L’Italia è nota per le sue “multinazionali tascabili”, imprese leader internazionali nel loro settore – spesso anche grazie ad acquisizioni all’estero – anche se non sempre famose presso il grande pubblico. Un esempio perfetto è la napoletana Adler Group: fondata 60 anni fa in un’officina di Ottaviano da Achille Scudieri, per produrre componenti in plastica per arredamenti interni delle automobili, oggi è il più grande player europeo del settore grazie all’acquisizione nel 2013 della tedesca Pelzer. Ha per clienti i principali produttori mondiali dell’automotive e dell’aeronautica (tra cui Ferrari, Porsche, Audi, Rolls Royce, Tesla, Agusta, Alenia, Boeing), con numeri appunto da multinazionale: 64 stabilimenti in 23 Paesi, 7 siti di ricerca e sviluppo, 13mila dipendenti, e un fatturato annuo intorno a 1,5 miliardi di euro.
Poco nota tra il grande pubblico, si diceva, ma a fine aprile Adler è stata una delle eccellenze campane (insieme al Pastificio Rummo) visitate del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E pochi giorni fa il gruppo ha inaugurato un nuovo stabilimento di componenti di insonorizzazione presso Bratislava, in un distretto produttivo del Gruppo Volkswagen che sarà infatti il principale destinatario della produzione, in particolare per modelli SUV di grandi dimensioni. Lo stabilimento implementa i principi di Industria 4.0 in particolare per il monitoraggio remoto e il tracciamento dello stato dei macchinari e dei parametri di produzione.
Who's Who
Paolo Scudieri
Presidente del Gruppo Adler
Proprio sui temi della “fabbrica intelligente” EconomyUp ha intervistato recentemente Paolo Scudieri, Presidente del Gruppo Adler, in vista della sua partecipazione all’EYCapri Digital Summit 2017 in programma a inizio ottobre.
Nella videointervista, che qui riportiamo, Scudieri – premiato l’anno scorso come Imprenditore dell’Anno da EY nella categoria Globalization – spiega che l’ottica della catena del valore è quella più corretta per ottenere il completo successo degli sforzi di modernizzazione della produzione: «Occorre coinvolgere tutti, dalla fornitura al cliente, dando il giusto valore a chi produce le materie prime, a chi le trasforma, e a chi usa i nostri componenti e sistemi nei propri prodotti». “Fabbrica intelligente”, continua Scudieri, significa interpretare il futuro: se coniugato con l’altro concetto innovativo di economia circolare consente di essere competitivi anche in territori dove per fattori esterni – come la burocrazia, la pressione fiscale, il costo dell’energia – è più difficile esserlo.
«Essere italiani è un grande pregio che però costa, non è tanto un discorso di gap ma è una “palestra” molto più dura in cui allenarsi». In compenso il settore automotive, conclude il Presidente di Adler, è in piena fioritura. «A tutti quelli che negli scorsi anni mi dicevano che questo è un settore maturo, che l’auto è ormai finita come prodotto, ho sempre detto che l’auto è la frontiera tecnologica più dura, e la più evolutiva, ben oltre i confini del settore».