Modernizzare e rendere più scalabile l’infrastruttura implementando un cluster di server iperconvergente ad alta disponibilità per supportare in modo efficace la rapida evoluzione del business. È con questo obiettivo ambizioso che la holding Ginvest di Guanzate (CO), specializzata nella progettazione, sviluppo, vendita e locazione immobiliare, gestione di immobili a reddito e riqualificazione energetica degli edifici, ha avviato un progetto di innovazione digitale ad ampio spettro, affiancata dalla società di consulenza internazionale PriceWaterhouseCoopers.
L’iniziativa è stata fortemente voluta e sponsorizzata dal Consiglio d’Amministrazione di Ginvest e, in particolare, dall’Amministratore Delegato, Luca Guffanti, e dal Presidente, Ambrogio Guffanti, convinti dell’importanza cruciale di una trasformazione digitale efficace per il futuro non solo della holding finanziaria, ma di tutto il gruppo.
«Rendere più efficienti i processi operativi core per un’impresa – ha sottolineato Luca Guffanti – dev’essere un obiettivo primario in un’epoca come quella attuale, all’insegna della digitalizzazione. Tanto più in un business come il nostro, che punta a vendere e affittare immobili garantendo al cliente la possibilità di scegliere la soluzione che meglio risponde alle sue esigenze. La visita al sito web di costruttori e locatori è il primo passo ed ecco perché riteniamo più che mai necessario accompagnare il cliente nella scelta virtuale, agevolandone la ricerca anche grazie a servizi a corollario, come il calcolo del mutuo per l’acquisto dell’immobile preferito o il costante miglioramento della User Experience della nostra piattaforma. Per questi motivi abbiamo ritenuto fondamentale affidarci ai migliori professionisti, investendo nel miglioramento di tutte le nostre risorse digitali».
Come nasce l’esigenza di adottare un nuovo cluster di server
Nel quadro delle iniziative che miravano a modernizzare l’ambiente IT di questa media impresa, è stata prevista anche la sostituzione di un server ormai definito “vetusto” dal Responsabile Sistemi Informativi di Ginvest, Enrico Ravazzani, con un cluster di server ad alta disponibilità composto da 3 macchine fisiche personalizzate, basate su hardware modulare AXOL Server. “L’intento – ha spiegato Ravazzani – era di migliorare la User Experience dei clienti dei nostri servizi immobiliari. Negli ultimi anni abbiamo avuto un incremento sostanziale del lavoro e del fatturato. Parallelamente, è anche aumentata la documentazione legale e amministrativa da produrre, gestire e immagazzinare ed eravamo arrivati quasi al limite della nostra capacità di storage».
Il vecchio hardware aveva già dato dei segni di cedimento e nel 2023 si era danneggiato uno dei dischi del file system. «Siccome era in configurazione raid non c’erano stati contraccolpi evidenti per gli utenti, ma abbiamo avuto comunque qualche difficoltà a reperirne uno nuovo e questo ci ha fatto suonare un campanello d’allarme rispetto all’opportunità di sostituire il vecchio sistema con uno più moderno, sicuro e performante».
Un altro aspetto non trascurabile era legato al fatto che le macchine virtuali installate sull’host fisico giravano su sistemi operativi per i quali Microsoft a breve non avrebbe più garantito il supporto.
Obiettivo: Business Continuity
Nella selezione dei tech partner di riferimento, Ravazzani si è avvalso di un consulente informatico che da anni collabora con Ginvest, Riccardo Broglio, che ha raccolto le diverse proposte. «Tutti i fornitori interpellati – ha evidenziato Broglio – ci hanno proposto di sostituire una macchina eventualmente includendo l’opzione di un backup in cloud dei dati. AXOL Server è stata l’unica a proporci un cluster server iperconvergente di tre macchine fisiche. Nel caso di problemi su un server, questa configurazione trasferisce automaticamente le macchine virtuali ospitate su quel server sugli altri due. Il software di backup Proxmox Backup Server, inoltre, permette di creare snapshot istantanei dei server virtuali, per far fronte immediatamente al ripristino in caso di problemi, senza che sia necessario interpellare consulenti esterni. In questo modo, non solo garantiamo la continuità operativa, ma siamo anche in grado di assicurare la massima scalabilità, visto che è possibile migliorare le performance del sistema semplicemente aggiungendo nuovi nodi al cluster. Anche la manutenzione e gli aggiornamenti diventano più semplici, perché possiamo scollegare un server e lavorare solo su quello senza che gli utenti se ne accorgano».
Un cluster server modulare e Made in Italy
«La proposta di AXOL Server – ha spiegato Broglio – è stata oltretutto anche quella economicamente più concorrenziale, nonostante l’hardware triplicato rispetto a quanto ipotizzato nei preventivi dei concorrenti. La ragione risiede nel fatto che questa azienda utilizza componenti modulari che assembla in Italia, a Ivrea, in modo completamente personalizzato, sulla base delle specifiche richieste ed esigenze delle aziende».
«A convincerci definitivamente – ha proseguito Ravazzani – sono state la dimostrazione pratica del failover automatico, del backup con un singolo punto di ripristino e la gestione delle anomalie tramite alert. Con AXOL Server riceviamo tutti i giorni i report del giorno prima e nel caso di anomalie siamo in grado di intervenire rapidamente».
Dowtime ridotti al minimo
Ginvest ha colto l’occasione del cambio di infrastruttura fisica per rinnovare anche quella virtuale, con il passaggio all’hypervisor Proxmox e l’adozione di Proxmox Backup Server come ambiente virtualizzato per il backup e il ripristino rapido. «In questo modo – ha osservato Ravazzani – riusciamo a gestire tutti i server virtuali, il backup e ripristino dei dati dalla stessa interfaccia e il restore è finalmente una procedura semplice, che non richiede il supporto di personale esterno all’azienda».
«La questione più importante – puntualizza Ravazzani –, una volta presa la decisione, era riuscire a ridurre al minimo i fermi macchina. Siamo partiti il 14 giugno scorso e in due settimane abbiamo concluso la copia delle immagini delle macchine virtuali sui primi due server. C’è voluto solo un po’ di tempo in più, invece, per aggiornare il software antivirus. Abbiamo pianificato al meglio l’attività in modo da minimizzare i fermi e i disagi per gli utenti, lavorando soprattutto durante le pause pranzo e nei weekend. Oggi il vecchio server è stato dismesso e al suo posto abbiamo una macchina virtuale dedicata al Domain Controller e una dedicata allo storage. Abbiamo, poi, un server per la gestione documentale, con un database dedicato. È stata anche già configurata una terza macchina virtuale per gli applicativi, con un nuovo OS e un database aggiornato, su cui trasferiremo progressivamente tutte le applicazioni nei prossimi mesi. Alcuni software però, non potranno essere migrati e rimarranno nell’Application Server con vecchio sistema operativo, anch’esso in esecuzione sul nuovo cluster».
In futuro, oltre alla migrazione delle applicazioni in uso sulle macchine di nuova generazione c’è anche l’idea di cambiare radicalmente le modalità di condivisione con i clienti e le agenzie della documentazione relativa agli immobili costruiti e venduti – planimetrie, progetti, fotografie… «Attualmente lo facciamo attraverso servizi di file transfer, mentre l’obiettivo è di adottare un software di condivisione che fa parte della stessa piattaforma già in uso per la gestione documentale. Questo richiede di creare una partizione protetta all’interno della macchina virtuale, per garantire agli utenti esterni alla rete aziendale un accesso sicuro e limitato».