Un progetto efficace di system integration (o integrazione di sistemi) permette di valorizzare gli investimenti tecnologici in applicazioni e piattaforme per poter espandere la propria attività nell’era digitale. L’integrazione di sistemi informativi è il prerequisito per ottenere, sul piano dell’IT ma non solo, la giusta flessibilità per esplorare nuovi modelli di business, con l’obiettivo di servire con sempre maggiore rapidità i propri clienti e ridurre il time-to-market.
Anche se più che di progetti, bisognerebbe parlare di processo. Quello della digital transformation è infatti a tutti gli effetti un percorso evolutivo, che si caratterizza per due aspetti: il primo è che nell’ottica di adattare il business alle esigenze dei clienti non si può mai sapere esattamente dove condurrà la strada intrapresa. Il secondo è che non esistono veri e propri punti di arrivo. L’organizzazione, come l’architettura IT, devono essere sempre pronte a mutare, a incorporare nuove competenze e funzionalità. Vediamo più nello specifico perché la system integration, oggi, è davvero alla base dell’innovazione di business, e quali sono i metodi di integrazione.
Quando serve e cosa significa oggi affrontare un processo di system integration
Dalla creazione di nuove divisioni e funzioni aziendali, passando per l’implementazione di canali di vendita o procedure logistiche, fino alle più complesse operazioni di fusione con altre società, oggi niente può prescindere dalla garanzia che una volta avviati o messi in comunicazione tra loro, gli strumenti di raccolta, conservazione ed elaborazione dati di una parte e dell’altra funzionino senza intoppi e in tutta sicurezza. È in queste circostanze che si rende necessario avviare un processo di system integration. Semplificando ai minimi termini, l’integrazione dei sistemi e applicazioni è la costruzione dei canali di collegamento e interconnessione tra piattaforme eterogenee. Un’interconnessione che non solo mira a rendere possibile la condivisione delle informazioni e del portfolio applicativo, estendendola, ma che punta anche a realizzare sinergie tra le risorse dei singoli elementi, sprigionando potenziale inespresso e mettendolo al servizio di operatori, utenti di business e, soprattutto, clienti. La gestione della security è un aspetto fondamentale: collegare diverse piattaforme tra loro e “aprire” un passaggio delle informazioni tra sistemi significa anche rafforzare i livelli di sicurezza.
Investire nelle giuste tecnologie per guadagnare in sicurezza e performance
Il panorama tecnologico, d’altra parte, si sta evolvendo in funzione del raggiungimento della massima interoperabilità delle piattaforme. Esistono naturalmente diversi approcci e filosofie alla creazione di un ecosistema in cui applicazioni e dati possano fluire nel modo più efficiente possibile: ci sono sistemi aperti, ambienti chiusi e sistemi open source, basati su codici sorgente personalizzabili e capaci per questo di interfacciarsi virtualmente con qualsiasi tipo di soluzione. Il grande game changer dell’application management rimane comunque il Cloud. È grazie all’agilità della logica as-a-service e delle architetture in cloud (ormai spesso multicloud) che soluzioni software (SaaS), piattaforme (PaaS) e addirittura infrastrutture (IaaS) possono essere acquistate e attivate on-demand e sempre più spesso in modalità plug-and-play. La tecnologia, dunque, è a portata di mano, sempre più accessibile e a costi relativamente contenuti. Ma un conto è riuscire ad agganciare nuovi elementi e funzionalità ai sistemi core aziendali, altro conto è saperli orchestrare e integrare efficacemente con l’installato, soprattutto prevenendo possibili vulnerabilità e incompatibilità con i software e gli hardware che si sono stratificati upgrade dopo upgrade. Qual è dunque l’approccio da tenere per una corretta integrazione dei sistemi informativi?
