SCENARI

Euro digitale, quali opportunità per l’ecosistema italiano dei pagamenti e del fintech

Favorire l’innovazione, la stabilità del settore finanziario e la sovranità tecnologica sono tra i principali obiettivi della valuta unica digitale proposta dalla Commissione Ue. Conclusa la fase di test, una volta ottenuto il via libera sulla proposta, si lavorerà all’integrazione con smart contract e Blockchain oltre che alla definizione delle modalità di introduzione nell’Eurozona

Pubblicato il 12 Ott 2023

Euro digitale

Di euro digitale si parla da qualche anno, ma solo nel corso del 2023 il progetto della Commissione europea ha preso forma, permettendo a cittadini e imprese di dare uno sguardo a quello che sarà un nuovo strumento di pagamento digitale, ispirato ai modelli fintech ma distante dalle criptovalute come Bitcoin.

L’euro digitale, infatti, sarà moneta della Banca centrale europea (Bce), come indica la proposta legislativa presentata a giugno dall’esecutivo Ue: la Bce garantirà che sia sicuro, che mantenga un valore stabile e che possa essere scambiato al valore nominale con euro contante.

Al contrario, i cripto-asset possono fluttuare in modo significativo nel valore e il loro scambio in contanti in euro o in denaro bancario commerciale non può essere garantito. Spetterà alla Bce decidere se e quando emettere l’euro digitale, dopo un’attenta analisi basata anche sui test affidati a cinque fornitori di servizi di pagamento, tra cui Nexi.

“L’euro potrebbe trovarsi a fronteggiare la concorrenza di cripto-attività, quali le stablecoin globali; ciò potrebbe mettere in pericolo la nostra sovranità monetaria e la stessa stabilità del settore finanziario europeo”, si legge nel testo firmato da Fabio Panetta, componente del comitato esecutivo della Bce che ha la delega sui sistemi di pagamento e da Valdis Dombrovskis, Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea.

L’euro digitale, prosegue il testo, “rafforzerebbe l’integrità e la sicurezza dei pagamenti europei in una fase in cui le tensioni geopolitiche globali ci espongono ad attacchi alle nostre infrastrutture strategiche”.

Le caratteristiche

La proposta legislativa dell’esecutivo Ue prevede la creazione di una valuta digitale emessa dalla Bce disponibile al grande pubblico. Sarà come una versione digitale dei contanti e, come il contante, ogni euro digitale detenuto dai consumatori sarà garantito direttamente dalla Banca centrale europea. Verrà distribuito a cittadini e imprese da banche e altri prestatori di servizi di pagamento. Non sostituirà il contante né intende fare concorrenza alle altre forme di pagamento tecnologico.

A settembre Panetta, nel corso di un’audizione sull’euro digitale alla commissione Economia del Parlamento europeo (Econ), ha indicato che ogni cittadino potrà detenere un solo portafoglio virtuale (wallet) e ci sarà un limite sull’ammontare massimo di unità detenibili dal singolo utente.

Si sta ancora discutendo, invece, sul se e quanto limitare l’ammontare massimo di transazioni operabili quotidianamente.

La Bce non aprirà nessun conto corrente con singoli cittadini “ma fornirà solo la materia prima” con cui le singole banche commerciali potranno offrire l’euro digitale ai clienti. Inoltre, l’euro digitale sarebbe basato su infrastrutture europee, a tutela della sovranità tecnologica.

L’euro digitale offline

L’euro digitale sarebbe un unico mezzo di pagamento utilizzabile in tutta l’area dell’euro, indipendentemente da dove si trovano i pagatori e quale banca commerciale o fornitore di servizi di pagamento utilizzano.
Gli utenti potranno pagare in qualsiasi momento, ovunque nell’Eurozona, e i pagamenti verranno inviati e ricevuti istantaneamente 24 ore su 24, 7 giorni su 7, 365 giorni all’anno. Oggi, non tutte le soluzioni digitali private funzionano perfettamente in tutta l’Ue.

L’euro digitale, inoltre, potrebbe essere utilizzato per inviare denaro per i pagamenti, anche in assenza di una connessione Internet, se si è fisicamente vicini all’altra parte della transazione, sia essa un’altra persona o uno shop (il cosiddetto “euro digitale offline”).

