Il modello Industry 4.0, cioè l’applicazione del paradigma Internet of Things nei processi produttivi, offre grandi opportunità per le imprese del settore manifatturiero e in particolare per quelle del Made in Italy. Lo ha capito il Gruppo Cimbali, leader a livello mondiale nella produzione di macchine per il caffè professionali con una quota di mercato pari al 25%, che conta su quattro stabilimenti produttivi con 600 dipendenti, di cui il 35% opera all’estero. La società ha messo in campo un progetto che ha portato alla “macchina del caffè connessa”, che grazie a componenti comunicanti rende le macchine intelligenti, in grado cioè di fornire informazioni per un miglior servizio di assistenza e manutenzione in ottica predittiva, e molti altri vantaggi in termini di visibilità dei processi.
Per il Gruppo Cimbali, l’esportazione gioca un ruolo importantissimo: l’80% della produzione va all’estero, in oltre 100 paesi. Il contesto è dunque costituito da macchine Cimbali presenti in tutto il mondo e l’obiettivo è quello di garantire ovunque il livello di qualità associato ai marchi Cimbali. Il Gruppo infatti progetta, produce e distribuisce macchine professionali per caffè e attrezzature dedicate alla caffetteria con una serie di marchi ben noti come La Cimbali, Faema, Casadio ed Hemerson e offre una serie di soluzioni per il bar e la ristorazione professionale che puntano a portare nei punti vendita di tutto il mondo la qualità del prodotto finale unitamente ad affidabilità, design e prestazioni.
Un importante valore aggiunto che è anche un vantaggio competitivo è rappresentato dal tema della garanzia di poter assicurare lo stesso livello di
qualità nel corso del tempo, in ogni condizione, in ogni luogo, anche a fronte di diversi carichi di lavoro o di diverse problematiche di lavoro. Lo scenario in cui si colloca questo progetto è quello di un mondo nel quale l’intelligenza negli oggetti si diffonde a macchia d’olio con la prospettiva di arrivare a 20 miliardi di oggetti intelligenti nel 2020 con una crescita esponenziale di dati e informazioni che provengono dal territorio, dall’industria, dalle case, dall’agricoltura, che aprono nuove prospettive di conoscenza nei confronti degli ambienti, dei processi produttivi, delle filiere. Questa opportunità si concretizza anche grazie alle soluzioni di geolocalizzazione associate agli oggetti intelligenti. In questo modo l’intelligenza diffusa può parlare per raccontare l’ambiente che la circonda, per permettere una lettura reale e vissuta di ciò che accade ogni momento, ad esempio nel mondo della produzione o dei servizi.
Nel 2014 la società in partnership con Abo Data ha dato vita a un progetto di Internet of Things che attiva un collegamento diretto tra le macchine del caffè e Internet in modo da raccogliere dati e informazioni sulle macchine stesse e sul loro funzionamento a livello mondiale del parco macchine.
La base tecnologica in termini di intelligenza collocata sulle macchine è rappresentata dalla componentistica elettronica ST che permette a ciascuna macchina di comunicare in modo spontaneo senza infrastrutture locali. La piattaforma PLAT.ONE di Abo Data a sua volta, che risiede su Cloud Computing di Microsoft, Azure, permette di raccogliere i dati dalle macchine presenti in tutto il mondo e di rappresentarli all’interno di cruscotti strategici che offrono ai clienti una serie di preziose informazioni utili sotto diversi punti di vista. Si tratta infatti di informazioni che guidano i processi legati alla manutenzione e permettono di sviluppare logiche di predictive maintenance, ma sono dati altrettanto preziosi dal punto di vista delle logiche marketing e commerciali che permettono di disporre di una rappresentazione molto raffinata del mercato, ad esempio sul consumo di determinati prodotti in determinate aree geografiche o in determinati orari.