Il mercato italiano dell’Internet of Things (IoT) nel 2018 è cresciuto del 35%, in linea con gli altri paesi occidentali, raggiungendo il valore di 5 miliardi di euro. Il dato emerge dalla Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano, che presenta un quadro dettagliato di un mercato in pieno sviluppo.
«Prosegue a ritmi sostenuti la crescita del mercato in termini di valore e maturità dell’offerta – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things – evolvono le tecnologie e si espandono le reti di comunicazione LPWA (Low Power Wide Area) a cui si affiancano le sperimentazioni 5G. Proliferano le startup e nascono nuove opportunità di mercato, ad esempio con In-Thing purchase e approcci design-driven».
Gli ambiti di crescita dell’Internet of Things nel 2018
Le soluzioni di Smart Metering (contatori intelligenti) e Smart Asset Management per le utility si confermano il principale segmento, con il 28% del mercato e un valore di 1,4 miliardi di euro (+45%), per effetto soprattutto degli obblighi normativi che hanno portato all’installazione nel 2018 di 4 milioni di contatori del gas connessi e 5,2 milioni di contatori elettrici intelligenti di seconda generazione.
Il secondo ambito più sviluppato è costituito dalle Smart Car, che valgono poco più di 1 miliardo (+37%), con 14 milioni di veicoli connessi, un terzo del parco auto circolante in Italia. Interessante notare che il 70% dei veicoli immatricolati nel 2018 è dotato di sistema di connessione SIM o bluetooth integrato fin dalla produzione.
Seguono le applicazioni per lo Smart Building principalmente per la videosorveglianza e la gestione dei consumi energetici all’interno dell’edificio, le soluzioni IoT per la logistica utilizzate per la gestione delle flotte aziendali e per antifurti satellitari e le soluzioni per la Smart City. Poi viene la Smart Home (380 milioni), l’ambito con la crescita più elevata, pari al +52%, le applicazioni di Smart Asset Management (270 milioni), la Smart Factory (250 milioni) e l’agricoltura smart.
«Diventa sempre più strategica la capacità di estrarre valore dai dati raccolti – afferma Angela Tumino, Direttore dell’Osservatorio Internet of Things -. I dati possono infatti abilitare nuove opportunità di business per le imprese e permettere di integrare l’offerta con nuovi servizi a valore aggiunto. Proprio i servizi rappresentano un forte traino per il settore IoT, con il 36% del mercato: accanto a servizi ‘semplici’ e consolidati, come la gestione dei dati in cloud, affiorano alcune applicazioni più evolute, come la manutenzione predittiva dei macchinari all’interno delle fabbriche o il monitoraggio dello stato di occupazione dei singoli parcheggi in città».
L’Industrial IoT nel 2018: adottata dal 76% delle aziende grandi
Il 95% delle imprese ha sentito parlare almeno una volta di soluzioni IoT per l’Industria 4.0, ma il reale livello di conoscenza è ancora limitato e il livello di diffusione dei progetti cambia a seconda della dimensione aziendale: il 58% del campione ha avviato almeno un progetto di Industrial IoT nel triennio 2016-2018, ma la percentuale sale al 76% fra le grandi aziende e scende al 29% fra le piccole.
Le applicazioni Internet of Things nel nel 2018 risultano più diffuse sono legate alla gestione della fabbrica (Smart Factory, 62% dei casi) per il controllo in tempo reale della produzione e la manutenzione preventiva o predittiva, seguite da quelle a supporto della logistica, focalizzate sulla tracciabilità dei beni internamente al magazzino e lungo la filiera, e dallo Smart Lifecycle, per l’ottimizzazione del processo di sviluppo di nuovi modelli e aggiornamento prodotti. Più della metà dei progetti si trova ancora in fase pilota o di analisi preliminare. Una delle principali direzioni di sviluppo dell’Industrial IoT è l’analisi e gestione dei dati raccolti, ma soltanto il 33% del campione ha già iniziato a farlo (e chi lo fa è sempre soddisfatto dei benefici).
Le aziende avviano progetti di Industrial IoT principalmente per guadagnare efficienza ed efficacia, e sono ancora tante le aziende che indicano come barriere la mancanza di competenze e la capacità di comprendere a priori il valore delle soluzioni offerte. Nonostante ciò, solo il 39% delle imprese intende sviluppare in futuro competenze IoT al proprio interno attraverso l’assunzione di personale specializzato o opportuni programmi di formazione indirizzati ai dipendenti già presenti in azienda. Tra i fattori che spingono le aziende all’avvio dei progetti anche gli incentivi del Piano Nazionale Industria 4.0, che ha svolto negli ultimi due anni un’importante funzione di acceleratore per gli investimenti in digitalizzazione delle imprese.
IoT e Intelligenza Artificiale
Sono sempre più numerose le soluzioni IoT che integrano piattaforme avanzate di analisi di dati e algoritmi di Intelligenza Artificiale (AI) molto evoluti. L’Intelligenza Artificiale può giocare un ruolo fondamentale, aprendo nuove opportunità di valorizzazione dei dati raccolti con l’obiettivo di anticipare i bisogni di aziende e consumatori. L’AI può agire all’interno degli oggetti connessi, migliorandone le funzionalità e aumentandone l’autonomia decisionale grazie alla maggiore potenza di calcolo. I sistemi di AI consentono inoltre di semplificare l’interazione tra l’utente e gli oggetti intelligenti attraverso l’uso della voce, con la possibilità di introdurre gli assistenti vocali in molte applicazioni, dalla casa all’auto. L’AI può infine diventare un supporto gestionale in molti contesti, fungendo da centro di controllo per governare ad esempio il traffico in una città o la gestione di una fabbrica.