Panetta ha chiarito che l’individuazione delle forme di pagamento condizionato sarà lasciata agli intermediari privati prevedendo formule tipo pagamenti ricorrenti, payment vs. delivery option, servizi pay-per-use, rimborsi automatici, pagamenti da macchina a macchina (M2M), mentre non è intenzione della Bce rendere l’euro digitale una forma di denaro programmabile (disponibile quindi solo a determinate condizioni e per l’acquisto di specifici beni o servizi). Ci sarà un “rulebook” che si occuperà di definire standard per questo tipo di servizi e ci saranno test del sistema prima del varo.

La Bce si è posta l’obiettivo di garantire una perfetta neutralità dei sistemi di pagamento rispetto all’utilizzo di moneta commerciale e dell’euro digitale, ma sta anche valutando l’introduzione di un servizio armonizzato base per permettere un accesso universale.

Le opportunità per le imprese e il sistema fintech italiano ed europeo

Uno degli obiettivi dell’euro digitale è che la sua emissione favorisca l’innovazione finanziaria permettendo agli intermediari di offrire servizi innovativi costruiti sull’attuale sistema dei pagamenti. L’euro digitale integrerebbe, quindi, le soluzioni di pagamento digitali private esistenti, offrendo ancora più scelta ai consumatori che potrebbero selezionare, tra tutte le soluzioni disponibili, quella più adatta alle loro esigenze. La nuova moneta elettronica darà la possibilità di pagare digitalmente anche se non si dispone di un conto bancario e favorirà così l’inclusione digitale e finanziaria.

Cosa cambierà

Con ogni probabilità, con l’entrata in vigore del Digital Euro non cambierà moltissimo. Molto dipenderà dagli strumenti tecnologici a disposizione: carte, app, QR code, sistemi contactless. Questi strumenti potranno essere alimentati da due diverse tipologie di conti: quello in moneta commerciale e il wallet in euro digitale. 

Ci sarà un meccanismo manuale o automatico per passare da moneta commerciale a euro digitale e viceversa. Il primo sarà perfettamente tracciabile, il secondo permetterà (se la normativa lo consentirà) pagamenti elettronici di piccolo ammontare con un elevato grado di privacy, soprattutto per quelli offline di prossimità. Starà a noi decidere se utilizzare la moneta commerciale o la moneta di banca centrale. I due sistemi saranno integrati ma anche in concorrenza tra loro. È così che la Bce intende perseguire gli obiettivi di favorire l’innovazione finanziaria ma senza generare frammentazione nell’ecosistema attuale dei pagamenti e, soprattutto, garantire l’interoperabilità, vista come un fattore chiave per favorire l’adozione dell’euro digitale.

I primi test e uno sguardo sulla Blockchain

La Bce ha già condotto i primi esercizi di prototipazione, verificando tecnicamente la possibilità di adozione e integrazione nel sistema di regolamento dell’Eurosistema.

I test si sono svolti da luglio 2022 a febbraio 2023 e i risultati sono stati pubblicati lo scorso maggio. La Bce ha scelto cinque player per lavorare sugli specifici casi d’uso dell’euro digitale: Worldline per i pagamenti offline peer-to-peer; CaixaBank per quelli online peer-to-peer; Epi per i pagamenti point of sale iniziati da chi paga; Nexi per quelli iniziati da chi riceve il pagamento; Amazon per i pagamenti nell’eCommerce.

Dai test emerge la possibilità di integrare l’euro digitale nello scenario dei pagamenti esistenti, pur consentendo al mercato di sfruttare peculiarità e tecnologie innovative per distribuire l’euro digitale. La Bce ha confermato, quindi, la “fattibilità delle soluzioni tecniche e delle interfacce utente”.

C’è un altro tema connesso con l’euro digitale, ovvero l’esigenza di mettere in relazione l’utilizzo della moneta digitale con la diffusione di asset digitali e la loro regolazione su Blockchain. Una prospettiva che sembra possa realizzarsi in tempi brevi.

La decisione di non sviluppare questo tipo di soluzioni al momento deriva dal fatto che sicuramente non sono decisive per l’adozione dell’euro digitale da parte dei cittadini, ma potrebbero essere importanti in futuro per lo sviluppo del mercato dei capitali in un mondo digitale.

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