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La trasformazione digitale è un buon investimento: ROI medio del 17% in un anno secondo una ricerca Vanson Bourne

Ormai non ci sono più dubbi, la digital transformation spinge lo sviluppo del business: quasi tutte le grandi aziende hanno una strategia avviata e il ritorno dell’investimento è a doppia cifra. I risultati di uno studio realizzato da Vanson Bourne per conto di Avanade, che evidenzia anche qualche ombra

Pubblicato il 21 Ott 2019

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Il ritorno sull’investimento (ROI) medio dei progetti trasformazione digitale è del 17%, dato molto positivo che scende di qualche punto, al 15,3%, in Italia. Sono i risultati di uno studio realizzato da Vanson Bourne per conto di Avanade su un campione internazionale di 1.150 decisori aziendali, di cui 75 italiani. Si tratta di grandi aziende, con fatturato superiore a 500 milioni di dollari, mentre tra i manager intervistati figurano executive nei settori IT, finanza, operations, vendite, marketing e risorse umane.

La survey rivela che l’81% (83% in Italia) ritiene che dalla trasformazione non ci si attende più soltanto un aumento della produttività nei processi aziendali, ma anche un miglioramento continuo che si concretizza nell’innovazione dei processi stessi. I manager di aspettano anche una riduzione dei costi del 10% (16% in Italia), un incremento della produttività dell’11% (13% in Italia) e un contributo al crescita aziendale del 10% (16% in Italia)

«Quello che emerge con chiarezza dal nostro studio è che il successo delle aziende nell’era digitale sarà determinato da tre fattori fondamentali: l’innovazione, da perseguire con l’acquisizione di competenze e l’integrazione delle tecnologie; l’esperienza (Customer Experience ed Employee Experience), offerta ai clienti finali ma anche ai dipendenti; e infine l’efficienza, che si ottiene sfruttando l’automazione per snellire i processi operativi e focalizzare le risorse sui processi a valore aggiunto» sottolinea Emiliano Rantucci, General Manager di Avanade Italy. «C’è però bisogno anche di più trasversalità e diversità, di una presa di coscienza totale dello sviluppo dei processi di trasformazione digitale, e di un approccio manageriale diverso, meno esecutivo e più coinvolgente».

Quasi tutti i manager intervistati hanno citato la trasformazione digitale dei sistemi e dei processi aziendali come la principale priorità aziendale e dichiarato di disporre di una strategia di digital transformation. Si conferma inoltre che l’intelligenza artificiale (IA) ha assunto un’importanza fondamentale, anche se molte aziende fanno fatica a implementarla in maniera efficace.

Esiste anche un’altra faccia della medaglia. Oltre il 40% del campione si trova ad affrontare sforzi di implementazione della strategia digitale che non si traducono in un ritorno economico. «Spesso manca una pianificazione strategica riguardo gli obiettivi e i benefici a lungo termine che le aziende intendono raggiungere» spiega Rantucci, che sottolinea anche l’importanza del fattore umano. «I processi di evoluzione digitale non possono più prescindere dalla formazione, che ormai va intesa in senso più ampio come cultura del cambiamento. Serve cioè un approccio da innovatori: essere aperti alle novità, aver voglia di sperimentare e perfino essere pronti a qualche insuccesso».

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