Strategie

Camisa, Dedagroup: «Accompagnamo un cambiamento culturale molto profondo»

«Dobbiamo parlare una lingua diversa, spiegando processi e non tecnologie, proponendo non tanto performance quanto metriche di business e prospettando il reale impatto delle soluzioni sui risultati e sulle strategie aziendali». L’AD del Gruppo, che conta 1700 collaboratori, racconta la sua ricetta per affrontare le sfide di oggi

Pubblicato il 24 Nov 2015

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Gianni Camisa, Amministratore Delegato di Dedagroup ICT Network

Una competizione tanto vasta su scala globale quanto serrata sul piano locale. Un processo di metamorfosi delle skill, delle esigenze e persino dei linguaggi di business che richiede capacità di adattamento ancor più che flessibilità. E soprattutto l’imporsi di un mercato customer-centric, con strategie di ingaggio e personalizzazione liquide. Sono queste le sfide di oggi secondo Dedagroup ICT Network.

«La ricetta giusta per vincerle non esiste – ammette Gianni Camisa, AD della multinazionale trentina – ma il modello che abbiamo elaborato sembra funzionare molto bene». Camisa spiega che il modello è fondato su cinque aspetti fondamentali. «Siamo innanzitutto vicini ai clienti e all’ecosistema in cui sono inseriti, supportandoli nel loro percorso di trasformazione digitale. Stiamo accompagnando un cambiamento culturale interno ed esterno molto profondo, prendendo coscienza che i nostri interlocutori sono radicalmente cambiati. Dunque anche noi dobbiamo parlare una lingua diversa, spiegando processi e non tecnologie, proponendo non tanto performance quanto metriche di business e prospettando il reale impatto delle soluzioni sui risultati e sulle strategie aziendali». Il terzo punto riguarda la capacità di dare risposte nuove a nuovi bisogni, o addirittura anticiparli, trovando il punto di equilibrio tra innovazione e integrazione di componenti tecnologiche concrete e robuste. «Un concetto che definiamo “innogration” e che opponiamo alla sperimentazione fine a se stessa, che spesso non presenta a nostro avviso profili di rischio accettabili».

Il quarto asse ha a che fare con un processo strutturato di revisione dell’offerta. «Non possiamo più limitarci a proporre ERP o altri tipi di software. Dobbiamo integrare, arricchire le soluzioni consolidate con componenti crossfunzionali che espandano le potenzialità dei prodotti. Infine, diamo il benvenuto a chi per accademia o per mestiere si occupa di innovazione. Attraverso i FIT Talks, incontri di confronto a tema, cerchiamo di costruire una visione a 360 gradi sullo scenario», racconta il manager.

Oggi il network internazionale di Dedagroup – con un fatturato di 205 milioni di euro e 1700 collaboratori– forma una galassia di imprese specializzate in vari ambiti dell’ICT. «La logica che adottammo otto anni fa sembra funzionare, siamo riusciti ad adattarci a un mercato che non ha di certo brillato, e a crescere nonostante il contesto», commenta Camisa.

I plus di questo approccio? «La capacità di attivare le diverse competenze del gruppo attorno alle esigenze del cliente, secondo un metodo progettuale agile e in un’ottica di condivisione del rischio. Una filosofia, la nostra, che esercita un certo fascino sul mercato. Ormai sono i partner che vengono a cercarci e ci troviamo a competere con tutti i grandi player globali. Allo stesso tempo, però, spesso affrontiamo localmente soggetti molto specializzati e radicati sul territorio. Per questo riteniamo estremamente importante sviluppare una capacità di azione globale mantenendo però al contempo una costante attenzione al contesto territoriale in cui operiamo» conclude il manager.

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