Si parla anche di Agenda Digitale nel decreto che l’esecutivo presieduto da Enrico Letta ha approvato il 15 giugno, il cosiddetto “Decreto Fare”. Tra le misure urgenti per il rilancio economico del Paese ci sono infatti norme che rimettono in moto le iniziative già avviate per colmare il ritardo del Paese su questi aspetti.
Una nuova governance per la cabina di regia
Il decreto riorganizza la governance dell’Agenda digitale, con l’obiettivo di renderla più snella e operativa. Ridefinisce i compiti della cabina di regia, accentrando la presidenza sullo stesso Letta o un suo delegato, e stabilisce che questa presenterà al Parlamento “un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento, nonché delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l’agenda digitale medesima”.
Viene inoltre nominato un manager di lungo corso, con ampia esperienza nel mondo delle telecomunicazioni (è stato tra l’altro artfice del lancio di Omnitel): si tratta di Francesco Caio, commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale, o “Mister Agenda digitale”, attuale AD di Avio. Presiederà la cabina di regia avvalendosi di un Tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università. L’Agenzia per l’Italia digitale viene poi sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio.
Interventi per digitalizzare il Paese
Il decreto stabilisce inoltre alcune azioni specifiche.
La prima è il domicilio digitale: all’atto della richiesta della carta d’identità elettronica o del documento unificato, il cittadino potrà chiedere una casella di posta elettronica certificata. Si partirà poi con gli interventi di razionalizzazione dei Centri elaborazione dati (CED), una delle priorità già individuate, e con il Fascicolo sanitario elettronico (FSE): le regioni e le province autonome dovranno presentare il piano di progetto all’Agenzia per l’Italia digitale entro 2013, con l’obiettivo di partire entro il 2014. L’Agenzia per l’Italia digitale e il ministro della Salute dovranno valutare e approvare i progetti.
Infine, è stato finalmente tolto ogni freno allo sviluppo del Wi-Fi, come in tutta Europa. L’accesso è completamente liberalizzato: non è più necessaria l’identificazione dell’utilizzatore. Resta però l’obbligo del gestore di garantire la tracciabilità mediante l’identificativo del dispositivo utilizzato.