la domanda di servizi sanitari è in costante
crescita. Il trend viene spiegato con l’aumento
dell’età media, l’incremento della cultura sanitaria
e la maggiore articolazione dei percorsi di assistenza oggi
disponibili. Si prevede, di conseguenza che la spesa pubblica
sanitaria, che nel 2007 con 102 miliardi rappresentava il 6,7%
del PIL nazionale, raggiungerà l’11% nel 2025. In questo
scenario, l’innovazione digitale diviene
uno dei fattori chiave per la riduzione della
spesa.
Ma a che stadio è l’adozione dei Servizi Digitali al
Cittadino nel nostro Sistema Sanitario Nazionale e quali sono i
servizi considerati più rilevanti per rendere la Sanità più
accessibile? Questi due aspetti sono stati approfonditi dalla
Ricerca che ha coinvolto 118 Chief Information Officer (CIO)
delle più rilevanti strutture sanitarie italiane, condotta
dall’Osservatorio ICT in Sanità della School of
Management del Politecnico di Milano.
In termini di diffusione, è emerso come tutti i servizi
concettualmente riconducibili al mondo del piano E-gov avviato
nel 2009 dal ministero dell’Innovazione (download
dei documenti, accesso online ai dati, pagamento online, servizi
sms, servizi multimediali, gestione delle prenotazioni e
richiesta e prenotazione farmaci), che quindi hanno
funzionalità tipicamente amministrative, abbiano non solo un
buon grado di penetrazione oggi, ma anche
interessanti prospettive di introduzione nei prossimi 12 mesi.
Tra quelli analizzati è il servizio di prenotazione online
quello che attualmente è maggiormente presente (nel 45% delle
aziende del campione) e la cui diffusione nel breve periodo
raggiungerà il 70%, insieme ai servizi di remainder via Sms che
entro il 2010 saranno presenti nel 57% delle strutture.
Decisamente diverso appare, invece, il panorama relativo ai
servizi legati al mondo della Medicina 2.0, come i forum,
i blog, le wiki e le chat. L’analisi condotta ha
evidenziato, infatti, che ad oggi questi servizi sono
ancora poco diffusi (meno del 10%) e che la
previsione di introduzione nei prossimi 12 mesi è ancora
inferiore alla soglia del 20%. Nonostante la possibilità teorica
che le tecnologie ICT offrono per soddisfare l’esigenza dei
cittadini di disporre di strumenti più interattivi e che li
mettano in comunicazione tra di loro e con la comunità
scientifica, non sembra emergere una precisa volontà
delle aziende di investire in tale direzione. È
altresì vero che per questa famiglia di applicazioni, ancora
più che per le altre, è particolarmente difficile individuare
dei benefici a livello aziendale e le organizzazioni sanitarie
riescono con difficoltà ad individuare un proprio ruolo
all’interno della Medicina 2.0.