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Moroso, una nuova infrastruttura Cloud al servizio del business in crescita



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In partnership con Project, l’azienda di haute couture del design passa ai servizi cloud di Azure per gestire sistemi e applicazioni critiche, ottenendo scalabilità e continuità operativa. I dettagli del progetto nel racconto di Gianpaolo Climelli, IT Manager della società

Pubblicato il 9 set 2024



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Quando cultura familiare e visione strategica si incontrano, nascono imprese capaci di distinguersi sul mercato globale per qualità ed efficienza. Per supportare la continuità operativa, è strategico aggiornare l’infrastruttura IT interna per rispondere alle nuove necessità organizzative. Una storia esemplare è rappresentata da Moroso Spa, che ha deciso di migrare i sistemi informativi aziendali sulla piattaforma cloud Microsoft Azure. L’iniziativa è stata sviluppata in collaborazione con WeAreProject.
Raccontano i dettagli del progetto Gianpaolo Climelli, IT Manager della società, insieme a Elias Moioli e Lorenzo Brambilla Pisoni, rispettivamente Microsoft Solution Team Leader Azure e Microsoft Solution Specialist di WeAreProject.

Il Cloud per ottenere flessibilità e continuità

Fondata nel 1952, Moroso Spa produce divani, poltrone e complementi d’arredo rigorosamente Made in Italy, caratterizzati da lavorazione artigianale e impulso creativo. Insieme alle consociate inglese e americana, l’azienda ha raggiunto un fatturato di quasi 30 milioni di euro e si posiziona oggi nellʼhaute couture del design mondiale.
«Come dipartimento IT interno – spiega Climelli – il nostro compito è raccogliere le esigenze della proprietà e del business per indirizzare processi e modalità di lavoro, fornendo le soluzioni più adatte. Nello specifico, l’azienda ha optato per un rinnovamento tecnologico del parco server in-house. Insieme alla direzione, abbiamo condiviso una strategia optando per l’acquisizione di un servizio, quindi scegliendo un approccio diverso rispetto al passato. Da qui abbiamo definito gli obiettivi del progetto e abbiamo redatto un documento di specifiche tecniche, anche grazie al lavoro in team con il collega Massimo Di Leonardo».
Come chiarisce Climelli, i requisiti che hanno guidato la realizzazione dell’iniziativa hanno riguardato in particolare la necessità di costruire un ambiente flessibile e scalabile, che permettesse di lavorare non più in una sede fisica predefinita ma piuttosto in mobilità.

La partner selection e l’orientamento al Cloud

Considerando tali priorità e i vincoli di budget, è stato avviato il processo di selezione del partner. «Con il team di WeAreProject – prosegue Climelli – abbiamo trovato subito condivisione di obiettivi e grande sintonia. Per noi è fondamentale stabilire una relazione personale con i collaboratori, trovando un’affinità di pensiero e modus operandi. C’è stata intesa con ogni componente aziendale, dal primo contatto commerciale agli esecutori del progetto, a riprova che l’approccio lavorativo di WeAreProject si è integrato perfettamente con la nostra organizzazione».
L’armonia con il partner si rivela particolarmente preziosa quando bisogna confrontarsi con soluzioni e modelli IT. «WeAreProject – continua Climelli – ci ha accompagnati e pienamente supportati nel traguardare un’iniziativa che per noi era un’assoluta novità. Attualmente, per la nostra realtà di respiro internazionale, il cloud rappresenta una soluzione ottimale per garantire la disponibilità dei servizi alla sede centrale, alle consociate e ad agenzie che lavorano in tutto il mondo. Con l’infrastruttura in essere, non avremmo potuto fornire la stessa qualità e continuità operative».
Insomma, la strada da intraprendere era chiara, ma prima di avviare il progetto sono state effettuate puntuali valutazioni economiche sulla convenienza dell’as-a-service. «Abbiamo considerato – aggiunge Climelli anche tutti i vantaggi della riduzione dei costi di questo tipo di soluzione, come demandare al provider le operazioni di aggiornamento infrastrutturale con il relativo impegno di tempo, competenze e risorse o i costi conseguenti ad una interruzione dei servizi, considerando il livello superiore di business continuity offerto dai servizi cloud».


