sanitario per facilitare l’accesso alle cure dei
cittadini-pazienti e l’inclusione sociale: sono questi gli
obiettivi dell’Unione Europea in tema di sanità digitale,
ribaditi alla Conferenza internazionale, eHealth
Conference di Barcelona lo scorzo marzo da Neelie Kroes,
commissario Ue per la “Digital Agenda”.
Le ultime ricerche indicano che nel 2050 il 29% della
popolazione UE raggiungerà un’età superiore ai 65
anni. Inoltre,stiamo lottando contro la più grave crisi
economica degli ultimi decenni. Questi due aspetti combinati
spingono a ricercare delle soluzioni innovative in grado di
garantire un buon livello di salute della popolazione e della
qualità della vita. Secondo la Kroes «migliorare i sistemi
di sanità elettronica sarà uno dei modi migliori per affrontare
questa sfida, soprattutto per la gestione delle malattie
croniche, cui sono destinati 7 euro ogni 10 spesi per
l’assistenza sanitaria». La Commissione
Europea ha promosso e sostenuto la ricerca ICT in sanità per
più di due decadi. Questo si è tradotto in oltre 450
progetti di collaborazione che coinvolgono partner di
tutta Europa e più di un miliardo di euro di
finanziamenti. Tutto ciò ha da un lato permesso di
salvare vite e contenere i costi, dall’altro di costruire
un mercato in crescita con oltre 15 miliardi di euro
l’anno di fatturato.
È però necessario sondare altre strade. Per esempio la sanità
elettronica può essere lo strumento che permette ai pazienti di
avere un maggiore controllo sulla propria
salute: già oggi spesso si ricorre alla
consultazione delle informazioni sanitarie via
web prima di consultare il proprio medico. Inoltre può
rappresentare un efficace mezzo a supporto della ripresa
economica: l’ICT, in quanto uno dei principali fattori di
innovazione delle aziende farmaceutiche e dei device medicali,
contribuisce a creare nuovi posti di lavoro e rende più facili i
risparmi per i contribuenti.
Per raggiungere però i risultati sperati e il massimo potenziale
è necessario che ci sia una stretta collaborazione tra tutti gli
attori coinvolti nel “processo salute”, tra cui i
governi, i medici, i pazienti e i player di mercato. Per riuscire
inoltre a perseguire quanto previsto dalla Digital Agenda per
l’Europa una chiave per il successo è creare
un’interoperabilità pan-europea tra le diverse
iniziative, un problema che spesso affligge le
iniziative comunitarie per l’eccessiva disomogeneità dei
diversi Paesi sia a livello legislativo che organizzativo. Un
esempio positivo è il progetto epSOS –volto ad
identificare gli strumenti in grado di garantire
l’identificazione e l’autenticazione del cittadino
certe e sicure, anche in un contesto transfrontaliero di
erogazione dei servizi – che conta nel proprio board 12 Stati
membri e 31 industrie partner.