«La transizione digitale prevista dal PNRR non impatta solo sull’infrastruttura tecnologica di un’azienda. Affinché possa realmente realizzarsi, è fondamentale che si definisca un’organizzazione adeguata con figure specifiche e che si agisca per sviluppare un mindset aziendale, una cultura che interpreti al meglio le nuove opportunità che ci sono nell’ambiente di lavoro». Così si esprime Giuseppe D’Amelio, Giuseppe D’Amelio, Planning, Marketing & Innovation Director DP&S di Canon Italia, che abbiamo intervistato per avere un’opinione sul tema da parte di chi si trova a gestire un patrimonio importante di un’azienda: la sua documentazione.
Quale ritiene sia l’elemento più critico della trasformazione digitale delle imprese?
Quando si parla di trasformazione digitale l’aspetto più importante è quello della cloud transformation, che le aziende hanno spesso affrontato in modo tattico e parcellizzato, mentre è necessario un approccio più strategico ed integrato per cogliere al meglio le opportunità offerte dagli ecosistemi digitali.
L’elemento più critico oggi è quello delle competenze digitali. E quello della cloud transformation, credo che sia uno degli ambiti dove più difficilmente si riescono a trovare figure specializzate.
Il PNRR dà grande rilevanza alla formazione alla digitalizzazione. E noi come Canon stiamo cercando di fare la nostra parte. In questo senso, abbiamo convertito in digitale tutti i nostri corsi tecnici. Sono stati completamente virtualizzati laddove c’è soltanto bisogno di lavorare sulle piattaforme software, mentre dove i corsi impattano anche sui nostri apparati hardware c’è un mix tra video e presenza remota di una persona nell’experience center che mostra tutte le operazioni da compiere. Nel 2021 abbiamo erogato più di 70 corsi che hanno coinvolto quasi 600 tecnici. Gli abbiamo trasferito le competenze sugli apparati hardware, ma anche le competenze sulle nostre soluzioni software del nostro ecosistema in cloud.
La Missione 1 del PNRR si pone l’obiettivo di dare un impulso decisivo al rilancio della competitività e della produttività delle aziende. Come è possibile ottenere tale risultato nel mondo del printing?
Oggi stiamo vivendo una chiara servitization della nostra offerta di prodotti hardware. E la diffusione dello Smart Working non fa che accentuare questa tendenza, perché l’azienda non sa bene come pianificare le proprie attività in ufficio e a casa. Magari sta rivedendo il layout e l’assetto degli uffici riducendoli, perché, per esempio, ha deciso che il 50% dei dipendenti lavorerà da casa e quindi avrà bisogno di meno spazio. Così gli uffici diventeranno hub di interazione che facilitano la collaborazione e la creatività, ma non saranno più un luogo fisso in cui recarsi obbligatoriamente per lavorare. Avere la possibilità di spendere in funzione di quanto effettivamente si stampa o si scannerizza vuol dire poter disporre di uno strumento estremamente importante perché fa aumentare la flessibilità e quindi la competitività.
Questo aspetto è accentuato dal fatto che il printing as a service (PRaaS) lo proponiamo ormai da molto tempo, però in passato si partiva da una quota fissa, cui poi si aggiungeva l’eccedenza nel momento in cui si facevano più copie rispetto ai volumi ritenuti standard. Oggi stiamo lavorando su modelli che hanno una base fissa sempre più piccola a favore della parte variabile. Questo aumenta la flessibilità dell’azienda che può modulare meglio nel tempo le proprie esigenze di printing e di scanning.
E riguardo l’aspetto produttività citato dal PNRR?
Quando si parla di stampa e di multifunzione come hub di informazioni il legame con l’ecosistema cloud viene automatico. Essere produttivi vuol dire non solo poter stampare dovunque ci si trovi, ma anche poter gestire i propri documenti da ogni luogo. Oggi la multifunzione si può usare a casa, in ufficio o in mobilità ed è quindi necessario avere un backbone, un’infrastruttura di base che permetta di collegare seamless casa e ufficio (qualsiasi sia la concezione di ufficio).
In tal senso, Canon ha un intero ecosistema completo che copre tutto il c.d. Cloud Computing Stack, a partire dalle Soluzioni applicative in Cloud (SaaS) che permettono di facilitare la collaborazione all’interno delle aziende e supportare alcuni processi di business verticali basati sui documenti; le piattaforme di stampa gestita (PaaS) che permettono di governare l’informatica Distribuita (DaaS- Desktop as a Service) che include tutte le dotazioni necessarie agli utenti a casa, inclusi gli apparati multifunzione, che devono essere considerate come hub di informazioni che supportano la collaborazione all’interno dell’azienda sia in forma digitale sia fisica, dando concretezza palpabile ai documenti.
Tutto in cloud e tutto integrato. A totale vantaggio della produttività. Così, per esempio, un venditore che è sempre in movimento tramite smartphone e app può recuperare offerte o contratti in maniera sicura e li può stampare sempre in maniera sicura tramite il cloud printing.
Ha citato la sicurezza, un aspetto a cui dedica particolare rilievo il PNRR. Come rispondete?
La migrazione di dati ed applicazioni in ambiente Cloud è un processo da gestire con attenzione, soprattutto quando sono coinvolte informazioni sensibili.
L’ecosistema di soluzioni applicative si basa su infrastruttura Azure, che garantisce i più elevati standard di sicurezza e disponibilità grazie alla rete globale di data center in business continuity.
Le Piattaforme di Stampa fanno transitare in Cloud solo le regole di accounting e non i dati aziendali.
I dispositivi multifunzione hanno l’hard disk criptato, e permettono di accedervi con una esperienza completamente touchless tramite smartphone, eliminando la necessità di toccare la macchina, un plus in un periodo di pandemia.
In funzione del tipo di ufficio in cui ci si trova e del tipo di workspace, che è sempre più liquido e ibrido, si hanno caratteristiche di sicurezza diverse. E tutte GDPR compliant.
La Missione 5 del PNRR punta espressamente a migliorare inclusione e coesione. Come il ricorso al digitale può contribuire a questo obiettivo?
La digitalizzazione ci dà la possibilità di democratizzare il lavoro lungo tutto il territorio nazionale. L’Italia è purtroppo ancora un po’ indietro per quanto riguarda le infrastrutture a supporto del cloud. Nell’edizione 2021 dell’indice di digitalizzazione dell’economia e delle società, il cosiddetto DESI, l’Italia si è collocata al ventesimo posto fra i 27 Stati membri dell’UE. Però, grazie anche al PNRR, potremo avere una migliore infrastruttura cloud, che ci permetterà di lavorare in qualsiasi luogo. E questo darà più peso al Sud, che sinora è stato più sfavorito rispetto alle zone del Nord. Così lavorare da remoto da una qualsiasi città decentrata del Sud offrirà le stesse opportunità che si hanno quando si lavora da remoto nel centro di Milano. Questo renderà sicuramente più elevate l’equità e l’inclusione sociale dal punto di vista geografico.
Non solo. Poter lavorare bene in maniera efficace anche da casa permetterà poi di avere anche un worklife balance molto più positivo e sostanzialmente compatibile con la vita personale.