Strategie ESG

IBM DigiGreen: best practice, asset e competenze a servizio dei percorsi ESG dei clienti

Big Blue affianca le aziende con percorsi specifici per accelerare la trasformazione digitale green, che genera effetti positivi in vari ambiti, dal bilancio alla Brand Identity. L’AD Stefano Rebattoni: “Incorporare la sostenibilità nelle strategie aziendali non può più essere considerata un’opzione, ma una priorità per tutti”

Pubblicato il 06 Dic 2022

DigiGreen

In un periodo di sfide epocali per le aziende, che si trovano a gestire scenari complessi caratterizzati dall’indisponibilità crescente di materie prime e componenti, da costi del carburante in aumento e da una spesa energetica alle stelle, pensare a investire nel digitale per ridurre la propria impronta ecologica può sembrare un paradosso o, quantomeno, l’ultimo dei pensieri. E, invece, è proprio questo il momento giusto per iniziare a sperimentare i benefici del DigiGreen e pianificare un futuro in cui, un passo alla volta, tutte le attività e i processi aziendali possono arrivare ad essere davvero più circolari e sostenibili.

DigiGreen, da dove si parte

Il tema è come costruire un futuro più sostenibile con l’aiuto di tecnologie e applicazioni digitali superando anche le difficoltà legate al rallentamento economico attuale.

“Le prospettive di crescita del PIL italiano per il 2023 – esordisce Stefano Rebattoni, Amministratore Delegato di IBM Italia – mostrano un incremento dello 0,3%, quindi una sostanziale stagnazione dopo il +3,4% di quest’anno e il 6,7% del 2021, legati al rimbalzo post pandemia. Caro energia, alti tassi di inflazione e di interesse prosciugano la liquidità delle aziende italiane e noi come IBM siamo convinti che gli investimenti DigiGreen, l’innovazione digitale indirizzata verso gli obiettivi di sostenibilità ambientale, potranno contribuire non solo a preservare meglio le risorse del nostro pianeta, ma anche a migliorare le performance di business. Gli investimenti in digitale crescono anno su anno, ma la crisi che ci si prospetta per il 2023 è diversa e vede nell’aumento dei costi energetici la causa principale. Ecco perché occorre accelerare la trasformazione digitale nell’area della sostenibilità”.

Incorporare la sostenibilità nella strategia aziendale

C’è, però, un gap tra ambizione e realtà, tra desiderata e applicazione effettiva.

“IDC, in una survey condotta a livello europeo su un campione di circa 1.400 aziende, mostra come investire in AI e Hybrid Cloud porta a un incremento dei profitti in media del 27%, del fatturato del 24,3% e della soddisfazione clienti del 34,6%”. Nonostante tutto, la stessa ricerca evidenzia come solo il 23% dei CEO oggi implementi policy di sostenibilità in azienda. “Incorporare la sostenibilità nella strategia aziendale, quindi, non può essere più considerata un’opzione, ma una priorità, per tutti. Le aziende lo hanno capito e si stanno organizzando, con la definizione di budget ESG specifici, la nomina di responsabili con riporto diretto al CEO, la definizione di piani di ROI molto brevi, che vedono la prevalenza di spese in conto capitale (CapEx – ndr) e un break-even medio nell’ordine dei 12 mesi”, osserva Luca Lo Presti, Sustainability Manager di IBM Consulting Italia.

IBM già dall’inizio dell’anno ha creato una practice dedicata, che raccoglie i talenti più preparati sulle soluzioni di Asset Management, Data Analytics, automazione, IoT, gestione intelligente della Supply Chain, “con l’obiettivo di far evolvere il tema ESG dal mero reporting alla gestione ottimizzata delle risorse e dell’energia”, puntualizza il manager.

DigiGreen, transizione ecologica e indipendenza energetica per accelerare la ripresa

Per intraprendere questo percorso, certamente lungo e difficile, tre sono i passi fondamentali. “Definire gli obiettivi di sostenibilità all’interno delle strategie aziendali – prosegue Rebattoni –; identificare i KPI di cambiamento ambientali, sociali e di governance; infine, pianificare e implementare le azioni utili per raggiungere questi obiettivi”.

IBM mette a disposizione delle realtà che vogliono intraprendere questa transizione una struttura di consulenza capace di disegnare percorsi ottimizzati, che permettono a ciascuna azienda di raggiungere gli obiettivi di sostenibilità più ambiziosi a prescindere da qual è il loro punto di partenza. Ma offre anche soluzioni di gestione delle infrastrutture e Asset Management intelligente, come Tririga e Maximo, e un ampio ventaglio di tecnologie che permettono di efficientare i Data Center, IBM Cloud e Turbonomic in testa. Piattaforme come Sterling Order Management e Supply Chain Intelligence Suite, invece, permettono di estendere il monitoraggio e il miglioramento continuo fino ai partner di filiera, per realizzare catene di fornitura più sostenibili e circolari.

