Ormai è quasi un assunto che la digitalizzazione a tutti i livelli del settore sanitario rappresenti un vero e proprio volano verso modelli organizzativi più efficienti e, conseguentemente, anche per forti riduzioni della spesa complessiva.
Non stupisce quindi che in USA l’adozione di soluzioni di “digital health” comporterà nei prossimi 4 anni un risparmio di oltre 100 miliardi di dollari per l’intero sistema sanitario. A metterlo nero su bianco un report di Accenture, che ha analizzato quali sono i device digitali connessi e i software di supporto alla diagnostica e ai trattamenti sanitari approvati dalla FDA (Food and Drug Administration) statunitense tra il 2010 e il 2014.
«Nel settore sanitario sta avvenendo una vera rivoluzione digitale, come dimostra l’emergere di nuovi modelli di business e tecnologie che cambieranno la natura stessa dell’interazione tra medico e paziente e le aspettative dei consumatori, e alla fine miglioreranno le condizioni di salute delle persone», commenta nel report Rick Ratliff, Managing Director of digital health solutions di Accenture.
Accenture stima che le soluzioni di digital health hanno già fatto risparmiare 6 miliardi di dollari nel 2014, migliorando il rispetto delle indicazioni dei medici e i comportamenti dei pazienti, e riducendo le entrate nei posti di pronto soccorso. Il complesso dei risparmi salirà secondo la società di consulenza a 10 miliardi quest’anno, e gradualmente tutti gli anni fino ai 50 miliardi del 2018.
Parallelamente le soluzioni di digital health approvate dalla FDA triplicheranno, dalle 33 del 2014 alle 100 del 2018. Un trend che sarà favorito secondo Accenture da quattro fattori:
- L’aumento dell’uso di dispositivi digitali da parte di medici e pazienti, dello sviluppo di soluzioni specialistiche, e della loro integrazione con portali web sanitari e cartelle cliniche elettroniche. In effetti già oggi, come emerge da un’altra ricerca Accenture, un medico USA su 4 usa quotidianamente strumenti di telemonitoraggio per il controllo di pazienti cronici.
- L’aumento della domanda di strumenti di auto-gestione delle cure (self managed care). Secondo Accenture il numero di consumatori USA dotati di dispositivi wearable di fitness (tipicamente orologi o braccialetti “intelligenti”) raddoppierà nei prossimi 5 anni dal 22% di oggi al 43% del 2020, e già il 57% dei consumatori utilizza internet per consultare la propria cartella sanitaria elettronica e trovare indicazioni per l’attività fisica, o informazioni su determinati sintomi e patologie;
- Il recente rilascio di linee guida da parte delle autorità federali USA per lo sviluppo di prodotti sanitari a basso rischio, con precisi confini tra dispositivi di wellness (per esempio i cardiofrequenzimetri da polso) e veri e propri dispositivi medici. Cosa che porterà chiarezza e accelererà i percorsi burocratici di approvazione.
- L’affermazione di criteri value based di valutazione e rimborso degli investimenti, che sta creando un terreno fertile per strategie di business sanitario basate su dispositivi di digital health. Accenture si aspetta che i finanziamenti di progetti di digital health raggiungeranno un valore di 6,5 miliardi di dollari nel 2018.
«Il proliferare di device connessi a internet e l’evolvere delle linee guida normative sta rendendo meno netto il confine tra soluzioni cliniche e di consumer health. Man mano che queste ultime supportano sempre più dispositivi medici, si delineerà un modello di self-care sostenibile soprattutto nell’ambito del monitoraggio di malattie croniche», aggiunge Ratcliff.
In Italia tre fonti potenziali di risparmio
«Anche nell’ambito della nostra ricerca svolta nel 2015 – ci spiega Chiara Sgarbossa, Responsabile della Ricerca dell’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità – abbiamo stimato i benefici dell’innovazione digitale per la Sanità italiana. Ad esempio, la completa diffusione della Cartella Clinica Elettronica, fruibile su dispositivi mobili, consentirebbe di razionalizzare le attività degli operatori sanitari e di annullare i costi di stampa e di gestione del cartaceo, consentendo di risparmiare fino a 1,6 miliardi di euro l’anno. Mentre un’offerta multicanale di servizi digitali ai cittadini (per esempio il download dei referti, la prenotazione online di esami/visite o degli accessi al centro prelievi) accessibili via web, ma anche tramite Mobile App e totem self service, permetterebbe un risparmio fino a 350 milioni di euro all’anno alle strutture sanitarie e di ben 4,9 miliardi di euro l’anno ai cittadini, in termini di minori tempi per recarsi alle strutture e di attesa agli sportelli».