stamattina la presentazione della nuova sede di PoliHub, l’incubatore del Politecnico di Milano, gestito dalla Fondazione Politecnico con il contributo del Comune di Milano, alla presenza dei rappresentanti delle istituzioni milanesi e non (Politecnico di Milano, Camera di Commercio, Regione Lombardia, Ministero dell’Istruzione Università e Ricerca).
Il nuovo PoliHub si estende su 3.000 metri quadri nel Campus Bovisa, attrezzati con le più avanzate tecnologie: è un nucleo intorno al quale sta sorgendo il primo distretto tecnologico milanese, e dove già sono operative 39 startup, mentre altre 20 sono in fase di valutazione. L’obiettivo però è di arrivare a 100 startup nei prossimi tre anni, grazie anche all’apertura di due sedi distaccate presso ComoNext e il Campus di Cremona.
PoliHub, spiega un comunicato, è nato per supportare le startup altamente innovative in tutto il loro ciclo di vita, a partire dalla fase di ideazione, con un programma integrato di sviluppo imprenditoriale, un potente network di relazioni verso il mondo industriale, finanziario ed accademico, a partire dalle competenze del Politecnico di Milano, e spazi fisici modulari, specifici per ogni singola startup con servizi innovativi e condivisi (tecnologici, amministrativi, legali, di comunicazione e pubbliche relazioni).
La nuova sede, ha spiegato Giovanni Azzone, Rettore del Politecnico di Milano, segna una decisiva evoluzione rispetto all’Acceleratore d’Impresa del Politecnico, attivo dal 2000. L’obiettivo di aiutare le diverse startup a “contagiarsi” reciprocamente attraverso lo scambio di esperienze, la condivisione di conoscenze e il confronto tra gli imprenditori, così da creare un ecosistema capace di attrarre imprese all’avanguardia nei settori hi-tech e dar vita nel Campus Bovisa a un vero distretto tecnologico milanese. «La missione principale del Politecnico in questo momento è di contribuire a far crescere lo sviluppo e l’occupazione nel Paese: non possiamo semplificare le procedure o cercare finanziamenti, ma possiamo creare un ambiente favorevole all’innovazione».
La nuova sede è quindi una tappa fondamentale di un percorso che vede il Politecnico nel ruolo di incubatore già da molti anni, con risultati del tutto rilevanti. Dal 2000 sono state raccolte più di 5.000 idee e incubate oltre 100 start up altamente innovative, l’83% delle quali ancora in attività. I concorsi promossi con partner ICT di primo piano hanno prodotto per esempio 90 progetti valutati a Smau Mobile App, 75 fatti pervenire a IBM, 41 a SAP, fino alle 69 idee di Switch2Product, che è la competizione interna di PoliHub. PoliHub inoltre è stato classificato al 9° posto in Europa tra i principali incubatori d’impresa universitari secondo la classifica svedese UBI Index (University Business Incubator).
Nella più recente edizione di Switch2Product, la prima classificata FABtotum, con un concetto rivoluzionario di fabbricatore 3D, è stata la startup ad aver ottenuto il record europeo di finanziamento attraverso crowdfounding, mentre la seconda classificata Beast Technologies, startup che ha ideato un sensore che permette di misurare in modo innovativo le performance degli atleti in palestra, è stata scelta dalla Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) per una collaborazione in occasione dei Mondiali di Calcio 2014 in Brasile.
«Delle 39 startup che PoliHub sta supportando in questo momento, alcune sono spin-off accademici, altre sono nate dalle nostre competizioni e dai programmi di empowerment, e alcune sono aziende già fondate che hanno scelto di trasferirsi nel nuovo distretto per la sua capacità unica di combinare le migliori competenze tecnologiche con la creatività e l’energia dei giovani – ha detto Stefano Mainetti, Consigliere delegato di PoliHub -. Gli imprenditori hanno un’età media di 32 anni e il 72% dei fondatori sono ex studenti del Politecnico: oggi PoliHub riflette la volontà di rimboccarsi le maniche e cominciare a ricostruire trasformando il potenziale dell’innovazione tecnologica in valore concreto per la società».
Infine per quanto riguarda le istituzioni, quella più in primo piano è senz’altro il Comune di Milano, che come detto contribuisce con la Fondazione Politecnico di Milano alla gestione di PoliHub. «Questa nuova sede, realizzata con il contributo del Comune di Milano, contribuirà a rafforzare i già ottimi risultati raggiunti da Milano negli ultimi anni a sostegno delle giovani imprese che hanno fatto della città la capitale delle startup italiane», ha detto l’assessore alle Politiche del Lavoro e Università Cristina Tajani.
Nel dettaglio, gli azionisti di PoliHub sono Fondazione Politecnico di Milano (che detiene la metà del capitale sociale), CEFRIEL, MIP e POLI.design, mentre tra i partner figurano Microsoft, Epson, Fastweb, National Instruments, Fondazione Everis, Club Italia Investimenti 2, Fondazione 2015, P101, United Ventures, IAG, Fondazione Cariplo, Fondazione Banca del Monte di Lombardia e CheBanca!