DigiGreen, il valore centrale del dato

L’obiettivo dell’azienda è sintetizzato nel claim “Digitale per il reale” e l’acquisizione, a inizio anno, di Envizi, realtà ben posizionata nel mercato dei cruscotti gestionali di dati ESG (quelli che permettono di seguire l’evoluzione in tempo reale dei KPI di sostenibilità dell’azienda e dei suoi partner), va nella direzione di non farsi trovare impreparati all’avvento di normative più restrittive che, appare certo, non tarderanno ad arrivare.

“Il tema vero – sottolinea Rebattoni – è come trasformare l’ambizione in realtà. Questo a nostro avviso è possibile solo se si mettono al centro di tutto i dati. I dati raccolti sul campo attraverso infrastrutture e sistemi IoT. Quei dati che, opportunamente rielaborati attraverso sistemi di Data Management evoluti, abilitano la governance in tempo reale sui processi operativi. Questo significa che non solo è possibile monitorare le performance, ma anche intervenire istantaneamente nel momento in cui i KPI rilevati si discostano dal percorso tracciato”.

Soluzioni che IBM utilizza al proprio interno per migliorare la propria impronta ambientale. “Abbiamo sviluppato il nostro punto di vista – sottolinea Stefania Asti, Sustainability Leader di IBM Technology – e lo mettiamo a disposizione delle aziende. Si chiama Journey to Sustainability, un percorso articolato, che abbraccia diversi temi e possibili scenari. Quelli che ci vedono più spesso coinvolti sono tre. In primis, la compliance, su cui moltissimi clienti ci chiedono aiuto. Il secondo è la decarbonizzazione di uno o più processi. Il terzo, meno diffuso in verità, è quello che vede il cliente reinventare il proprio modello di business per integrare le opportunità offerte dalla sostenibilità”.

Gli effetti sulla Brand Reputation

C’è, poi, un tema più ampio di Responsible Computing per cui “è possibile, anzi auspicabile, modernizzare l’IT, semplificare le infrastrutture complesse ridisegnandole in microservizi, abilitare l’Hybrid Cloud, spostare il mix tra On Prem e On Cloud… E tutte queste azioni si riflettono, direttamente o indirettamente, sugli Scope 1, Scope 2 e Scope 3 degli obiettivi Net Zero”, evidenzia Lo Presti.

Ma c’è anche, come osserva Stefania Asti, un tema forte di “Brand Reputation legato all’impegno sulla sostenibilità, che deve essere assolutamente supportato da una roadmap di interventi coerenti e iniziative concrete, per evitare di cadere nell’insidia del Greenwashing”.

I campioni italiani del DigiGreen

Diverse aziende italiane hanno già sperimentato i benefici dell’innovazione digitale in chiave sostenibile. Tra le più virtuose, Hera, Metropolitana Milanese e Autostrade per l’Italia.

Nel nostro Paese, attualmente circa il 23% dei rifiuti finisce in discarica. L’obiettivo definito dall’Unione Europea è di arrivare al 10% entro il 2035. Hera già oggi ha ridotto al 4% la quota di rifiuti che finiscono in discarica grazie a un sistema di Visual Recognition montato sui camion di raccolta. La soluzione, che impiega tecnologie di Machine Learning IBM Watson Studio, valuta in tempo reale la qualità del rifiuto e, se ritenuta buona, lo indirizza automaticamente verso i percorsi di riciclo.

Metropolitane Milanesi, che ha in carico la gestione del servizio idrico del capoluogo lombardo, ha adottato la piattaforma IBM Beam IOT per il telecontrollo e la telegestione della distribuzione dell’acqua. La soluzione realizzata, configurata per gestire 100mila sensori e integrata con il Data Lake IBM Cloud Object Storage, ha permesso di realizzare policy di manutenzione predittiva che hanno ridotto sensibilmente perdite e guasti migliorando il servizio agli utenti.

Anche Autostrade per l’Italia ha realizzato un sistema di manutenzione predittiva basato su IBM Argo, la piattaforma di gestione del ciclo di vita di infrastrutture come ponti, viadotti e gallerie. Sviluppata in tandem da IBM e Movyon sulla base di tecnologie di ultima generazione come IBM Maximo, AI e IoT, la soluzione prevede la raccolta dei dati relativi agli asset infrastrutturali, l’archiviazione in un database per la governance dei processi e la realizzazione di un’App mobile a supporto delle ispezioni sul campo e da remoto.

Già oggi la soluzione permette di monitorare costantemente 3.800 ponti e cavalcavia e sarà estesa a breve anche al monitoraggio delle gallerie.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 4