Continua la campagna acquisti di Getronics, brand con 130 anni di storia che da un anno ha avviato una nuova strategia di crescita che punta a occupare un posto di primo piano nella system integration a livello globale, con presenza in 22 Paesi, Italia inclusa, e 4500 dipendenti. L’obiettivo è affiancare i clienti nei percorsi di Digital Transformation con soluzioni end-to-end flessibili ed economiche.
Lo scorso luglio Getronics è stata infatti acquisita da Bottega InvestCo per 220 milioni di euro, operazione a cui ha fatto seguito l’acquisizione di Connectis, società nata dall’integrazione di aziende IT spagnole con il ramo d’azienda di Colt Technology Services “Managed Cloud”. Da poco Getronics ha inoltre annunciato l’acquisto della statunitense Pomeroy. Una strategia che ha un obiettivo chiaro, come ha dichiarato Nana Baffour, imprenditore sudamericano e azionista di maggioranza di Bottega, oltre che Group CEO e Chairman di Getronics: «diventare il partner di riferimento per tutti quei clienti che vogliono trasformare digitalmente il proprio business per la massima soddisfazione degli utenti finali. Intendiamo superare il miliardo di dollari di fatturato entro il 2020 con margini di profittabilità a due cifre».
Getronics opera in modo laico rispetto ai vendor ed è specializzata nelle aree del digital workspace, nel mondo delle applicazioni, delle comunicazioni unificate e nei servizi di managed cloud.
Who's Who
Luca Pavan
Director International Service Delivery per Germania, Ungheria, Francia e Italia di Getronics
«Il portafoglio di servizi di Getronics si sposa bene con l’esigenza italiana di risparmio dei costi combinata con la flessibilità – ha dichiarato a Digital4 Luca Pavan, Director International Service Delivery per Germania, Ungheria, Francia e Italia -. Abbiamo una forte capacità di delivery e sviluppo di soluzioni proprie e fortemente personalizzate. Questo approccio ci permette di adattare le soluzioni alle singole esigenze delle aziende, anche a quelle di dimensione medio piccola, che rappresentano la maggior parte delle molte migliaia di clienti. Il focus è sull’utilizzatore finale dei servizi, i clienti dei nostri clienti».
Il mondo che ci attende: mobile e predittivo
La visione dell’azienda, spiega Pavan, guarda al mondo che si sta delineando all’orizzonte. «Nel 2020 il 50% della forza lavoro a livello globale sarà formata da millennials, nati fra il 1980 e il 2000, che utilizzeranno perlopiù device mobili e accederanno a informazioni processate e archiviate su cloud. Sarà un mondo in cui l’80% di tutti i servizi di supporto saranno non solo proattivi, ma predittivi».
Con quest’ottica, Getronics ha sviluppato in particolare una forte competenza nelle soluzioni di Workspace Management (la postazione di lavoro digitale), di cui è stata un pioniere, e che si diffondono in parallelo allo Smart Working. È inoltre alla guida della Global Workspace Alliance, un’alleanza che permette di fornire ai clienti servizi IT di uguale qualità in oltre 100 Paesi con un unico punto di contatto.
«Le persone tendono a lavorare sempre più fuori dall’ufficio, e a utilizzare i propri device anche per accedere a informazioni sensibili. Servono soluzioni stabili e affidabili, che garantiscano governance e security, esigenze che i clienti italiani hanno compreso bene. Garantiamo flessibilità agli utilizzatori, con un servizio “à la carte”, tool applicativi differenziati per ogni tipologia di utente a cui si accede attraverso a un portale. Inoltre, forniamo soluzioni Pay as you go, offrendo modularità finanziaria e capacità di predire le spese operative».
Tra i clienti di Getronics ci sono marchi noti come Clark’s (le scarpe inglesi), Inditex (la casamadre di Zara), Insead (formazione post universitaria) e Aena (che gestisce gli aeroporti nella penisola iberica).
«Per Aena abbiamo sviluppato una soluzione per gli utilizzatori dei servizi aeroportuali basata una rete di beacon; per Inditex un catalogo di shopping online, che tuttora è il più grande a livello mondiale, e per Insead una soluzione per gestire le problematiche degli studenti con i propri device personali», conclude Pavan.