Reportage

Oracle, il Cloud in azione: parlano i clienti italiani

All’Oracle Cloud Day 2016 il country manager Fabio Spoletini ha spiegato che la spesa delle aziende in ICT as a service è decollata anche in Italia, ma la parte di Public Cloud rimane bassa: «Mancano ancora le PMI, ma il 60% dei manager italiani sa che questi investimenti sono strategici». Ampio spazio alle testimonianze degli utenti, tra cui Amplifon, Generali, GE Oil & Gas, Luxottica, Ministero del Lavoro, Moneyfarm, Sirti e Telecom Italia

Pubblicato il 16 Nov 2016

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L'intervento di Andrew Sutherland all'Oracle Day 2016 di Milano

«Quello di oggi è l’evento più importante per noi, e il Cloud è il tema più importante per Oracle Corporation». Fabio Spoletini è stato chiaro nell’aprire l’Oracle Cloud Day a Milano, davanti a quasi 2000 persone. Citando dati dell’Osservatorio Cloud del Politecnico di Milano, il country manager di Oracle Italia ha sottolineato che i progetti di “ICT as a service” sono finalmente decollati anche in Italia («la spesa in progetti Cloud nel primo semestre 2016 è cresciuta del 20%, salendo a 1,77 miliardi di euro») ma che rappresentano ancora troppo poco, solo il 3% dell’intero mercato ICT italiano, contro l’11% dell’Europa, che diventerà il 50% nel 2020.

«Per di più una gran parte dei 1770 milioni spesi in Italia è polarizzata sulle grandi aziende, 30-40 realtà: le PMI non sono ancora saltate sul carro del Cloud, è qui che serve un cambio di passo. E poi solo 600 milioni sono spesi in Public Cloud, il resto è speso in hardware e software per le “cloud enabling infrastructure”».

Un dato confortante però emerge da un’indagine Oracle su scala europea, secondo cui in Italia il 60% dei manager è consapevole che il Cloud è una leva importante di cambiamento, e il 35% prevede di fare investimenti Cloud nel 2017. «Le parole emerse dalle interviste con questi manager italiani sono efficienza, flessibilità, velocità, digitale, opportunità, sicurezza. Quest’ultimo è un tema che continua a ricorrere, in tutte le discussioni, anche se è scontato che noi fornitori dobbiamo garantire elevati livelli di sicurezza».

Comunque l’obiettivo delle 1200 persone di Oracle Italia, ha sottolineato Spoletini, «è accompagnare le aziende in un percorso di trasformazione e innovazione basato sull’offerta completa e aperta di soluzioni Cloud di Oracle».

Fabio Spoletini, Country Manager di Oracle Italia

Investire in tecnologie digitali è necessario, ha poi spiegato Andrew Sutherland, Senior Vice President, Business Development Systems And Technology Oracle EMEA & APAC, in uno scenario economico in cui i dati sono il “petrolio” della nuova economia, anche se a differenza del petrolio i dati creano altri dati, e vedono il loro valore aumentare quando sono combinati con altri dati.

La vera trasformazione consiste nel passaggio dal mero possesso e accumulazione dei dati, a una strategia “data-driven”, cioè ispirata dall’analisi dei dati, ha detto Sutherland citando vari casi tra cui Netflix («dall’analisi di cosa guardavano i loro clienti in TV hanno capito che il mercato era pronto per un “politic drama” e hanno prodotto “House of Cards”, che ha in effetti avuto un enorme successo»), Brita, Vinci Facilities e l’aeroporto di Manchester.

La parola è poi passata direttamente ai clienti, cominciando da Paolo Galvani, cofounder e chairman di Moneyfarm, che offre servizi di consulenza finanziaria indipendente attraverso una piattaforma digitale totalmente basata su Cloud. Fondata nel 2011 («non siamo più una startup»), oggi Moneyfarm impiega 85 persone nelle sedi di Milano, Cagliari e Londra. «Facciamo tutto online, anche se grazie al Cloud non abbiamo mai comprato neanche un server. Nel Regno Unito due nuovi clienti su tre arrivano dalla Mobile App. Il nostro modello di business si basa completamente sull’analisi dei dati tramite una serie di algoritmi, uno dei principali definisce il profilo di rischio del singolo cliente attraverso una serie di domande, un altro associa questo profilo ai prodotti di investimento disponibili».

