Un mercato che sta per esplodere, con le imprese pronte a fare il grande salto. Si parla dei servizi di centralino telefonico in Cloud, l’ultima frontiera per quanto riguarda la dematerializzazione di uno degli asset aziendali più onerosi da mantenere in termini di manutenzione e aggiornamento: il Pbx (Private Branch Exchange) che grazie alla nuvola e alla logica on demand può evolversi in UCaaS (Unified Collaboration as a service). A tastare il polso della situazione in Italia è Marco Pasculli, Managing Director di NFON per il nostro Paese. Il gruppo tedesco è sbarcato nella Penisola a marzo, dopo essere diventato in patria il punto di riferimento per questo genere di offerta e dopo aver consolidato la propria posizione internazionale nell’ottica di diventare il primo operatore paneuropeo di servizi telefonici erogati in cloud.
Avere successo in Italia, si sa, vuol dire riuscire a conquistare il mondo delle piccole e medie imprese. Che a sua volta significa convincere dell’efficacia del Cloud anche in questo ambito chi tiene i lacci della borsa: imprenditori, CFO e, sempre più spesso, Digital Innovation Officer. «I decisori di business si stanno rendendo conto che non solo il Cloud è sicuro ed efficiente, ma soprattutto che conviene», dice Pasculli. «Bisogna intercettare chi è già disposto a fare il grande salto e comprendere con che tipo di partner ha intenzione di muoversi»
Who's Who
Marco Pasculli
Managing Director di NFON Italia
Cosa cerca chi vuole migrare i servizi telefonici sul Cloud?
L’obiettivo non è soltanto ottenere costi tendenzialmente più bassi rispetto a quelli dei servizi tradizionali, che comprendono i canoni telefonici, la manutenzione, gli aggiornamenti del software e le riparazioni di eventuali guasti, ma anche di disporre di voci di costo più semplici e più trasparenti. A prescindere dal fatto che tutto ciò che è VoIP (Voice over IP, nfr) comporta costi minori, passare al Cloud significa poi avere sempre accesso alla più recente tecnologia disponibile e alle ultime versioni degli applicativi senza dover fare alcuna richiesta. Vuol dire gestire internamente i propri sistemi, con servizi più semplici, per i quali non è richiesto l’intervento di terze parti: qualsiasi azienda che abbia un minimo di dimestichezza con l’IT può autonomamente configurare il proprio sistema.
E poi c’è il tipo di partner da scegliere. Da cosa dipende la selezione?
Questo tipo di offerta è commercializzata da grandi operatori telco e service provider specializzati. I carrier offrono grande esperienza, sicurezza, ridondanza delle connessioni, ma nella maggior parte dei casi subordinano l’offerta a contratti vincolanti con onerose penali di rescissione. I service provider garantiscono maggiore flessibilità e personalizzazione, ma spesso non dispongono della stessa infrastruttura che hanno alle spalle le telco. NFON offre il meglio delle due tipologie: con 30 mila clienti attivi in tutta Europa, una rete di partner di canale qualificati e investimenti costanti a favore del potenziamento infrastrutturale, riusciamo a garantire un’architettura e soluzioni ridondanti, scalabili e in tutto e per tutto equivalenti a quelle dei carrier internazionali. Rispetto ai quali, però, offriamo un contratto senza vincoli, che permette al cliente di interrompere il servizio con un preavviso di 30 giorni, senza pagare alcuna penale. Un’altra libera scelta che offriamo ai clienti è la connettività Internet: ciascuna azienda sceglie quella che per lei è la migliore e più conveniente.
In molte aree non è ancora disponibile l’ultrabroadband: quali sono i requisiti minimi per garantire un servizio perfetto?
Noi chiediamo di mettere a disposizione una connettività da 100 kilobit al secondo per conversazione simultanea. Il numero di conversazioni simultanee è un parametro che varia da azienda ad azienda. In linea di massima, lo si può calcolare dividendo il numero di utenti per quattro. Quindi, in media, per 40 utenti occorrono una decina di canali, gestibili con una banda di connessione da un megabit al secondo. In altre parole, il servizio è attivabile ovunque anche in Italia, e suggeriamo di dedicare una connessione al traffico telefonico per ottenere, sempre, una perfetta qualità della voce.
Quali sono i tempi medi di implementazione?
In termini tecnici, i nostri partner possono attivare il nostro servizio Cloud in qualche ora. Anche se si rendono necessari circa una ventina di giorni per la portabilità del numero di telefono, pratica che gestiamo noi ma le cui tempistiche dipendono dagli operatori. Sul fronte aziendale, in ogni caso, il roll out è estremamente semplice: tutto sta a decidere come configurare la soluzione, visto che mettiamo a disposizione circa 200 funzionalità telefoniche. Per realtà che hanno bisogno di gestire un grosso numero di utenze, possiamo mettere a disposizione dei clienti anche appositi programmi di training attraverso i molti partner commerciali.
Chi sono i vostri interlocutori e come sta rispondendo il mercato in questa prima fase?
Già dalle prime settimane di lavoro abbiamo riscontrato grande interesse. Sapevamo di incontrare un grande entusiasmo dalla PMI e dalle strutture alberghiere, ma siamo anche colpiti dal fatto che la media impresa, che normalmente necessita di più tempo per adattarsi a questo tipo di cambiamenti, è già pronta al salto. In tal senso, siamo rimasti positivamente sorpresi, anche se eravamo consapevoli che le aziende che hanno bisogno di rinnovare il centralino o che vogliano puntare su servizi innovativi per garantire la connettività a collaboratori in movimento stavano già cominciando a considerare il Cloud. Rispetto alle persone con cui parliamo, nelle PMI ci interfacciamo direttamente con gli imprenditori, mentre nelle organizzazioni di dimensioni maggiori i decision maker sono di solito il CFO, l’IT manager e il COO. Anche se ultimamente ci capita di confrontarci anche con la figura del Digital Innovation Officer.