L’ Artificial Intelligence sta avanzando con un ritmo straordinario. Anche in Italia, dove sempre più aziende riconoscono che l’AI Generativa non è un semplice strumento tecnologico, ma un elemento distintivo con il potenziale di ridefinire il panorama competitivo.
E le promesse sono importanti, perché si tratta di un’opportunità per aziende, PA e lavoratori, come ha sottolineato recentemente nel corso di un incontro stampa Cristina Conti, Customer Engineering Manager di Google Cloud Italia: «Secondo un recente studio Google, il 58% delle persone potrebbe beneficiare dell’adozione dell’Intelligenza Artificiale per semplificare il lavoro, accelerare lo svolgimento di alcune attività, aumentare la produttività e avere un supporto per svolgere task creativi. Ma a trarne benefici è anche il sistema Paese, perché secondo le nostre indagini, nei prossimi dieci anni l’accelerazione dell’adozione della GenAI potrebbe portare a una crescita del PIL tra i 150 e i 170 miliardi, che equivale all’8%. Un ritardo di anche solo 5 anni farebbe scendere questa percentuale al 2%».
E Google sta giocando un ruolo di primo piano in questa nuova tranche di innovazione e di “Agentic Era”, portando sul mercato soluzioni che tengono conto delle esigenze di clienti e partner. «Non è un caso che si susseguono costantemente i lanci di nuovi prodotti, nuove caratteristiche e features», ha ribadito Paolo Spreafico, Director Customer Engineering per l’Italia di Google Cloud. E l’ultimo annuncio in casa Google riguarda Gemini 2.0, il nuovo modello di Intelligenza Artificiale, con progressi nella multimodalità, come l’output nativo di immagini e audio e l’uso nativo di strumenti che gettano le basi per esperienze agenziali in grado di pianificare, ricordare e agire al posto dell’utente con la sua guida.
Come ha ricordato Spreafico, «si tratta di una versione sperimentale disponibile sotto forma di API all’interno della piattaforma AI Studio. In sostanza, la vera novità di Genimi 2.0 riguarda la percezione dell’ambiente circostante e del contesto in multimodalità, perché vuole replicare la multi sensorialità, tipica dell’essere umano, che sente, vede, annusa. La multimodalità di Gemini 2.0 riassume in real time tutte queste caratteristiche e ha portato già alla realizzazione di progetti come Astra – l’agente AI costruito tramite questo modello che percepisce la realtà circostante ed è in grado di suggerire all’utente finale quello che gli è utile in quel momento, in ottica produttiva – e Mariner – un prototipo di ricerca che esplora il futuro dell’interazione uomo-agente, a partire dal browser».
La strategia di Google si articola su più livelli, complementari e indispensabili, che consentono di abbracciare soluzioni basate sull’Intelligenza Artificiale. Innanzitutto, c’è l’infrastruttura, con l’annuncio della nuova Tensor Processing Unit (TPU) Trillium che «aggiunge una potenza computazionale di tre volte superiore rispetto alla generazione di TPU precedenti, a parità di investimento. E per noi il 2024 è stato anche l’anno della diffusione nelle nostre ormai 40 Google Cloud Region dell’architettura AI Hyper Computer, che è alla base dell’ottimizzazione infrastrutturale per far lavorare l’Intelligenza Artificiale in maniera ottimizzata e più efficace».
Altro tassello importante su cui sta lavorando l’azienda sono i modelli, «e non si intende solo Genini 2.0, che nella sua versione Flash sperimentale andrà ad arricchire gli AI Studio. Il nostro obiettivo è avere una piattaforma che sia più possibile open, che sia in grado di ospitare anche modelli di terze parti. Nel caso degli Agenti, per esempio, la piattaforma Google, con il suo “Studio Agent”, ne mette a disposizione alcuni “precostituiti” ma dà anche la possibilità di crearne di nuovi in maniera semplice per rispondere a esigenze aziendali o personali di varia natura. Ed è il caso dell’Agente in italiano rilasciato recentemente in Google Workspace, che permette di implementare un processo che incrementa in modo importante la produttività: il 75% dei nostri clienti di quest’area riconosce che l’introduzione di questa caratteristica permette di creare contenuti in maniera collaborativa, più efficiente e più performante».
Tra i modelli spiccano anche quelli di creazione delle immagini che sono stati rilasciati nel 2024, tra cui Imagen 3, che parte da un prompt o in maniera multimodale da un’altra immagine, e Vio, il set di API per la generazione di video che genera degli output ad alta risoluzione partendo da altri contenuti multimediali.