Oracle Cloud Day 2016

Altre sette testimonianze dirette nella tavolta rotonda della sessione plenaria, con altrettanti responsabili di business line di realtà di primo piano dell’economia

italiana, a confermare che Oracle ha come interlocutori primari per le sue soluzioni Cloud proprio le line-of-business, più che l’IT aziendale. «Un paio d’anni fa abbiamo lanciato una piattaforma digitale industriale, spostando le nostre applicazioni dai nostri data center al Public Cloud, e quindi applicando nuovi modelli di business prima di tutto a noi stessi – ha spiegato Angelica Tritzo, Direttore Sistemi Informativi Turbomachinery Solutions di GE Oil & Gas -. Il mercato oil e gas negli ultimi due anni è sottoposto a enormi pressioni, e il Cloud è di grande aiuto nel controllo dei costi, ma un altro grande beneficio è la riduzione dei tempi dei progetti ICT, che ora durano settimane o al massimo qualche mese».

«Stiamo creando il primo sistema informativo HR di gruppo, esteso su 50 paesi: non avevamo competenze interne per sviluppare una soluzione del genere, e poi abbiamo visto il Cloud come leva per “forzare” una mentalità nuova e l’accettazione del cambiamento – ha raccontato Alessandro Protasoni, Head of Group Strategic Workforce Planning and HRIS, Assicurazioni Generali -. L’obiettivo è diventare sempre più data driven nell’HRM, per capire dove i gap di competenze sono più forti rispetto alle necessità, e poi standardizzare il più possibile i processi, per esempio la gestione dei talenti e il recruiting».

Anche il settore pubblico era rappresentato nella tavola rotonda grazie a Daniele Lunetta, Direttore della Comunicazione e prodotti editoriali del Ministero del Lavoro. «Abbiamo tanti prodotti editoriali, come report e indagini di customer satisfaction, vendiamo informazioni legate al mondo del lavoro., e abbiamo deciso di investire su marketing e comunicazione digitale per raggiungere meglio i nostri clienti. Non avevamo competenze interne per sviluppare velocemente una soluzione, così ne abbiamo scelta una in Cloud: sono bastati 34 giorni per renderla operativa e mandare la prima “DEM” (direct email marketing, ndr)».

Oracle Cloud Day 2016

Giovanni Iacobelli, HR Information System Manager di Telecom Italia, conferma che il Cloud è «una fantastica opportunità» per innescare un ripensamento dei processi, semplificandoli e standardizzandoli. «Abbiamo avviato un progetto in area HR, implementando in pochi mesi nuovi processi di recruiting, nonché di formazione con la TIM Academy. Il Cloud ha anche abilitato lo smart working, esteso praticamente a tutti i dipendenti, che ha cambiato modo di lavorare e di condividere le informazioni in azienda. Come responsabile HR trovo che con lo smart working le persone lavorano addirittura più di prima».

«L’area Finance è tutta gestita con soluzioni in private cloud ma stiamo implementando una soluzione in public cloud di Oracle per il processo di planning e budgeting: noi cresciamo molto per acquisizioni, in 5 anni abbiamo raddoppiato i punti vendita, quindi ci servono soluzioni flessibili e fortemente scalabili – ha spiegato Ugo Giorcelli, Chief Financial Officer di Amplifon – . Il problema principale è stato in Australia, dove la legge impone che i dati debbano risiedere nello stesso paese: queste impostazioni normative sono ormai anacronistiche, quando siamo partiti con il progetto dalla sede di Milano non avevamo idea di questa situazione in Australia e abbiamo buttato almeno tre mesi».

Hanno completato la carrellata di testimonianze poi Nicola Saraceno, SVP Retail Marketing & CRM di Luxottica («abbiamo adottato il Cloud per il programmatic advertising e per abilitare un nuovo processo CRM basato sui dati raccolti nei nostri 7mila negozi») e Vincenzo De Lisi, CIO di Sirti: «Abbiamo messo in Cloud il cuore dell’azienda, cioè il motore che assegna i task ai nostri tecnici: ora vediamo l’infrastruttura come commodity, e non dobbiamo più preoccuparci degli upgrade, e specialmente delle personalizzazioni».

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