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Digital transformation delle aziende: l’importanza di un percorso progettuale capace di mixare visione e azione



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Tra iniziative di innovazione e percorsi di adozione, la transizione digitale delle aziende richiede competenze multidisciplinari spinte e capacità di guardare lontano. Davide Nestola di N&C racconta la sua esperienza di system integrator e partner di molte aziende italiane pubbliche e private

Pubblicato il 6 set 2024



Digital transformation delle aziende
Immagine di Pixelbliss da Shutterstock

La digital transformation delle aziende è da tempo la linea di sviluppo primaria per tutte le organizzazioni che puntano a centrare obiettivi di efficienza, sicurezza, resilienza e competitività. La transizione digitale, infatti, è ormai una realtà consolidata e riguarda aspetti come la dematerializzazione e modernizzazione applicativa incentrate su soluzioni e architetture di ultima generazione. Tuttavia, la strada verso un’integrazione completa delle soluzioni tecnologiche è sempre in evoluzione, come ci spiega Davide Nestola, Sales & Business Development Manager di N&C, attraverso la sua esperienza di system integrator e partner di molte aziende pubbliche e private.

«La multidimensionalità tecnologica che permea le imprese richiede competenze a 360 gradi su più ambiti di sviluppo: networking, hardware, software, cybersecurity e service management – racconta  Nestola -. La trasformazione digitale delle aziende è un percorso che porta a cambiare processi e procedure che non possono essere rivisti dall’oggi al domani. Servono competenze consulenziali, progettuali e implementative che richiedono ricerca e investimenti. Dal manufacturing alla logistica, dalla PA alle smart city, come N&C abbiamo maturato competenze tecnologiche diversificate e un approccio olistico alla convergenza strategica di sistemi e soluzioni, con una continuità di supporto sincronizzata all’evolversi dei sistemi e delle esigenze dei nostri clienti, con uno scambio di valore basata su una partnership duratura nel tempo».

Who's Who

Davide Nestola

Sales & Business Development Manager di N&C

Davide Nestola

Trasformazione digitale per vocazione familiare

Per capire meglio la caratura dell’azienda va inquadrato il contesto: N&C è un’azienda salentina che fornisce soluzioni ICT chiavi in mano con oltre quattro decenni di storia alle spalle. Fondata nel 1982 a Veglie, in provincia di Lecce, oggi con circa 600 dipendenti – di cui 180 dedicati ai servizi gestiti -, distribuiti sul territorio nazionale e un centinaio all’estero, la società è un gruppo internazionale, con sedi in Serbia, Polonia, Francia, Brasile, Argentina e Stati Uniti.

«Abbiamo iniziato occupandoci di componenti passive delle infrastrutture tecnologiche, con un focus sugli impianti di cablaggio strutturato, cavi in rame e sistemi in fibra ottica – ricorda Davide Nestola -. In seguito, abbiamo ampliato il nostro raggio d’azione grazie a importanti commesse che ci hanno permesso di entrare nel mercato nazionale prima internazionale poi. La nostra espansione internazionale è stata guidata principalmente dalle esigenze di alcuni nostri clientiche ci hanno chiesto di supportarli presso le loro sedi all’estero».

N&C gestisce le infrastrutture tecnologiche ed informatiche dei suoi clienti in tutta Europa, ma anche in America Latina (Brasile e Argentina). Questa presenza globale dimostra la capacità di N&C di adattarsi e rispondere alle necessità delle realtà multicountry grazie alla sua competenza consolidata nel settore ICT. I settori aziendali in forte crescita e che rispecchiano l’evoluzione del mercato sono quelli dell’Intelligenza Artificiale e della Cyber-Security, dove l’azienda investe ed investirà notevolmente nell’acquisizione di nuove competenze per poter supportare sempre al meglio i propri clienti.

Digital transformation delle aziende private e pubbliche

N&C continua a investire in Ricerca e Sviluppo e nella formazione interna per diversificare e qualificare il portafoglio dell’offerta. Attraverso progetti di ricerca in collaborazione con alcune università, la società ha acquisito competenze su piattaforme evolute che mappano, efficientano, monitorano e mettono in sicurezza impianti, edifici e infrastrutture combinando tecnologie come l’IoT, il Building Infrastructure Management, la realtà virtuale ed il Digital Twin. Segnalando in maniera predittiva eventuali guasti o anomalie per consentire di pianificare gli interventi e allungare il ciclo di vita degli asset, minimizzando costi, rischi e sprechi.

