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Phoenix, ecco come Venture Thinking farà crescere le PMI nel post-lockdown

Il new normal è fatto di sfide economiche: il programma di accelerazione di Venture Thinking punta a un apporto multidisciplinare di imprenditori e filosofi perché solo pensando “out of the box” si trovano nuovi modelli di business. E non per la singola impresa ma per l’intero ecosistema: le parole chiave sono networking ed innovazione solidale

Pubblicato il 03 Ago 2020

Phoenix

L’accelerazione di idee non basta: per far crescere una PMI un programma di formazione digitale e di business deve guardare all’applicazione concreta dei modelli e delle soluzioni. È questa filosofia che rende unico il programma di accelerazione Phoenix creato dal think-action tank Venture Thinking con la collaborazione di IESE, la rinomata Business School spagnola, l’Università Campus Biomedico di Roma, eccellenza nella ricerca in ambito organico, e eFM, l’azienda della trasformazione digitale degli ambienti di lavoro.

Le priorità delle PMI, nella fase post-lockdown che ha aperto a un new normal di sfide economiche, sono la gestione della complessità, la resilienza finanziaria e commerciale e la digitalizzazione ed è qui che interviene Phoenix, “un network di qualità e di competenze eterogenee che punta alla concretezza, non un semplice programma di formazione”, sottolinea Daniele Di Fausto, fondatore di Venture Thinking e CEO di eFM.

L’obiettivo del programma, lanciato il 2 maggio e la cui prima edizione executive è fissata per il prossimo autunno, è il trasferimento di competenze da grandi aziende partner verso aziende più piccole ma anche e soprattutto tra le PMI stesse, per rafforzare le filiere e creare ecosistemi solidali. Altrettanto importante è l’evoluzione dei modelli di business, perché è entrando in un nuovo modo di fare impresa che le idee e le competenze diventano crescita e competitività. “Non da ultimo Phoenix punta sulla condivisione delle best practice e dei casi d’uso: viene data visibilità a quanto prodotto col programma per aiutare le PMI a farsi conoscere”, evidenzia Di Fausto.

Pensare out of the box

Venture Thinking è un think-tank di filosofi e imprenditori. Il binomio non deve stupire: ogni crisi crea delle opportunità che si colgono solo se si è capaci di guardare oltre i propri confini. Molte discipline, apparentemente lontane dall’imprenditoria, la finanza o la digitalizzazione, permettono di pensare “out of the box”, apportando stimoli e competenze dall’esterno per trovare nuove idee e crescere. In quest’ottica anche i Big data diventano un nuovo modo di vedere e pensare il futuro.

“Aiutiamo le PMI a far evolvere concretamente e velocemente il modello di business, perché il mercato è in costante trasformazione”, afferma Di Fausto. “Phoenix è un acceleratore in cui, in poche settimane, si analizzano i modelli di impresa per passare subito ai test delle soluzioni trovate e all’implementazione del nuovo modello. In questo percorso le PMI sono affiancate dai nostri partner dell’industria e della ricerca”.

Phoenix mette in evidenza il concetto di venture thinking più che di venture capital. Mentre il primo punta sulla singola azienda o sulla singola idea, “il venture thinking investe sull’ecosistema, mette le aziende in contatto”, spiega Di Fausto. “Il nostro approccio si discosta anche da quello di open innovation, in cui tipicamente aziende più grandi acquisiscono una start-up che introduce l’innovazione di cui hanno bisogno”, continua il top manager. “Noi invece guardiamo a tutte le PMI per creare innovazione a livello di ecosistema. Le collaborazioni sono molto più estese e il metodo è quello della innovazione solidale: si collabora e si trasferiscono le best practice per trarre il massimo beneficio per le imprese e la filiera. Infine, l’innovazione creata con Phoenix diventa case history da pubblicizzare, nutrendo, ancora una volta, un ecosistema di best practice”

Le tappe del programma

Questa formula innovativa ha permesso a Venture Thinking di imporsi come il più grande evento digitale su tematiche di business durante il periodo di lockdown. L’evento di lancio ha raccolto circa 40 top speaker nazionali ed internazionali e raggiunto oltre 500.000 persone fra sito web, social network, Class CNBC, Milano Finanza, Sky.

Le prossime tappe prevedono 3 edizioni executive, la prima in partenza il prossimo autunno, 10 settimane per corso e 12 mesi di membership: ogni PMI partecipa all’ecosistema per almeno un anno.

Tra i principali venture thinkers che partecipano ci sono Jeffrey Pfeffer, professor of Organizational Behavior della Stanford University e visiting professor IESE, Stefano Zamagni della Pontificia Accademia delle scienze sociali, l’economista Enrico Giovannini, Yago de la Cierva della IESE Business School, Marco Bentivogli esperto di politiche del lavoro e già Segretario Generale Fim Cisl. Il network è internazionale, perché – sottolinea Di Fausto – “la crisi è globale e anche la soluzione è globale. Se una PMI vuole percorrere la via dell’internazionalizzazione, Phoenix ha gli strumenti per sostenerla”.

Imparare e risolvere con soluzioni “concrete”

Nell’ambito di Phoenix, Venture Thinking intende selezionare 450 CEO di PMI con un fatturato tra i 15 e 200 milioni di euro tra i settori maggiormente coinvolti dalla crisi (il turismo, il settore alimentare, trasporti, salute, terziario), diverse grandi aziende, cosiddette “tutor di filiera”, 40 business coach and mentor, 40 Top Thinkers di settori diversi e 10 main sponsor che supportano la visibilità e la crescita delle PMI.

Il programma si propone di risolvere problemi reali che ogni singola azienda si trova ad affrontare, anche a causa della crisi coronavirus, integrando competenze di business, socio-culturali e biomediche. Le sessioni plenarie del corso (messa in comune di conoscenze e best practices), che occuperanno circa il 20% del tempo, saranno corroborate da attività interattive e collaborative “action-oriented” per condividere problemi reali ed identificare soluzioni.

Per questo Phoenix è uno strumento per “imparare e risolvere”, un acceleratore che accoglie il problema della singola PMI e lo trasforma in una domanda collettiva che troverà una risposta concreta nell’ambito del network. La rete è sia peer-to-peer sia un ecosistema cui partecipano manager di aziende, ricercatori e pensatori, una community con le migliori professionalità internazionali di diversi settori. “L’obiettivo è agire nel concreto”, ribadisce Di Fausto, “e fare innovazione solidale, creando un programma che ha prezzi a misura di PMI”.

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