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Mercato IoT Italia 2023: giro d’affari di 8,3 miliardi di euro e 124 milioni di oggetti connessi

Il fatturato legato a soluzioni e servizi dell’Internet of Things nel 2022 ha fatto registrare un +13% rispetto all’anno precedente. Smart Agriculture, Smart Factory e Smart Building le aree con le migliori performance. Tuttavia, a causa della carenza di competenze specifiche, molte aziende non riescono a sfruttare appieno il valore generato dai dati dei dispositivi connessi

Pubblicato il 05 Apr 2023

Internet of Things 2023

Il mercato dell’Internet Of Things nel 2023 non arresta la sua corsa e, nonostante le diverse problematiche legate alla carenza di materie prime e semiconduttori, all’instabilità economica e politica del conflitto ucraino, nel 2022 registra una crescita del 13% rispetto al 2021 raggiungendo un giro d’affari di 8,3 miliardi di euro.

È quanto emerso dalla presentazione dei risultati di ricerca dell’Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Internet of Things: tra continuità e innovazione”.

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Connettività in Italia, a che punto siamo?

Gli oggetti connessi attivi in Italia sono 124 milioni, poco più di 2,1 per abitante (erano 110 milioni nel 2021). A fine 2022 si contano 39 milioni di connessioni IoT cellulari (+5% rispetto al 2021) e 85 milioni di connessioni abilitate da altre tecnologie di comunicazione (+15%).

Tra queste, una spinta significativa arriva dalle reti LPWA (Low Power Wide Area network), che vedono una crescita del 20% in un anno, passando da 2 a 2,4 milioni di connessioni. Tuttavia, anche nel 2022, sono le applicazioni che utilizzano tecnologie di comunicazione non cellulari a generare maggiore valore sul mercato pari 4,5 miliardi di euro (+15%). Registrano, invece, una crescita più contenuta (+11%), le applicazioni che sfruttano la connettività cellulare, il cui valore di mercato arriva toccare quota 3,8 miliardi di euro.

«Prosegue la crescita del mercato dell’Internet of Things, sia in termini di valore che di maturità dell’offerta – afferma Giulio Salvadori, Direttore dell’Osservatorio IoT -. Cresce la consapevolezza di aziende, pubbliche amministrazioni e consumatori, sempre più interessati a gestire da remoto asset e dispositivi smart, attivando servizi e funzionalità avanzate, mentre si accende la competizione con nuovi player globali. Nel contempo, aumentano le aspettative per il futuro, anche grazie ai grandi investimenti previsti dal PNRR e ai frequenti rincari dell’energia, che spingono aziende e consumatori a porre maggiore attenzione ai consumi, sfruttando anche le tecnologie smart».

Internet of Things 2023

Osservatorio Internet of Things 2023: le principali tecnologie

Senza dubbio, il 5G rappresenta uno dei principali driver dell’evoluzione tecnologica dell’IoT, unito alla diffusione delle reti LPWA. Si moltiplicano, inoltre, le piattaforme hardware IoT low-power, con il lancio sul mercato di nuovi System-on-Chip da parte dei maggiori produttori di semiconduttori.

Allo stesso tempo, si assiste al rilascio di nuovi processori e sistemi di Edge Computing ad alte prestazioni per applicazioni, ad esempio, di video processing, compatibili con architetture Cloud di elaborazione dedicate.

«Prosegue il processo di standardizzazione delle specifiche del 5G ad opera del 3GPP, con importanti milestone per i prossimi rilasci, mentre cresce il numero delle reti a livello globale e le tecnologie disponibili sul suolo nazionale – spiega Antonio Capone, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things -. Parallelamente, LoRa Alliance amplia il programma di certificazione, abilitando nativamente soluzioni IPv6 e introducendo la specifica “relay”, che consente di estendere la copertura a supporto di applicazioni in ambito metering e industrial».

Internet of Things 2023

I settori di applicazione dell’IoT

Ecco, dunque, quali sono i diversi ambiti in cui le applicazioni IoT sono maggiormente diffuse e utilizzate.

  1. Smart Car (1,4 miliardi) rappresenta la fetta più grande del mercato, pari al 17% del totale.
  2. Utility (1,37 miliardi) nelle due componenti principali di Smart Metering e Smart Asset Management in crescita, ma ormai prossime alla saturazione. Lo scorso anno sono stati installati altri 1,1 milioni di contatori gas connessi in utenze domestiche (che rappresentano l’84% del parco complessivo) e 1,7 milioni di smart meter elettrici di seconda generazione (64% del totale).
  3. Smart Building (1,3 miliardi).
  4. Smart City (830 milioni).
  5. Smart Factory (780 milioni).
  6. Smart Home (770 milioni).
  7. Smart Logistics (715 milioni).
  8. Smart Agriculture (540 milioni).