«Oggi il nostro fatturato è diviso tra il 25% nel mondo dei clienti privati e il 75% nella PA. Tra le best case, la gestione di infrastrutture tecnologiche, security e networking per enti come grandi comuni italiani, Pubbliche Amministrazioni Centrali e locali, banche e altri enti sia privati che pubblici – spiega Paolo Coppola, Business e Sales Manager di N&C -. In Italia c’è una PA matura che sa interfacciarsi con i fornitori ed è molto competente e una PA molto meno strutturata. Certo è che le convenzioni hanno semplificato i processi di acquisto per la pubblica amministrazione da un lato, ma dall’altro hanno portato ad un appiattimento generale del mercato ICT italiano per la PA che vede sempre meno innovazione e sviluppo di tecnologie interne e sempre più utilizzo di tecnologie provenienti dall’estero. Noi preferiamo puntare sulla qualità dei nostri progetti e sullo sviluppo di tecnologie proprietarie, lavorando a stretto contatto con i clienti per capire le loro esigenze e offrire soluzioni davvero su misura. E questo approccio ci ha permesso di costruire rapporti di fiducia duraturi e di successo».

Who's Who

Paolo Coppola

Business e Sales Manager di N&C

Paolo Coppola

La transizione al cloud tra obblighi normativi e necessità di mercato

Non si può parlare di digital transformation delle aziende senza affrontare una transizione al cloud che molte imprese, soprattutto le PMI, vivono ancora con preoccupazione.

«La PA deve migrare al cloud per obbligo di legge. Le aziende private stanno andando verso il cloud per necessità ma le PMI sono molto più caute – sottolinea Federico Nestola, Business e Sales Manager di N&C. Tuttavia, tutti stanno entrando in una fase ibrida: la chiave è trovare un equilibrio tra efficienza, sicurezza e convenienza economica. Come azienda che realizza soluzioni ICT, il nostro ruolo è presidiare continuamente gli sviluppi, affrontando in modo nuovo e diverso tutta una serie di problematiche di sicurezza a cui molte aziende ancora non sono preparate».

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Federico Nestola

Business e Sales Manager di N&C

Federico Nestola

L’importanza di separare la cybersecurity dalla governance ICT

In Italia, in particolare, la maggior parte delle PMI ha un approccio alla cybersecurity di tipo reattivo, correndo ai ripari solo dopo aver subito un attacco. Ma la sicurezza non può essere un ripensamento a posteriori. Deve essere integrata nativamente in ogni fase del processo di digitalizzazione, per migliorare complessivamente la resilienza e la postura di sicurezza dell’organizzazione.

«In molte organizzazioni oggi il CIO gestisce anche la sicurezza o il CISO riporta all’IT – fa notare Davide Nestola -. Affidare tutte le decisioni sia sul funzionamento delle infrastrutture tecnologiche che sulla loro sicurezza a un’unica figura può portare a compromessi involontari. È essenziale stabilire distinzioni chiare e definite all’interno dell’organizzazione. Quando un ente terzo indipendente si occupa della sicurezza, l’approccio risulta molto più strutturato ed organizzato, e tutte le business unit devono adeguarsi alle norme, alle procedure e alle regole dettate da chi possiede una profonda conoscenza ed esperienza in ambito di cybersecurity e delle relative dinamiche di funzionamento».

Intelligenza Artificiale o Augmented Innovation?

Per cogliere tutte le opportunità del digitale le aziende devono avere capacità analitiche, progettuali e tecnologiche molto spinte. Soprattutto quando si parla di AI. È molto importante comprenderne le reali potenzialità che sono ancora in divenire e vanno capite, non subite.

«L’intelligenza artificiale rappresenta una leva fondamentale nella trasformazione digitale delle aziende. Grazie alla sua capacità di analizzare enormi quantità di dati in tempo reale, l’AI consente di ottimizzare processi, migliorare l’efficienza operativa e personalizzare l’esperienza del cliente. Occorre altresì sottolineare che alla base di questa evidente capacità computazionale, non esiste alcun ragionamento sottostante: infatti, il calcolatore si limita a “calcolare”, come suggerisce il termine, fornendo previsioni basate su algoritmi statistici complessi che esistevano già 50 anni fa. Ciò che il mondo chiama “intelligenza artificiale” non è altro che la capacità di un calcolatore di eseguire dei compiti che sono comunemente associati agli esseri intelligenti – spiega Paolo Coppola. Tuttavia, strumenti come il machine learning e l’analisi predittiva offrono insights preziosi, permettendo decisioni più informate e strategie più agili. In questo contesto, l’AI non è solo un’opzione, ma una necessità per rimanere competitivi nel mercato globale».

«Il nostro ragionamento sull’AI è pragmatico e parte dalla sua enorme capacità computazionale grazie a cui gli algoritmi oggi funzionano in maniera eccellente – conclude Davide Nestola -. Alla luce di ciò, abbiamo acquisito da qualche mese una startup, chiamata Intelligo, specializzata in algoritmi di Natural Language Processing, oggi già presente in alcune convenzioni Consip per vari sviluppi applicativi. Il nostro obiettivo è supportare la digital transformation delle aziende che vogliono utilizzare l’AI attraverso progetti concreti e funzionali al loro business».

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