Nel mondo retail è stato chiaro fin da subito che il percorso di avvicinamento al “Mobile” intrapreso qualche anno fa non fosse meramente legato a una moda o a un momento, ma la risposta alla necessità di nuovi modelli e paradigmi di lavoro. Questo perché il contesto retail è nativamente “Mobile”, distribuito, con operatori eterogenei che condividono la necessità di tempi di risposta immediati. Il consumatore è “Mobile”, così come l’addetto del punto di vendita o del magazzino, i manutentori, oltre a quadri e dirigenti, che devono tenere sotto controllo puntuale i dati di business.
«La grande diffusione degli smartphone e dei tablet è stato un driver incredibile per la velocizzazione dei tempi di adozione, ma la motivazione principale dell’affermazione di queste soluzioni è da ricercarsi nelle caratteristiche proprie del “Mobile”», dice Elisabetta Rigobello, Business Developer Di.Tech, azienda specializzata nelle soluzioni applicative e nella consulenza strategica e operativa per la distribuzione, i produttori di beni di largo consumo e gli operatori logistici. Prima caratteristica è l’orientamento user-centered. «Gli utenti, indipendentemente che facciano parte dell’organizzazione o siano clienti, possono finalmente disporre di un unico strumento per la gestione dei processi aziendali e personali, un device intuitivo e polifunzionale. Inoltre, le nuove soluzioni “Mobile” garantiscono un accesso continuo e immediato alle informazioni aziendali, incrementando significativamente la produttività, la capacità di collaborare e la visibilità di nuove esigenze nel preciso momento in cui si manifestano. In questo modo i tempi di reazione possono essere drasticamente ridotti».
I processi da analizzare sono sia quelli legati al B2B, che al B2C, con una particolare attenzione al fatto che i clienti possono appartenere a fasce di età nativamente “mobile” e quindi essere più esigenti. Altri temi da affrontare sono la definizione di politiche di sicurezza per l’accesso ai dati, l’uso dei device aziendali o privati, la gestione del ciclo di vita delle applicazioni e la definizione di una struttura abilitante per la fruizione dei servizi.
«Dal nostro punto di vista è fondamentale un approccio strutturato – continua Rigobello -. Riteniamo che il futuro tecnologico dell’impresa sarà completamente “Mobile” e sarà necessario attuare un disegno che rivoluzionerà le fondamenta dell’ICT tradizionale. Una rivoluzione così significativa di approccio e di strumenti deve essere guidata, e non subita». Definire la migliore strategia per la “Mobile Enterprise” diventa in questo contesto il vero differenziale per il successo futuro dell’azienda ed è un percorso da intraprendere immediatamente e da valorizzare nella roadmap di digitalizzazione prevista per l’organizzazione. «Una stretta collaborazione fra ICT manager, linee di business e i system integrator che insieme, con competenza sul business e sulle innovazioni tecnologiche possono lavorare per un futuro che è già presente. Noi siamo pronti», conclude la manager.