Intervista

Lanza (Intesa, Gruppo IBM): «Innovazione circolare e open chiave di volta di Intesa per la digitalizzazione del business»

L’innovazione, non solo in chiave digitale, come missione. L’attenzione alla sostenibilità e al progresso sociale. La formazione come stile organizzativo. Le metodologie agili e la cross fertilization come principio per garantire benefici più ampi per tutti. Questo l’impegno di Intesa, società del Gruppo IBM, nelle parole del suo Direttore Generale Pietro Lanza

Pubblicato il 07 Apr 2020

Innovazione

L’innovazione a beneficio di tutti. L’innovazione vera, quella di cui abbiamo bisogno specie in questo momento storico. L’innovazione che non solo fa progredire l’azienda, ma che restituisce valore al territorio che la ospita, all’organizzazione che quotidianamente la sostiene, ai partner che ci collaborano, ai soci che la finanziano. È un concetto di innovazione aperto e circolare quello sposato da Intesa, società del Gruppo IBM che da oltre trent’anni accompagna le aziende italiane nei loro percorsi di digitalizzazione “agile”. Agile perché fondata su un’architettura a microservizi e su offerte As a Service, che permettono alle aziende di investire in modo incrementale capitalizzando sugli investimenti fatti in passato. Agile perché sostenuta da approcci innovativi di design e ridisegno dei processi e delle architetture: co-sviluppo, co-creation, Design Thinking… Approcci in cui il focus sono i business needs, le esigenze di business sulle quali vengono plasmate tecnologie anche molto innovative – Blockchain, IoT, Artificial Intelligence, solo per citarne alcune –, rese fruibili attraverso modalità di implementazione veloce che assicurano un ROI rapido.

«La nostra offerta – spiega Pietro Lanza, Direttore Generale di Intesa – si fonda sul concetto di Open Digital Platform, una piattaforma omnicomprensiva e aperta, strutturata in silos verticali di servizi “core” ampi, che contengono al loro interno servizi singoli, erogati attraverso due datacenter Tier IV».

La fruizione di questi servizi da parte delle aziende è possibile sia attraverso le piattaforme già in casa, in una logica di microservizi, sia con accesso diretto, tramite interfacce sviluppate da Intesa. La piattaforma si sta progressivamente verticalizzando, per essere più in linea con le esigenze peculiari delle singole industrie in target – servizi finanziari, automotive, pharma, manufacturing, retail/GDO, PA e utility/telco quelle di riferimento -, ma senza trascurare le sinergie e le contaminazioni, che permettono di trasferire innovazione da un comparto all’altro, in un’ottica di cross fertilization.

L’innovazione è un ecosistema

Open Digital Platform è una piattaforma volutamente aperta verso l’esterno, verso tutto l’ecosistema rappresentato dal mondo accademico, dai partner, dai clienti, dalle startup, dagli incubatori. Alcuni manager di Intesa partecipano in qualità di mentor all’acceleratore Techstars, che riunisce a Torino, presso l’Innovation Hub di Intesa, una quindicina di startup attive nel segmento della smart mobility di nuova generazione. La società mette a disposizione le sue competenze anche per i programmi di formazione e mentorship dell’acceleratore milanese Startupbootcamp FashionTech, che mira a creare nuovi modelli di business più sostenibili anche nel comparto moda. «Questo ci permette di estendere la nostra piattaforma a servizi e prodotti particolarmente innovativi realizzati da startup che, altrimenti, non potrebbero mai arrivare alle grandi aziende, per questioni legate agli SLA e alla solidità finanziaria dei partner tecnologici». Un’innovazione che diventa ecosistema, dunque, e che si autoalimenta in una logica di tipo win-win.

I pilastri strategici

Una strategia fondata su cinque pilastri quella che Intesa mette in campo per innescare questo circolo virtuoso e replicarlo al maggior numero possibile di ambiti. «Il primo è, chiaramente, l’innovazione, che è il nostro core business ma anche la nostra passione – prosegue il manager –. Ma per noi è fondamentale anche l’inclusione. Lavoriamo per coinvolgere al massimo i nostri stakeholder nelle decisioni e nelle attività che li riguardano, che si tratti di partner, dipendenti, azionisti oppure del territorio in cui operiamo». Un altro pilastro strategico è quello che Lanza definisce “intellectual insight”, ovvero l’impegno a sviluppare competenze, processi e soluzioni data driven, fondate sui dati. Il quarto elemento fondante è riassunto nella formula “insight society and insight planet”, un modello di crescita aziendale che nel lungo termine assicura anche obiettivi di sostenibilità ambientale e sviluppo sociale. Ultimo, ma non da ultimo, il tema della qualità dei servizi erogati: «Gestiamo un’enorme quantità di dati dei nostri clienti, spesso anche dati sensibili, e operiamo sulla base di rapporti guidati da principi di qualità e trasparenza», assicura Lanza.