Le piattaforme, i software e i servizi che aiutano la tua impresa a funzionare meglio
Bisogna puntare su architetture specifiche, che proprio in risposta alla crescente necessità delle imprese di far comunicare i propri sistemi permettono di dare vita ad ambienti interoperabili. Parliamo di soluzioni come le piattaforme EAI (Enterprise Application Integration), che comprendono due tipi di strumenti: i broker engine, che hanno la funzione di far comunicare tra loro applicazioni di diverso tipo, e i process mapper engine, che come suggerisce il nome gestiscono il corretto svolgimento dei processi a cavallo di sistemi eterogenei. Ci sono poi gli ESB (Enterprise Service Bus), che consentono l’integrazione tra le differenti applicazioni estendendo la comunicazione anche a software gestiti in diversi ambienti IT. Una soluzione di tipo SOA (Service Oriented Architecture), invece, supporta, in assenza di una funzione amministrativa centralizzata, l’uso di servizi Web per permettere al sistema di considerare le singole applicazioni alla stregua di componenti del normale processo di business. In questo modo gli utenti possono utilizzarle, passando da uno strumento all’altro in modo integrato e trasparente. Le piattaforme EDA (Event Driven Architecture) sfruttano un altro paradigma ancora: i servizi gestiti con questi strumenti riescono reagire dinamicamente agli stimoli esterni, generati da sistemi, persone, processi di business, a prescindere dal fatto che siano predeterminati o imprevisti. Questi sono solo alcuni esempi degli approcci che si possono adottare, ciascuna impresa deve poi valutare quali valorizzano al meglio i suoi asset, digitali e non.
Un’organizzazione più flessibile e reattiva, il segreto dell’innovazione di business
L’obiettivo è infatti uno solo: rendere l’organizzazione sempre più flessibile e reattiva agli stimoli del mercato, senza per questo sacrificare sicurezza ed efficienza. Innovare, infatti, vuol dire essenzialmente trovare risposte nuove a nuove sfide, identificando canali e strumenti che aiutino il business, laddove possibile, ad anticipare le esigenze dei clienti, con un approccio data driven. Ed è solo abilitando tutti i touch point a disposizione – mettendoli in comunicazione tra loro, con le piattaforme di analisi e, in ultima istanza, con i decisori di business e con il front-end dell’azienda – che si può trasformare rapidamente un dato in un insight e in una strategia, rendendola esecutiva nel minor tempo possibile.
I dati, infatti, rappresentano la chiave per comprendere gli eventi, ottimizzare i processi attuali, ipotizzare gli scenari futuri e prendere decisioni consapevoli. Tuttavia, l’affidabilità degli insights su cui basare strategie e azioni deriva direttamente dall’integrità e dall’attendibilità dei dati processati. Si comprende dunque l’importanza di ricorrere a strumenti specifici per l’integrazione, la pulizia e la preparazione dei dati che entreranno nel processo di analisi.
Oltre i sistemi informativi: migliorare la gestione delle risorse (IT e non solo)
Non è infatti solo una questione di miglior data flow, di gestione più oculata delle risorse IT o di applicazioni che dialogano tra loro più velocemente e in modo più sicuro. Una corretta integrazione dei sistemi apre nuovi scenari anche rispetto alla user experience degli utenti, che possono accedere con facilità a strumenti per la produttività personale in grado di sfruttare il meglio di tutte le suite a disposizione, personalizzando le proprie dashboard e dando vita ad ambienti collaborativi e interdisciplinari, anche a distanza, ovvero nel remote working. Allo stesso tempo, gli amministratori di sistema, hanno la facoltà di sviluppare una visione più estesa e approfondita su tutti i processi in corso, con l’opportunità di identificare eventuali colli di bottiglia e margini di miglioramento dei flussi operativi. L’integrazione, da questo punto di vista, può essere su diverse dimensioni: verticale (vertical integration), cioè in cascata, orizzontale (horizontal integration), cioè fra processi paralleli o sovrapposti, o a stella (star integration).
Il valore dei system integrator in Italia
Come si è visto, quella della system integration è una scelta ormai irrinunciabile per qualsiasi organizzazione che voglia sfruttare appieno il potenziale della rivoluzione digitale. Una scelta che pone però le imprese di fronte a una serie di bivi.
Nonostante negli ultimi anni si parli con sempre maggiore frequenza della necessità di affrontare la digitalizzazione sfruttando architetture integrate, sono pochi i system integrator che da sempre si pongono nei confronti delle grandi imprese come delle Pmi con un approccio consulenziale, basato sulla qualità del servizio e della partnership di lungo termine intesa a sviluppare risultati in chiave win-win. Elementi che diventano strategici nel momento in cui si intraprende il percorso della digital transformation, un’evoluzione senza soluzione di continuità lungo l’asse dell’innovazione digitale e di business.