Rispetto ai primi approcci verso il mondo del cloud computing di qualche anno fa, l’attenzione dei fornitori si sta progressivamente spostando dalle grandi aziende verso il mondo delle piccole e medie imprese (PMI). Preso atto delle difficoltà nel trasferire l’operatività di grossi data center, la partita si concentra sulle prospettive di riduzione dei costi e sulle possibilità di ovviare alla mancanza di competenze specializzate.
Una tendenza confermata da uno studio Boston Consulting Group condotto su cinque Paesi, ovvero USA, Germania, Cina, India e Brasile, ma i cui risultati e prospettive vengono considerati dalla nota realtà di consulenza strategica internazionale rappresentativi per tutto il mondo. La potenziale crescita legata all’adozione di nuove tecnologie nel mondo PMI è stimata in un fatturato di 770 miliardi di dollari e 6,2 milioni di posti di lavoro. A riprova di questo, dal 2010 al 2012 le PMI che hanno adottato strumenti IT moderni sono riuscite ad aumentare il proprio fatturato di 15 punti percentuali più rapidamente e hanno creato il doppio dei posti di lavoro rispetto alle altre.
Argomenti di questo genere toccano molto da vicino l’Italia e non a caso al riguardo Assolombarda ha organizzato Digitali per Crescere, un convegno proprio per sensibilizzare il settore e creare un momento di confronto, grazie anche alla presenza di esperti in materia a testimonianze sia nel settore privato sia in quello pubblico. Una decisione la cui validità è stata confermata da un contributo di primo piano assoluto nel contesto internazionale del panorama IT.
«Il tema della tecnologia offre una grande opportunità di sviluppo per il mondo PMI, un acceleratore per la crescita, soprattutto in Italia – afferma Jean-Philippe Courtois, Presidente di Microsoft International -. La prossima onda evolutiva già in atto è fornire strumenti per la mobilità. Vale a dire, hardware e software integrati attraverso il cloud per garantire la libertà di azione necessaria. Nel nostro scenario, chiunque può lavorare in qualsiasi situazione con i mezzi preferiti».
In questa direzione l’azienda si muove ormai da tempo mettendo a punto gli strumenti, con la piattaforma Azure prima di tutto, ma anche con le più recenti evoluzioni di Windows mirate a creare l’ambiente su misura e operazioni come l’acquisizione di Skype. «Mi sento spesso rivolgere la domanda sul perchè adottare il cloud – spiega Courtois -. Sono essenzialmente cinque le buone ragioni per non esitare. Prima di tutto, i costi di proprietà decisamente inferiori: per la natura stessa delle PMI si parla di un impatto fino a quaranta volte solo per la gestione dei server. A questi aggiungiamo fattori importanti in termini di efficienza, come la scalabilità praticamente immediata, la possibilità di accesso ovunque ai dati, la maggiore produttività e infine vantaggi sulle operation».
Ma soprattutto il messaggio inviato alle PMI vuole essere improntato alla massima semplicità, privo il più possibile di considerazioni e incombenze di natura tecnica, superando al tempo stesso uno degli scogli storici, spesso emotivi. «Gli strumenti più apprezzati del cloud sono i servizi di e-mail, collaborazione, condivisione di documenti e archiviazione indipendente da un luogo fisso – sottolinea Cortois -. Inoltre la sicurezza resta un aspetto molto importante, ma non come si è portati a ritenere. Nel 75% dei casi viene infatti indicata proprio come uno dei maggiori vantaggi del cloud».
Un dato, quest’ultimo, a tutti gli effetti in totale controtendenza con quanto emerge spesso dal panorama italiano, sia a livello di offerta sia di domanda. «Pensare che i dati siano più al sicuro nel proprio server è ormai un pregiudizio – interviene Carlo Purassanta, Amministratore Delegato di Microsoft Italia -. La grande azienda specializzata può garantire competenze e strutture impensabili per una PMI. Anche privacy e sicurezza sono ormai garantite dai provider attraverso condizioni molto chiare. Abbiamo parlato a lungo di paura del cloud; ora è il momento di voltare pagina ed è quanto sta accadendo».
I fatti sembrano infatti indicare chiaramente una tendenza ormai avviata, non senza una certa sorpresa, con l’Italia alla testa del gruppo. «Attualmente, risulta interessato al cloud il 53% delle aziende italiane, contro la media europea del 33% – conclude Courtois, citando una ricerca Ipsos-Mori -. La posta elettronica è scelta nel 67% dei casi, mentre il 50% usa la condivisione dei documenti. Oltre alla sicurezza, infine, il 74% apprezza la semplicità e il 72% il vantaggio in termini di business».