Resilienza e agilità

«Il contesto di mercato sta cambiando rapidamente – ammette il manager –. In Italia, prima di questa situazione il mercato aveva un trend positivo, con i dati macro degli investimenti ICT sostanzialmente in linea con l’andamento dei maggiori Paesi europei. Per quel che ci riguarda direttamente, poi, noi arriviamo da un 2019 molto positivo sia come Intesa che come Gruppo IBM, durante il quale abbiamo affermato la nostra leadership di mercato. La sensibilità delle PMI e delle medie aziende è senz’altro positiva su tutto quello che è innovazione e, soprattutto, sull’innovazione digitale. Si è passati dal gestire piccoli budget ICT al non riuscire più a fare a meno della leva del digitale come uno dei principali fattori competitivi». Questa fase di instabilità sicuramente ci ha restituito alcuni feedback, naturalmente non sempre positivi… «In un momento in cui le aziende hanno prudenzialmente limitato tutto quel che non è legato alla sopravvivenza stretta del business, abbiamo rivisto i nostri programmi ma continuiamo a supportare i nostri clienti con i nostri servizi che, proprio in questo momento, si rivelano fondamentali». Servizi e soluzioni che abilitano lo Smart Working e permettono di interagire da remoto separando la dimensione fisica dell’ufficio da quella logica della produttività individuale, garantendo la prosecuzione delle attività anche in queste settimane così particolari. «Un periodo che richiede alle aziende di essere più resilienti e alle organizzazioni di essere più agili», commenta. Due valori, quello della resilienza e quello dell’agilità, che Intesa ha fatto propri sin dalla sua nascita.

La sostenibilità come valore di business

Negli ultimi anni si è anche rafforzato l’impegno verso la miglior sostenibilità di ogni attività dell’azienda. Un impegno sottoscritto “nero su bianco” nel piano industriale triennale dell’azienda, varato nel 2018. «Uno dei pilastri del piano è proprio la sostenibilità del nostro business sotto tutti i punti di vista e per tutti gli stakeholder. Abbiamo deciso di misurare l’impatto sociale e ambientale con lo stesso rigore con cui misuriamo i nostri risultati di business e lo facciamo utilizzando gli strumenti di misura delle B Corporation, dandoci un obiettivo di miglioramento continuo rispetto ai principali KPI di sostenibilità. Abbiamo anche avviato il percorso per ottenere la certificazione B Corp e ribadire, quindi, il nostro impegno nell’agire in maniera responsabile, sostenibile e trasparente, perseguendo uno scopo più alto del solo profitto». Un modello che si riflette anche nei rapporti con il mercato… «Sì perché i nostri non sono clienti ma veri e propri partner con i quali collaboriamo con costanza. Anche le metodologie di innovazione e sviluppo sono votate all’interscambio continuo con l’ecosistema di riferimento: Co-design, co-creation e Design Thinking ci permettono di dare forma alle nuove idee di business e raffinarle progressivamente, grazie a un continuo feedback con i partner, fino a farle diventare soluzioni digitali». Ovviamente per farlo servono skill sempre nuove. «Certamente, è il tema ci sta molto a cuore, tanto che abbiamo creato diversi competence center focalizzati su tematiche come la User Experience, la compliance, i sistemi biometrici, l’AI, la Blockchain, l’IoT o il Customer Engagement per i mercati verticali nei quali operiamo grazie alle partnership globali che ci legano a Salesforce e DocuSign». Intesa ha anche attivato diversi programmi di training e reskilling, con particolare riguardo ai collaboratori under 35, che rappresentano circa 1/3 della popolazione complessiva dell’organizzazione. «Abbiamo costruito un programma che prevede non solo la formazione tecnica ma anche l’affiancamento e il mentoring, unito a un training di carattere più umanistico e multidisciplinare. Oltre ad avere predisposto un piano di ingressi importante, stiamo lavorando alla formazione su progettualità avanzate in ambito Machine Learning, Artificial Intelligence, IoT e Blockchain, grazie alla partnership siglata con Links, la fondazione del Politecnico di Torino e di Compagnia di San Paolo che si occupa di innovazione basata sulle tecnologie digitali».

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