Il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro (Cnel) e la Corte dei Conti avranno un data center comune.
L’accordo di collaborazione – siglato il 2 dicembre dal presidente del Cnel, Antonio Marzano, e dal presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri – ha come fondamento la digitalizzazione della Pubblica Amministrazione e la diffusione del Cloud Computing.
«Mettiamo a disposizione i nostri dati al Cnel – ha spiegato Squitieri – è una forma di cooperazione tra due amministrazioni perfettamente coerente in un’ottica di spending review che porterà tempestività nell’informazione e una riduzione degli investimenti».
Mentre Marzano ha commentato. «Facciamo rete in un’Italia che, a fianco al mondo dei distretti, ha anche tanti castelli chiusi in se stessi».
Il Cnel e la Corte dei Conti sono le prime due istituzioni italiane che hanno deciso di creare una vera e propria cooperazione tecnologica interistituzionale – con l’ottica di formare un tavolo di collaborazione e di condivisione delle proprie esigenze tecnologiche – per perseguire nuove politiche di efficacia con la garanzia di risparmi per la finanza pubblica, intervenendo sulle strutture di erogazione dei servizi.
E l’Agenzia per l’Italia Digitale ha accolto di buon grando questa iniziativa, che rappresenterà un modello di grande importanza per il Paese, sia per il ruolo istituzionale dei due organi sia per la strada che l’accordo indica.
Infatti l’intesa è volta a identificare un piano per la realizzazione degli obiettivi di razionalizzazione dei sistemi informatici delle PA e il consolidamento delle infrastrutture IT, così come indicato in una delle principali linee d’azione dall’Agenda Digitale.
In particolare saranno condivise le rispettive esperienze nella gestione delle infrastrutture IT e sarà creato di un piano di lavoro concertato per la razionalizzazione dei costi di gestione e l’ottimizzazione delle risorse.
Punto di partenza sarà l’intervento sulle strutture di erogazione dei servizi IT – sulla base di un cronoprogramma già condiviso e che sarà attuato completamente nel corso del 2014 -, andando ad incidere sul numero dei data center pubblici italiani, ritenuto eccessivo, nonché sul livello di sicurezza attuato nell’elaborazione di dati. Nello specifico l’azione sui data center dovrebbe avere come beneficio anche la garanzia di standard tecnico-qualitativi nettamente superiori.