Abbiamo già parlato delle risultanze più generali del recente Osservatorio Contract Logistics del Politecnico di Milano, secondo il quale l’outsourcing della logistica in Italia sta mantenendo un andamento molto migliore del PIL, nonostante le condizioni economiche. Tra i molti temi trattati nel rapporto, i ricercatori hanno approfondito anche la domanda di servizi logistici avanzati, che coprono attività tradizionalmente non terziarizzate, e richiedono competenze nuove ai fornitori di logistica.
Uno di questi servizi avanzati è la gestione logistica dell’eCommerce verso il consumatore finale (B2c), esaminato tramite un’indagine su aziende italiane dei settori Fashion e Alimentare, con fatturato superiore a 50 milioni di euro. I risultati, si legge nel report, confermano un crescente interesse da parte dei committenti verso il canale eCommerce B2c, che quasi la metà delle aziende intervistate dichiara di aver attivato. Per quanto l’incidenza delle vendite di questo canale sul fatturato sia ancora molto bassa (attorno all’1%), il 46% delle aziende si aspetta tassi di crescita a due cifre.
In generale emerge la convinzione che il canale eCommerce B2c andrà sempre più ad assumere un ruolo rilevante a fianco di quelli più tradizionali, e che la cross-canalità diventerà un fattore critico di successo. Lo sviluppo di più canali di vendita, ciascuno con peculiarità specifiche, aumenta però la complessità della logistica.
Non solo trasporto: anche confezionamento dei prodotti e gestione dei resi
Venendo specificamente al grado di coinvolgimento del fornitore logistico nella gestione del canale eCommerce B2c, una percentuale consistente di aziende coinvolge i fornitori di servizi logistici solo per il trasporto e al più per tutta la logistica “fisica”, mentre un’altra quota rilevante di aziende (44%) affida loro anche alcuni servizi accessori: dal confezionamento dei prodotti, alla gestione dei resi, fino al supporto IT.
L’analisi evidenzia che l’eCommerce B2c è implementato in diversi modi, non per forza alternativi: vendita indiretta tramite eRetailer, ossia intermediari per le vendite on-line come Amazon (56% dei casi), o vendita diretta attraverso un sito proprio (38% dei casi). Nel 6% dei casi vengono adottate entrambe le strategie.
In caso di vendita indiretta, la logistica del produttore è molto simile a quella tradizionale, anche se gli eRetailer richiedono consegne di piccole quantità. Gli eRetailer sono caratterizzati, oltre che da forti competenze commerciali, di marketing e di gestione dei siti, anche dalla capacità di gestione dei flussi (pianificazione dei trasporti e customer care), per cui spesso i fornitori di servizi logistici sono coinvolti solo per la logistica fisica (gestione magazzino e distribuzione).
Quando invece i produttori si propongono direttamente al consumatore finale – sviluppando in autonomia il sito online e la gestione dei flussi fisici – il ruolo dei fornitori di servizi logistici può essere più ampio. In questo caso l’indagine indica che il 56% dei committenti si rivolge ai fornitori per la logistica fisica (tra questi vi sono casi interessanti di sviluppo di soluzioni ad-hoc per i magazzini eCommerce), mentre il 22% li coinvolge anche per servizi accessori, come gestione dei resi, confezionamento dei prodotti e organizzazione della distribuzione. Soprattutto la gestione dei resi rappresenta un fattore critico di successo in termini di costi e servizio, e l’organizzazione della distribuzione è tanto più importante quanto più i clienti operano all’estero, oltre che in Italia.
L’11% chiede al fornitore logistico la progettazione del sito di eCommerce
Nell’11% dei casi, il produttore chiede al fornitore di servizi logistici il supporto anche nella progettazione e sviluppo del sito web, cercando di sfruttare l’esperienza già sviluppata con iniziative simili per altri clienti. In questo caso il fornitore di servizi logistici sviluppa accordi con società IT per lo sviluppo e gestione dei siti internet. In un altro 11% di casi, al fornitore di servizi logistici è affidato l’intero processo di eCommerce.
Per un maggior coinvolgimento nei processi eCommerce, si legge nel report, i fornitori di servizi logistici devono superare la diffusa percezione di una loro scarsa competenza su questo canale, a livello sia di logistica fisica che infrastrutturale, e approfondire le specificità dei singoli settori. Viene invece riconosciuto al fornitore di servizi logistici un valore in termini di riduzione dei costi dell’iniziativa eCommerce (44% dei casi), di capacità di gestione del processo “order to home delivery” (39%), e di flessibilità nella gestione dell’iniziativa (33%). Un elemento, quest’ultimo, considerato fondamentale visti i tassi di crescita a doppia cifra di questo canale, con esigenza di garantire da subito un forte livello di servizio.
D’altro canto i committenti richiedono più innovazione da parte dell’offerta, che non dovrebbe limitarsi a riproporre i modelli usati sul canale tradizionale, ma provare a comprendere di più le specificità delle vendite online. Per esempio nel settore Fashion un servizio importantissimo – non presente nel canale tradizionale – è il photo-shooting dei capi all’arrivo in magazzino, per aggiornare in tempo reale le collezioni disponibili sul sito eCommerce.
L’introduzione del canale online richiede inoltre una modifica delle tradizionali modalità distributive. Quando il valore unitario della merce è medio-basso (come nel caso di prodotti alimentari come pasta e riso), l’aumento dei costi di gestione e distribuzione può diventare una forte barriera all’introduzione del servizio. In comparti dove invece il valore e la specificità dell’offerta sono maggiori (caffè, spirits, olii e vini, dolci), le possibilità di sviluppo sono più forti.