Progetto a quattro mani nel rispetto dei tempi

Alla luce di tali premesse, WeAreProject e Moroso iniziano la pianificazione e l’implementazione dell’iniziativa, lavorando a quattro mani.
«Anche con un cliente così preparato e con le idee molto chiare – interviene Brambilla Pisoni -, il nostro compito è suggerire ulteriori miglioramenti facendo leva sulle ultime novità tecniche e tecnologiche. Le soluzioni proposte sono state basate e motivate sugli input forniti, mettendo a disposizione tutte le nostre competenze sulla piattaforma Azure». «WeAreProject – commenta Climelli – ci ha guidati nella fase di sviluppo progettuale, fornendoci rassicurazioni e mettendoci nella condizione di offrire garanzie ai nostri stakeholder e interlocutori interni, dalla dirigenza ai colleghi a fronte di un inevitabile cambiamento delle modalità lavorative dovuto all’adozione del cloud».
La realizzazione del progetto, dalla firma del contratto con WeAreProject alla piena operatività, è durato circa quattro mesi nel totale rispetto delle tempistiche. Bisogna però sommare gli step preliminari di raccolta dei requisiti e partner selection.
Lo switch off della vecchia infrastruttura è avvenuto nel gennaio 2024 e l’iniziativa ha visto la migrazione di applicazioni altamente critiche, come la piattaforma ERP e il sistema di gestione documentale.

I vantaggi ottenuti e i prossimi step progettuali

Il passaggio al cloud di Azure ha permesso a Moroso di ottenere i risultati auspicati.
«Inizialmente – chiarisce Climelli – abbiamo definito dei parametri di performance che già in fase di test erano stati pienamente soddisfatti. Anche con il go live, le prestazioni si sono mantenute ottime ma chiaramente eravamo pronti a sfruttare la scalabilità del cloud nel caso le risorse acquistate si fossero dimostrate insufficienti. Se avessimo fatto valutazioni errate, avremmo comunque avuto la possibilità di rimediare e ciò fornisce una buona rassicurazione. Inoltre, la scalabilità non è solo una questione tecnica ma anche economica: il cloud, infatti, permette alle aziende di investire gradualmente, senza dover anticipare eventuali spese in previsione di necessità future. Si acquistano solo le risorse per coprire le esigenze contingenti».
Attualmente Moroso ha implementato un ambiente ibrido, mantenendo alcune risorse on-premise ma prevede di ampliare le iniziative di migrazione. «Abbiamo completato una prima fase di modernizzazione dei servizi – continua Climelli – ora proseguiremo portando in cloud file e documenti che attualmente risiedono sui sistemi interni, per facilitarne la condivisione».
Tuttavia, qualsiasi evoluzione va affrontata cum grano salis. «Il cloud – suggerisce Moioli – ha il vantaggio della scalabilità e della flessibilità, ma bisogna essere molto consapevoli delle risorse che si vanno a implementare per mantenere il controllo e non incappare in costi non preventivati. Abbiamo perciò adottato sistemi di monitoraggio dell’ambiente per evitare che i benefici auspicati si trasformassero in situazioni impreviste».
Insomma, come suggerisce l’esperto di WeAreProject, il principio alla base di una cloud adoption vincente passa attraverso un attento controllo e uno studio iniziale estremamente meticoloso. «Il disegno architetturale e le scelte tecnologiche – aggiunge – sono cruciali perché determinano successivamente la possibilità di effettuare analisi puntuali sull’infrastruttura e intercettare così eventuali problemi che richiedono interventi tempestivi per evitare disservizi».
Iniziare con il piede giusto e affidarsi ad un partner esperto sono ingredienti fondamentali per un’adozione del cloud efficace, conveniente e a prova di futuro.

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