Sette priorità per la strategia di crescita digitale dell’Italia, «perché siamo convinti che tra le azioni che stanno portando avanti Governo, associazioni e imprese, alcune più di altre devono avere la precedenza in quanto possono accelerare il cambiamento».
Con queste parole Agostino Santoni, presidente di Assinform, ha presentato “Digitale per crescere – Manifesto per l’Italia che ci crede”, promosso dall’associazione industriale del settore ICT insieme a Confindustria Digitale in un evento tenuto non a caso a Expo 2015 Milano. Evento in cui Assinform ha anche presentato le sue previsioni sull’andamento del mercato ICT italiano nel 2015, che prevedono finalmente il ritorno alla crescita del settore dopo cinque anni consecutivi di flessione.
Più in dettaglio, il manifesto esorta alla rapida digitalizzazione della cultura dei cittadini, degli ecosistemi tra imprese, enti e comunità, delle città attraverso l’internet of things, della Pubblica Amministrazione, dell’impresa, dei patrimoni informativi pubblici, il tutto salvaguardando sicurezza e privacy delle informazioni.
Il mercato ICT italiano riparte dopo 5 anni di flessione
Per quanto riguarda i dati di mercato, Assinform ha presentato il suo rapporto in una versione rinnovata, approfittando dell’occasione per aggiornare le previsioni per il 2015. «Per quest’anno prevediamo una crescita dell’1,1% dell’ICT italiana, trainata da dematerializzazione, Cloud, Mobile e Internet of Things e quindi finalmente un’inversione del ciclo dopo 5 anni di crescita negativa», ha detto Giancarlo Capitani, presidente di NetConsulting.
Rispetto all’Europa però rimane un ritardo di sistema, che riguarda connettività, capitale umano, uso di internet, integrazione delle tecnologie digitali, digitalizzazione del settore pubblico: «Ci aspettiamo molto dai programmi del Governo per la banda ultralarga e la crescita digitale. Occorre adottare un approccio sistemico, con urgenza e indifferibilità, siamo in situazione di “emergenza digitale”: tutti noi – ha detto Capitani citando lo slogan dell’Expo – dobbiamo contribuire a nutrire il pianeta Italia con il digitale».
Governo: un ecosistema “open”, il pilastro principale è Italia Login
A proposito di Governo e istituzioni, all’evento sono intervenuti anche Paolo Barberis, Consigliere per l’Innovazione della Presidenza del Consiglio, e Antonio Samaritani, da poco Direttore dell’AgiD. «In Italia abbiamo oltre 100mila servizi online, molto frammentati e di usabilità non ottimale: pochissimi sono mobile friendly – ha detto Barberis -. Stiamo lavorando al progetto di un nuovo ecosistema digitale per lo sviluppo aperto di servizi e applicazioni per il cittadino, che si poggia su quattro pilastri lasciando tutto il resto al mercato, con gli opportuni vincoli e linee guida».
Dei quattro, il pilastro principale è Italia Login, l’erede di italia.it, un portale che farà da sistema pubblico di identità digitale per il cittadino, e quindi da unico punto d’accesso per tutti i servizi della PA, sia esistenti che nuovi, adattabili a qualsiasi device. Gli altri sono l’anagrafe digitale unificata, un sistema di notifiche per il cittadino, e un sistema unico di pagamenti da cittadino a PA. «Tutti avranno grafica, loghi, icone e font omogenei, che daranno coerenza e una precisa identità – ha spiegato Barberis – e l’Agid sarà il centro di questo ecosistema, coordinando gli attori coinvolti: identity provider, service provider e application provider».
Prime priorità: SPID e sistema di pagamenti alla PA
Agid che da parte sua, ha detto Samaritani, sta preparando il master plan per realizzare tutto questo. «Oltre a Italia Login ci sono altri progetti, sia infrastrutturali, tra cui SPID (il sistema pubblico di identità digitale), data center, cloud, security, sia di contenuti per le varie filiere, come sanità digitale, pagamenti alla PA e così via. Stiamo lavorando a macchia di leopardo, andare in sequenza richiederebbe tempi troppo lunghi. Le priorità sono due: SPID sul lato infrastrutture, e i pagamenti per la parte contenuti».
SPID è in fase di pianificazione di dettaglio: «Il primo passo sono le regole per la selezione degli identity provider, società private che certificheranno l’identità digitale: regole che stiamo concordando col garante per pubblicarle prima dell’estate; intanto sul fronte tecnico abbiamo iniziato le sperimentazioni con alcuni enti pubblici». Quanto all’altra priorità, «nelle PA che già utilizzano il Nodo dei Pagamenti tutto funziona, per ora abbiamo 230 aderenti su 20mila enti pubblici, stiamo spingendo per aumentare le adesioni».
Un altro aspetto importante, ha concluso Samaritani, è che cambierà l’approccio agli acquisti della PA, e quindi i rapporti di collaborazione con Consip, Sogei e così via. «Il procurement sarà gestito nell’ambito dell’infrastruttura generale in definizione, per cui occorre decidere in quale o quali data center allocare e aggregare questi servizi. In questo caso ci vorranno 7-8 mesi prima di avere i primi effetti di questi cambiamenti».