In questa fase post-lockdown in cui il coronavirus resta un’emergenza, la tecnologia è un prezioso alleato delle organizzazioni pubbliche e private per conciliare il ritorno alla piena operatività e la sicurezza dei lavoratori. Si tratta di un delicato gioco di equilibri tra produttività e distanziamento per favorire la ripresa economica e il benessere delle persone. Ne abbiamo parlato con Pier Giuseppe Dal Farra, esperto di IoT e Industria 4.0 di Orange Business Services.
«La tecnologia rimane il principale ausilio in questa fase di new normal», afferma Dal Farra. «Ovviamente strumenti come la videoconferenza, il cloud computing e la gestione da remoto esistevano già prima del Covid-19 e molte organizzazioni li usavano, pur con differenze tra settore e settore. Alcune erano già digitalizzate, altre sono riuscite a mettersi al passo rapidamente, ma chi era rimasto indietro di anni, come alcune aree della Pubblica Amministrazione e della scuola, sono state costrette dall’emergenza a un vero salto quantico».
Who's Who
Pier Giuseppe Dal Farra
Esperto di IoT e Industria 4.0 di Orange Business Services
La competitività della manifattura digitale
Un discorso a parte riguarda i settori propriamente produttivi. «Il lockdown ha spinto ad avviare una seria riflessione su Industria 4.0 e la digital factory», evidenzia Dal Farra. «Molte imprese hanno condotto un’analisi sui loro processi aziendali e capito il ruolo di digitalizzazione, IoT e analytics, dell’integrazione tra fabbrica e supply chain, della dematerializzazione. Anche qui le soluzioni erano già sul mercato, ma non erano capillarmente diffuse. L’emergenza ha fatto da potente acceleratore del cambiamento: il lockdown ha portato alla luce il vantaggio competitivo delle aziende che avevano già implementato tecnologie IoT, analisi dei dati e controllo da remoto».
Social distancing assistant per il ritorno alla produttività
Nel regolare l’accesso alle imprese e agli impianti produttivi, la tecnologia interviene ora aiutando a rispettare precise regole di distanziamento. Orange Business Services propone, in Italia come su scala internazionale, il suo Social Distancing Assistant, che offre, sottolinea Dal Farra, tre caratteristiche essenziali: affidabilità (nella misurazione della distanza e nella qualità dei dati), scalabilità (con la possibilità di ampliare le feature) e rispetto della privacy (piena ottemperanza al Gdpr).
Il prodotto ha una versione entry level che usa semplicemente dei tag, piccoli dispositivi wearable che si portano al collo o fissati ad elmetti, alla cintura o nei giubbotti. I tag, non appena si trovano a distanza minore di quella preimpostata come sicura, emettono avvisi acustici o luminosi o una vibrazione e l’addetto sa di doversi allontanare. «È una versione base che si installa rapidamente. Nessun dato viene salvato», sottolinea Dal Farra. «C’è poi la versione con più funzionalità: per esempio, si può scegliere se installare dei gateway per rilevare i contatti provenienti dai tag e inviarli verso la piattaforma in Cloud. L’installazione richiede un paio di settimane, ma anche in questo caso non viene salvata alcuna informazione personale, perché al tag si lega solo un codice alfanumerico univoco che porta la data e l’orario dell’eventuale contatto. Sta all’azienda decidere come usare questo dato, per esempio per risalire alla singola persona o mandare ai dipendenti un avviso sui contatti avvenuti e eventualmente istituire la quarantena».
Sistema affidabile, scalabile e integrabile
La tecnologia di trasmissione che Orange Business Services usa per il suo Social distancing assistant è l’Ultra-wide band (UWB). «Per noi è la più efficiente e affidabile (accuratezza entro i 10 centimetri)», spiega Dal Farra. «In base a uno studio condotto dagli Orange Labs, ci garantisce gli standard tipici di Orange sulla certezza del dato. Per la comunicazione con i gateway usiamo invece il Bluetooth».
Il Social Distancing Assistant include un cruscotto di controllo e analisi dove si visualizzano tag, contatti, tempi e distanze e si effettuano statistiche. Il sistema è interfacciabile con i sistemi di monitoraggio di persone e asset già esistenti in azienda e può essere, a richiesta del cliente, integrato con questi. I tag possono essere facilmente configurati con una app sullo smartphone da cui si settano i parametri; se il cliente ordina migliaia di tag Orange Business Service li può pre-programmare per velocizzare il lavoro.
Il futuro è nella sicurezza del lavoratore
«L’offerta è sempre declinata in funzione della richiesta del cliente, può essere chiavi in mano ma anche includere attività di supporto e formazione. E offriamo i consueti servizi post-vendita. Vorrei tuttavia sottolineare», conclude Dal Farra, «che questa è una soluzione che non si ferma alla risposta all’emergenza Covid. Noi, come i nostri clienti, pensiamo al lungo termine: possiamo fare tracciamento di asset e persone non solo in ottica di tutela sanitaria, ma più in generale di sicurezza del lavoratore in ambienti critici, come le industrie chimiche o estrattive. Le tecnologie di nuova generazione sono principalmente basate sull’infrastruttura, e meno device-centric, e rappresentano il futuro del tracciamento di persone e oggetti, un grande ausilio per la logistica e per la fluidità dei processi aziendali».