In generale, gli ambiti che stanno registrando una crescita più evidente all’interno del mercato IoT sono Smart Agriculture (+32%), Smart Factory (+22%) e Smart Building (+19%).

«La carenza di semiconduttori e materie prime, insieme all’instabilità economica e politica generatasi con la guerra in Ucraina hanno parzialmente frenato lo sviluppo – osserva Angela Tumino, Direttrice dell’Osservatorio IoT –. Tuttavia, il mercato dell’Internet of Things continua a crescere in modo tangibile. Uno sviluppo che riguard in particolare gli ambiti della Smart Agriculture, dove le aziende hanno potuto beneficiare degli incentivi 4.0 per l’acquisto di sistemi di monitoraggio e macchine connesse, dello Smart Building e della Smart Factory, dove a far da traino sono le applicazioni dedicate al risparmio energetico e alla sicurezza, agevolate dagli incentivi, Superbonus ed Ecobonus, e dal Piano Transizione 4.0».

Internet of Things 2023
Internet of Things 2023

Osservatorio Internet of Things 2023: nell’IIoT si reduce il gap tra grandi aziende e PMI

Dalla ricerca svolta dall’Osservatorio, che ha condotto un’indagine su 153 grandi imprese e 301 PMI italiane, emerge che la quota di piccole e medie imprese a conoscenza di soluzioni di IoT industriale (IIoT) sale all’87% facendo registrare un incremento del 41% rispetto al 2021, mentre le grandi imprese sono il 98%.

Nello specifico, il 77% delle grandi aziende e il 58% delle PMI ha deciso di avviare almeno un progetto in ambito industriale. Per entrambe le tipologie di imprese, però, la mancanza di competenze risulta ancora il fattore principale che limita l’avvio dei progetti (44% grandi aziende e 38% PMI).

Come ha evidenziato Giovanni Miragliotta, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Internet of Things «In generale, rispetto a quanto rilevato nel 2021, si assiste a una riduzione del gap tra grandi imprese e PMI in termini di conoscenza (-39%) e diffusione dei progetti (-23%) di Industrial IoT. Questa ritrovata energia da parte delle PMI è stata fortemente trainata dal Piano Transizione 4.0. Il dimezzamento dei crediti di imposta a partire dal 2023 potrebbe portare a un rallentamento di questa dinamica».

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Tuttavia, rimane ancora una certa difficoltà ad analizzare, sfruttare e trarre valore dai dati acquisiti. Infatti, guardando ai dati raccolti da dispositivi e macchinari connessi, il 48% delle grandi aziende e il 70% delle PMI utilizza poco o per nulla i dati o addirittura non lo sa. Tra le barriere che ostacolano le imprese nell’analisi e valorizzazione dei dati, la mancanza di competenze e di figure specifiche.

Osservatorio Internet of Things 2023: le opportunità offerte dal PNRR

Senza dubbio, Il PNRR continua a rappresentare un’opportunità di crescita per favorire l’innovazione tecnologica del Paese, soprattutto alla luce della crisi energetica. Particolare attenzione è posta sul connubio tra IoT ed Energy, che prevede un investimento di quasi 7 miliardi.

Nella Missione 2, ad esempio, sono previsti 3,6 miliardi per lo Smart Grid, per migliorare la capacità e l’efficienza della rete energetica. Altri 2,2 miliardi sono inoltre stati stanziati per promuovere le rinnovabili per le comunità energetiche e l’auto-consumo, in modo da fornire un sostegno concreto alle strutture collettive di autoproduzione che sfruttano energie rinnovabili.

La Componente 3 della Missione 2 è interamente dedicata al tema dell’efficientamento energetico e della riqualificazione degli edifici, dove le tecnologie IoT possono fornire un contributo nello sviluppo di sistemi di teleriscaldamento per un valore pari a 200 milioni di euro, con l’obiettivo di costruire o estendere le reti esistenti e garantire un più ampio accesso al servizio.

Accanto a questi ambiti principali, il piano prevede investimenti per altri 25 miliardi per favorire l’innovazione dei sistemi produttivi (Smart Factory, 14 miliardi di euro), la transizione digitale delle città (Smart City, 7 miliardi) e l’attivazione di programmi di assistenza domiciliare (Assisted Living, 4 miliardi).

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