Traduzione, localizzazione e doppiaggio dei prodotti multimediali in formato digitale, dai video giochi ai filmati professionali. E’ questo l’ambito di business in cui si muove dal 1994 Binari Sonori, che oggi ha 60 dipendenti. Punto di forza dell’azienda è quello di poter fornire un supporto multilingua per quanto riguarda il trattamento del ‘sorgente’, ma soprattutto nella realizzazione del prodotto finale: molti progetti sono finalizzati alla realizzazione di un prodotto multimediale che arrivi a supportare anche quindici lingue diverse.
Nel corso del 2011 è stata implementata una nuova architettura di storage per superare tutte quelle problematiche di gestione emerse dal continuo e costante aumento dei volumi di materiale digitale che l’azienda si trova a trattare nel suo ambiente di produzione: “Nel giro degli ultimi quattro anni il volume di storage da mantenere sempre in linea per le attività di produzione è aumentato di tre volte: da 1,5 terabyte nel 2007 a 4,5 terabyte nel 2011 – racconta Gianluca Rogiani, It manager della società – inoltre la complessità di gestione si è amplificata dalla diversa tipologia di file da trattare (audio e video anche in hd) e dal numero degli stessi, che nei progetti multilingua risulta particolarmente elevato: in totale il sistema di produzione è in grado di gestire in linea fino a 4,5 milioni di file”.
L’architettura precedente, una storage area network funzionante esclusivamente su protocollo fiber channel, aveva notevoli limitazioni: ogni volta che nasceva l’esigenza di aumentare i volumi da trattare richiedeva l’acquisto di nuovi dischi ad alta velocità o di nuovi host per aumentare la potenza, hardware che doveva essere installato esclusivamente da personale certificato, particolarmente costoso. Non solo, rispetto alle particolari esigenze di lavoro di Binari Sonori, la necessità di predeterminare in fase iniziale di un progetto gli adeguati valori di spazio e di potenza di storage rappresentava una forte rigidità poiché i due parametri generalmente subiscono delle variazioni molto significative durante l’esecuzione del progetto stesso.
La soluzione per superare tutte queste rigidità è stata trovata nel sistema di storage di nuova generazione PowerVault MD3000 di Dell che grazie all’architettura Fluid Data consente di mettere in atto delle strategie di virtualizzazione dello storage e di non realizzare in fase iniziale una profilazione completa e definitiva, successivamente molto difficile da modificare, delle necessità di storage da assegnare a ogni singolo progetto: “Inizialmente, infatti basta definire il volume logico e la sua dimensione, mentre successivamente è possibile agire con semplicità sui diversi profili di configurazione per dare maggiore flessibilità al sistema associando anche dischi di tecnologie diverse potendone aumentare il numero con molta facilità”.
La tecnologia adottata ha consentito la definizione su due livelli della nuova architettura di storage del sistema di produzione di Binari Sonori. Secondo la logica dell’information lifecycle management, in maniera del tutto automatizzata il sistema gestisce il vaulting del dato, indirizzando sui dischi a più alte performance gestiti con determinate tipologie raid i dati più utilizzati di un progetto, mentre quelli meno coinvolti vengono memorizzati su dischi meno veloci e quindi anche meno costosi.
“La nuova architettura è entrata in produzione durante l’ultima estate e il primo beneficio riscontrato è la semplificazione del lavoro dello staff IT sul fronte della gestione dello storage”, conclude il manager. Questo grazie soprattutto alla nuova infrastruttura iScsi che permette una attribuzione più facile tra i volumi da gestire e gli host in linea, ma che consente anche l’utilizzo di dispositivi standard, per esempio i dischi in tecnologia Sas, meno costosi di sistemi dedicati a determinate tecnologie, sui quali possono intervenire anche tecnici non certificati.