Google traccia cinque trend chiave dell’AI per il 2025
Durante la conferenza stampa Raffaele Gigantino, da luglio Country Manager di Google Cloud Italia, ha condiviso gli insight per il nuovo anno, tracciando i trend che ci accompagneranno, in ambito Artificial Intelligence, partendo da un assunto, ovvero che «giocherà un ruolo importantissimo insieme alla sicurezza e alla sovranità digitale. Da qui l’impegno di Google a investire nello sviluppo di nuove soluzioni e sull’ecosistema per fornire quelle tecnologie abilitanti che portano innovazione, crescita e capacità di far accadere le cose».
AI Multimodale: un mercato da 98,9 miliardi di dollari entro il 2037
«Il lancio di Gemini 2.0 rispecchia la ferma convinzione di Google che il trend dell’Intelligenza Artificiale multimodale sarà centrale nel 2025 e avrà impatti importanti – ha detto il Manager -. La multimodalità abilita un nuovo livello di interazione uomo-macchina e dà la possibilità di integrare diverse fonti. Sono certo che nel corso del 2025 vedremo un proliferare di questi tipi di modelli perché credo che siano la nuova frontiera della tecnologia e che possono aiutare le aziende italiane a guadagnare in produttività e nel caso della Pubblica Amministrazione ad offrire servizi più efficienti e più vicini alle necessità del cittadino».
In particolare, si prevede che il mercato globale dell’AI multimodale raggiungerà il valore di 98,9 miliardi di dollari entro il 2037 e che il 40% delle soluzioni di AI Generativa diventerà multimodale entro il 2027.
Largo agli AI Agent
Gli agenti AI sono sistemi software alimentati dall’AI per perseguire obiettivi e completare attività per gli utenti. Possiamo immaginarli come assistenti digitali proattivi, in grado di automatizzare compiti e aumentare la produttività lungo tutta la catena del valore, e secondo un recente sondaggio di Capgemini l’82% delle organizzazioni prevede di integrarli entro i prossimi tre anni. «Siamo nell’era degli Agenti che interpretano e compiono azioni. E la loro versatilità è straordinaria: basti pensare al supporto che potranno offrire 24 ore su 24, 7 giorni su 7, a chi viaggia, quest’anno in particolare ai pellegrini che si riverseranno in Italia per il Giubileo, offrendo consigli personalizzati e risolvendo i problemi in modo efficiente. Con nuove opportunità sia di business per le aziende che lavorano nel mondo del turismo sia per la PA agevolata nel rendere fruibili gli eventi».
Ripensare la ricerca aziendale con l’AI
Il modo di cercare informazioni online sta cambiando, passando dalla ricerca basata su parole chiave a un’esperienza più intuitiva e multisensoriale. «Ci sarà una creazione di contenuti sempre più sofisticati che risponderanno in modo puntuale alle domande fatte attraverso il prompt. In particolare, si prevede che il mercato della ricerca aziendale raggiungerà i 12,9 miliardi di dollari entro il 2031, trainato proprio dalla crescente adozione di soluzioni di ricerca alimentate dall’AI. Nel 2025 quindi ci aspettiamo un forte impulso anche da questo punto di vista».
Si va verso una Customer Experience potenziata
L’impatto degli agenti di AI Generativa sulla User Experience sarà significativo: «I sistemi alimentati dall’AI possono analizzare i dati provenienti da diverse fonti, individuare potenziali criticità e implementare automaticamente le soluzioni più adatte».
Le aziende, ad esempio, possono inviare informazioni utili ai clienti o indirizzare richieste complesse agli operatori specializzati. Inoltre, gli algoritmi di AI permettono esperienze iper-personalizzate analizzando grandi quantità di dati per identificare preferenze ed esigenze future, personalizzando le interazioni. Tra le principali ricadute spiccano la riduzione dei tassi di abbandono e la crescente fidelizzazione dei clienti.
Più sicurezza con l’AI
«Sempre più si diffonderà l’uso degli AI Security Agent per consolidare le difese, individuare le minacce e rispondere agli attacchi in modo più efficace». L’AI può analizzare enormi quantità di dati per rilevare schemi e anomalie che potrebbero indicare una violazione della sicurezza, consentendo alle organizzazioni di intervenire tempestivamente sulle vulnerabilità e mitigare i rischi. Le grandi imprese e le aziende di settori altamente regolamentati come quello bancario, così come le PMI con risorse limitate per la sicurezza informatica, possono utilizzare queste tecnologie per accedere a soluzioni avanzate di rilevazione e protezione dalle minacce.