digital transformation

BNP Paribas Cardif verso la data-driven insurance

Smart box e wearable si diffondono anche in Italia. Dalle auto intelligenti alle case connesse, fino ai pazienti monitorati a distanza. Il premio assicurativo è tarato sulle informazioni rilevate dai dispositivi smart. I vantaggi? Si riducono i costi operativi per le compagnie e i premi per gli assicurati, spiega Simone Macelloni, responsabile Marketing, Research & Development della compagnia

Pubblicato il 21 Nov 2016

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Uno dei settori sui quali pesa in particolar modo la rivoluzione “smart” è quello delle assicurazioni. Gli esempi noti provengono soprattutto da Oltreoceano ma anche nel Bel Paese le compagnie hanno iniziato a muoversi sul terreno delle polizze «data-driven».

Simone Macelloni, responsabile Marketing, Research and Development di BNP Paribas Cardif

Il cliente delle assicurazioni, grazie ai comparatori online e ai social, possiede oggi una grande forza contrattuale e la concorrenza sulle polizze si è fatta spietata. «Inoltre, le tecnologie mobile, IoT, blockchain e Big Data possono davvero stravolgere il rapporto che abbiamo con i nostri interlocutori, anche quelli più tradizionalisti», spiega Simone Macelloni responsabile Marketing, Research and Development di BNP Paribas Cardif, parlando alla platea di «Change the game», evento milanese organizzato dal consulente ICT Noovle. E snocciola alcuni numeri: «Nel mondo le connected car sono già 200 milioni mentre in Italia siamo già a 3 milioni di black box installate sulle auto. Ci saranno oltre 700 milioni di oggetti connessi nelle case nel 2020 e nel prossimo quinquennio è prevista una crescita del 128% anno su anno delle connessioni M2M per il finance. Senza contare tutta l’area legata agli aspetti della salute, dove i wearable possono contribuire ad abbattere fino al 50% il costo dei premi».

Guidate dai dati, le assicurazioni possono davvero rivoluzionare il loro modo di fare business. The Boston Consulting Group stima risparmi dell’ordine del 40% lungo tutta la filiera per le assicurazioni che implementano una strategia data-driven. Le ricadute sono misurabili non sono solo nella value proposition delle compagnie assicuratrici ma anche sui costi operativi, e si riflettono in parte anche in una riduzione dei premi per i clienti. Gli strumenti di certo non mancano.
Ginger.io, citata come esempio da Macelloni, è un’app mobile che sfrutta gli smartphone per monitorare lo stile di vita del contraente e tarare il valore del premio di conseguenza. Stessa cosa fa YouDrive, che analizza però i comportamenti delle persone alla guida di un mezzo.
«Come BNP Paribas Cardif siamo partiti nel 2013 con la connected home. A chi sottoscriveva una polizza Habitat veniva fornito uno smart box per collegare i sensori di acqua, fumo ed elettricità, che allertavano il cliente assente da casa in caso di perdite o principi d’incendio».

Si è passati da un prodotto assicurativo product-centrico a uno data-centrico, in una logica win-win: l’assicuratore paga meno sinistri e il cliente si vede ridotto il premio. La miglior conoscenza dell’assicurato abilita nuove opportunità e modelli di business, oltre a migliorare il customer journey. «Questo cambia radicalmente la prospettiva, perché oggi abbiamo tutti gli strumenti tecnologici a disposizione per far sì che sia possibile, in molti casi, evitare il sinistro. In questo modo, si crea un nuovo network di servizi, che sfrutta le logiche dell’innovazione digitale e gli algoritmi di riduzione e prevenzione del rischio elaborati al nostro interno per integrare i dati provenienti dai sensori nel computo del premio. L’innovazione diventa, quindi, nel nostro caso, un vero e proprio fattore differenziante».

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