A distanza di tantissimi anni c’è ancora enorme confusione sulla terminologia che riguarda la cartella clinica digitale. Nella stragrande maggioranza dei casi la prima domanda a cui dare risposta è: che differenza c’è tra informatizzata ed elettronica?
La cartella informatizzata è una soluzione che tende a sostituire la carta con un dispositivo informatico: un tablet, un PC, un notebook, e così via. Al termine del processo, la cartella informatizzata viene stampata e firmata da direttori sanitari e medici, esattamente come si faceva con i prestampati quando nelle strutture sanitarie si usava solo e rigorosamente la carta, e il dossier viene conservato dentro cartellette e faldoni, alla “vecchia maniera”. Quindi si evince che la Cartella Clinica Informatizzata non permette di gestire tutto il processo documentale in formato digitale: ogni singola prescrizione, somministrazione, ogni variazione nella diagnosi, nell’anamnesi, ogni evoluzione del diario clinico, referto, consenso, ecc. dovrà essere stampata, firmata e archiviata analogicamente.
La cartella clinica elettronica, invece, non passa dal cartaceo, nasce e viene conservata in formato digitale. Si tratta, infatti, di una modalità che prevede l’uso di firme digitali, firme elettroniche e procedure informatiche, per cui la stampa dei documenti – durante il percorso o alla fine – andrebbe a compromettere severamente l’ammissibilità della documentazione come prova, in caso di contenziosi o di indagini giudiziarie. La questione legata alla firma e alle diverse tipologie ammesse è in tal senso quindi uno dei nodi centrali: sottostante alla gestione della cartella clinica elettronica c’è un sistema di normative, procedure, tecnologie e metodologie, che permettono di gestire tutto il flusso documentale, non solo in formato digitale, ma anche a norma di legge.
Che relazione c’è tra la Cartella Clinica Elettronica e la telemedicina?
È chiaro dunque, che non si può prescindere dalla cartella clinica elettronica, anche nel caso in cui si riuscisse a implementare un processo di telemedicina.
Come possiamo pretendere di gestire il paziente da casa, se la documentazione clinica risulta ancora cartacea e il dato ancora analogico? È necessario avere la storia del paziente in digitale, dall’inizio alla fine e a norma di legge, per gestire in modo efficace ed efficiente la telemedicina.
Per questo una clinica o un ospedale che vuole digitalizzare il rapporto con il paziente, non può non abbandonare totalmente la carta. Per farlo occorre fare riferimento alla cartella clinica elettronica e non a quella semplicemente informatizzata, che può trarre in inganno per l’utilizzo di sistemi informativi digitali.
Proprio questi temi sono stati affrontati in occasione dell’evento nazionale Vertice Sanità Digitale, che ha visto tra i partner anche l’Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano, che ci ha permesso di rispondere alle seguenti domande:
- Nel caso delle Cartelle Cliniche Elettroniche, come posso garantire l’autenticità del documento? Come posso mostrare a un tribunale come sono stati firmati i documenti e da chi, se nulla transita più dalla carta?
- Come gestire le firme elettroniche dei medici senza necessità di avere con se dispositivi fisici (chiavette usb, smatphone)?
- Quali documenti devono essere sottoscritti con la firma digitale forte e quali invece possono essere sottoscritti con la firma elettronica semplice?
- Come rendere la cartella clinica informatizzata una cartella clinica elettronica?
- E come gestire gli allegati esterni della cartella clinica elettronica?
Per chi fosse interessato a riguardare il nostro intervento, la registrazione del webinar è disponibile gratuitamente a questo link.