Sempre più spesso, negli ultimi anni, i manager si trovano a riflettere sulla possibilità di ribaltare il paradigma economico della “crescita a somma zero”, per cui lo sviluppo di un’azienda avviene a spese di quello di altri soggetti economici o sociali.
È lecito, quindi, domandarsi se sia possibile conciliare la crescita del business con la capacità di produrre benessere per i diversi portatori di interesse nell’azienda, i cosiddetti stakeholder – che si tratti di clienti, partner, dipendenti o della comunità nella quale l’azienda è inserita e opera.
Questo è un tema molto dibattuto, sul quale Giovanni Gavioli, Managing Director di Esker Italia, ci aiuta a far chiarezza in questo breve video.
L’imperativo del QuitPaper
Da sempre Esker ha avuto un occhio di riguardo verso la tutela dell’ambiente. «QuitPaper era uno slogan che abbiamo iniziato ad usare nel lontano 2003 – spiega il manager –. Poi, durante il periodo del Covid, abbiamo analizzato con alcuni clienti quali benefici sono stati prodotti in concreto dalle nostre soluzioni e ci siamo immediatamente resi conto che questi vantaggi andavano ben al di là dei semplici aspetti economici. Abbiamo, quindi, elaborato il concetto di Positive-Sum Growth, crescita a somma positiva in italiano». Cosa significa in concreto? «Significa che il beneficio per chi usa le nostre soluzioni e servizi si estende a tutti coloro i quali vengono in qualche modo toccati dalla nostra piattaforma generando, appunto, una Positive-Sum Growth». Riassumendo il concetto in altre parole, «il mio beneficio non va a detrimento di altri ma, anzi, assicura a tutti un ritorno positivo».
Questo obiettivo lo si raggiunge in diversi modi che vanno ovviamente dal ROI interno, comunque imprescindibile, alla «fruibilità delle soluzioni da parte di tutti, dunque dei dipendenti, dei clienti e dei partner commerciali dei nostri clienti, fino a ottenere la soddisfazione di vedere i ruoli e le attività svolte dagli operatori elevati verso attività a maggior valore aggiunto».
Tutto questo senza dimenticarsi del pianeta perché «senza volerci fregiare di essere una green company in tutti i suoi aspetti, Esker e le sue soluzioni aiutano a ridurre l’impatto ambientale in modo evidente e concretamente, nel quotidiano. Ad esempio, il limitare pesantemente la necessità di carta nei processi interni già aiuta. Inoltre, come sappiamo, la carbon footprint di un ambiente in Cloud vale circa il 30% di quanto sarebbe necessario se le stesse soluzioni fossero in una classica installazione on premise. E così via…».
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